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Quell’aereo per Porto Said…

di Silverio Guarino
La notte del grande Totano [1]

 

Fino a qualche anno fa, per devozione, ogni estate, in notte rigorosamente senza luna, ho rispettato l’appuntamento estivo con Isidoro Feola (il dottore) per andare a pesca di totani.
L’occasione che riporto in questo mio ricordo si riferisce a dieci anni fa circa, quando il tutto avvenne anche in compagnia dei miei figli, Giorgio e Giulia, in vacanza strategica con me per la notte di pesca al totano, programmata con Isidoro.

 

Notte stellata, limpida e senza luna; la Via Lattea luminosa e splendente, le costellazioni in grande spolvero. Canti e bubbazza “a go-go” sul gozzo fornese rimediato da Isidoro e postazione strategica di pesca, fuori il faro della Guardia.
Totani in giusta quantità, con i doverosi spruzzi di acqua e di “nero”.

Improvvisamente, una luce nel cielo stellato si muove tra gli astri, e Isidoro che dice: “È l’aereo che va a porto Said!”. Nel buio e nel silenzio della notte non mi resi conto dei sorrisi e degli ammiccamenti dei presenti e mentre a bocca aperta osservavo quella luce, dissi: ”Davvero?”.

Ebbene sì: il grande totano… aveva abboccato. Tutti ridevano, mentre, ancora incredulo, ripensavo a come c’ero potuto cascare.
Forse perché era ed è rimasto in me l’animo semplice e puro del bambino innocente.

Certo è che, con frizzi e lazzi, sia Isidoro che Giorgio e Giulia me lo continuano a ricordare in pubblico, in tutte le occasioni che lo richiedano.

Eppure tutti noi abbiamo un aereo che va a porto Said; pieno di speranze, di promesse, di emozioni; l’importante è saperlo riconoscere e farsi trasportare da lui.

Vatti a fidare della notte del grande totano!