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La Pianta dell’Isola di Ponza di Agostino Grasso (XVIII secolo). (2)

di Arturo Gallia

 

Per la prima parte dell’articolo, leggi qui [1]

 

La Pianta dell’Isola di Ponza di Agostino Grasso. Indagini e prodotti cartografici come strumento di conoscenza del territorio e di lettura delle dinamiche insediative (XVIII secolo)

Tutte queste informazioni, come detto, mancano nella stesura finale dell’elenco nella carta a colori, mentre è possibile rintracciarle nelle mappe, diciamo, “proto catastali” che compongono la “Pianta dei territori cacciati sistenti nell’Isola di Ponza…”. Queste mappe sono raccolte in un piccolo volume composto da 24 fogli acquerellati a colori, in ciascuno dei quali sono disegnati e descritti i terreni censiti nell’indagine di Agostino Grasso. I disegni si distinguono per il dettaglio della raffigurazione e l’approfondimento dell’informazione fornita. Infatti, è rappresentata e indicata la presenza e il numero di grotte e cisterne, la tipologia delle colture, l’estensione dei terreni e il loro orientamento, indicando anche alcuni toponimi locali, e le proprietà confinanti ai quattro punti cartinali.

In sintesi, dal confronto degli elementi raffigurati nei due prodotti cartografici è possibile forse ricostruire alcuni passaggi compiuti dall’autore nel redigere la versione definitiva della carta da allegare alla relazione sullo stato dell’isola. La Bozza, in effetti, è ricca di appunti utili proprio ai fini della stesura della relazione: la precisione e il dettaglio di alcune informazioni e di certi elementi sono funzionali esclusivamente alla stesura del testo, non altrettanto alla compilazione della carta acquerellata o alla sua immediata comprensione iconografica, motivo per cui sono stati omessi.

Infine, da un punto di vista realizzativo, si tratta di interessanti documenti cartografici manoscritti, che tuttavia mancano di accuratezza nel rilievo e nella proporzione del territorio raffigurato, che denotano l’assenza d’uso di strumenti scientifici di precisione, che nell’arco di pochi anni sarebbero stati ritenuti fondamentali nel processo di produzione cartografica, di cui, a fine secolo, fu un grande esponente Rizzi Zannoni.

Per concludere, la relazione e le carte prodotte a seguito dell’indagine dell’agrimensore Agostino Grasso allora svolsero un’importante funzione come strumenti per pianificare il processo di popolamento e di urbanizzazione dell’isola, nonché per favorirne il controllo e il governo. Oggi, l’importanza di questi documenti è quella di mettere in luce alcuni aspetti del rapporto centro-periferia tra Napoli e Ponza nel XVIII secolo, come pure l’interesse della Casa Reale per l’isola.
In primo luogo, la produzione di un così importante apparato documentale e cartografico a seguito dell’indagine, e non una semplice relazione, dimostra la forte volontà da parte del Re, del governo centrale, di favorire il controllo, il governo e lo sviluppo – demografico, sociale, economico – di una periferia del Regno, Ponza, mettendo in luce al tempo stesso le grandi aspettative che il Re aveva su questo progetto.

In secondo luogo, la relazione e, soprattutto, le carte sono un’istantanea dello stato dell’isola in quegli anni, evidenziando, da una parte, la presenza stabile di alcune delle famiglie inviate dal re Carlo nella colonizzazione del 1734, come i Mazzella, i Migliaccio, gli Scotti, e, dall’altra, lo stato assai ridotto dell’insediamento urbano, ovvero la presenza dei pochi edifici costruiti fino ad allora: una torre, alcune abitazioni per i militari e una piccola chiesa, oltre ad alcuni piccoli magazzini. Questa esigua presenza edilizia sottolinea lo scarso interesse che i viceré spagnoli a Napoli avevano avuto per Ponza fino al XVIII secolo, disinteresse causato anche dalle difficoltà incontrate nel governare e controllare quel piccolo territorio, tra cui le continue incursioni dei pirati e le dispute sulla sua sovranità con lo Stato pontificio. Al contrario con l’ascesa dei Borbone al trono del Regno di Napoli è possibile riscontrare, come testimoniano numerosi studi, un forte e generalizzato interesse per le periferie del Regno, tra cui anche la stessa Ponza, ritenuta strategica nel controllo delle rotte commerciali provenienti e dirette a Napoli.

 

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Figure (cliccare per ingrandire)
Fig. 1 [2]

Fig. 1 – Agostino Grasso, Bozzo di pianta dell’Isola di Ponza, 1766 (Archivio di Stato di Napoli, AF Piante e disegni)

Fig. 2 [3]

Fig. 2 – Agostino Grasso, Pianta dell’Isola di Ponza ed altre isole adiacenti, 1766 (Archivio di Stato di Napoli, AF Piante e disegni)

Fig. 3 [4]

Fig. 3 – Agostino Grasso, Pianta dei territori cacciati sistenti nell’Isola di Ponza…, 1766 (Archivio di Stato di Napoli, AF Piante e disegni)

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Arturo Gallia
Dipartimento di Studi Umanistici
Università Roma Tre

 

Note
– Estratto dagli “Atti del VI Congresso AISU”  Associazione Italiana di Storia Urbana – Catania 12-14 sett. 2013; Monastero dei Benedettini (a cura di S. Adorno, G. Cristina, A. Rotondo) – VII. Ritratti di città: città restituite e città reinterpretate. Pagg. 2163-2173
File .pdf completo del lavoro: Estratto_AISU_Gallia_2163-2173 [5]

 

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