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La via del thèdi Irma Zecca
Sono le sei del mattino ora locale quando il nostro aereo atterra: in aereo abbiamo riposto la giacca invernale e tirato fuori degli abiti estivi, che indossiamo nel bar dell’aeroporto. Al mattino, dopo colazione, chiamiamo Jeena ma le uniche persone a casa che parlano inglese le lasciamo libere: ogni amico che arriva lo portano a fare il giro …ma il thè proprio no! …non gli interessa, l’hanno visto almeno cento volte! Ci accoglie un addetto alla visita e dopo un giro nel bosco adiacente la fabbrica ci indica delle grosse cataste di legna e poi ci fa vedere l’albero da cui viene ricavata; ovviamente non capiamo il perché, ma il thè non è una pianta bassa? Poi ci porta a vedere due grandi forni: uno antico in disuso ed uno, per loro moderno, in piena attività. Intanto saliamo una scala esterna di ferro e finalmente entriamo in un grande capannone con delle grandi piste fitte di foglie di thè appena raccolte: sotto le foglie c’è una rete che permette l’areazione ed ancora più giù il forno che riscalda tutto e favorisce una veloce essiccazione; quindi il legno che prima ci veniva mostrato è quello specifico per questa prima fase della lavorazione.
Ci siamo rilassati, abbiamo rispolverato il nostro misero inglese mentre l’accompagnatore ci presenta i proprietari, una coppia di simpatici cinquantenni con i quali ha inizio una piacevole conversazione: come fossimo vecchi amici che non si vedono da tempo, ci invitano in un salottino con adiacente un piccolo angolo cottura, dove una signora in sari ha messo a bollire una teiera in metallo d’altri tempi. La signora versa il thè in sei bricchetti bianchi ma noi siamo in sette, chissà perché? Veniamo chiamati uno allo volta e ci viene chiesto di assaggiare con un cucchiaino, che verrà sciacquato sotto un filo di acqua corrente, in modo da distinguere una qualità dall’altra ed anche la diversa decantazione, che riesce a variarne il gusto. Nel frattempo la padrona di casa prende dalla cristalliera delle tazze con la decorazione floreale e la bordatura dorata come quelli delle nostre mamme e mentre ci versano il thè, in base a quello scelto, la signora ci mostra le foto degli antenati: il bisnonno, il nonno, il padre, il marito e con orgoglio il figlio. Sorseggiamo il thè, accompagnato da piccoli biscotti preparati dalla signora in sari . Bello, bellissimo, sono certa che quando nelle sere invernali mi ritroverò a casa delle amiche a sorseggiare la bionda bevanda nessuno di noi potrà mai dimenticare questa bellissima esperienza, quella di alcuni amici ponzesi sulla via del thè. Foto di A. Migliaccio Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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