- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Cala Fonte: un luogo dell’anima

di Sandro Vitiello

 

Io sopra Cala Fonte ci sono nato.
Era una vita fa ma poi neanche tanto; mi sembra ieri.

Per i pochi che non sanno dov’è, Cala Fonte è il nord di Ponza.
Geograficamente noi siamo la Svizzera e quelli del porto profondo sud.

1. Cala Fonte [1]

Basta fesserie.

E’ uno degli angoli più suggestivi della nostra isola.
E’ forse uno dei punti di Ponza che, silenziosamente, ha maggiormente cambiato la sua fisionomia nel corso dei due secoli passati.
Per mano dell’uomo ma non solo.

Quando la parte nord dell’isola è stata “civilizzata”, nella seconda metà del ‘700 i punti di accesso al mare erano pressochè inesistenti e arrivare sugli scogli era un’impresa.
Basta guardare le discese a mare per capire che sono state tutte costruite dall’uomo.

La più bella – quella di Cala Inferno – è andata purtroppo perduta.
Anche gli scalini di Cala Fonte sono stati costruiti dall’uomo.

2. Scogliere a Cala Fonte [2]

Era facile pensare che quella piscina naturale poteva essere un approdo sicuro per piccole imbarcazioni e luogo di svago o di necessità per le economie familiari.

Costruita la discesa a mare, piano piano è stato sistemato lo scivolo per permettere di tirate le barche a secco quando c’era il brutto tempo.
Gli spazi erano completamente diversi da come li vediamo oggi.
Il punto più ampio era quello a sinistra, dove adesso c’è la spiaggetta.
Fino al 1928 in quello spazio si potevano sistemare anche dieci barchette.

4. Cala Fonte. Alaggio barche [3]

Una notte  la montagna che c’era sopra scivolò a mare e le barchette tirate a secco vennero tutte perdute.
Tirarono fuori solo un paio di remi nuovi.
Questo fatto me lo raccontava mio padre perché lui la montagna che cadeva l’aveva vista in sogno.
Aveva 17 anni all’epoca.

3. Cala Fonte. Palmarola [4]

In una serata con il mare calmo come l’olio andò a Palmarola a calamari con Aniello Aprea.
Stavano fuori tutta la notte: prima di sera facevano il “canto di Ponente”.
Pescavano mentre il sole scendeva a mare.
Andavano poi a dormire un po’ sulla spiaggia dell’isola e prima dell’alba andavano di nuovo a pescare: il “canto di Levante”.
Prima di rimettersi ai remi mio padre disse al padrone della barca che aveva visto in sogno cadere la montagna sulle barche di Cala Fonte.
Aniello Aprea diede un pugno sulla murata e disse: “Non mi dispiace per la barchetta che ho lasciato lì; era vecchia ormai. Mi dispiace per i remi nuovi che avevo appena comprato”.
I sogni venivano considerati come parte della realtà.

Tornati a terra trovarono tanta gente attorno alla frana.
Cercavano ognuno di salvare qualcosa che era finito sotto.
Aniello Aprea e il suo equipaggio non si stupirono più di quel tanto:
– U’ uaglion ci’aveva già ditt’!

Cala Fonte aveva pochi malazzeni.
La montagna alle sue spalle era di due tipi: fragile di caolino quella che scivolò a mare e dura come non mai quella che sta sotto alle scale, quando si scende.
Tranne una piccola spelonca sotto quella montagna dura, non c’era altro.
Alcuni si ingegnarono quindi a fare delle grotte sulla parte esterna della cala.
La parte più alta, quella a sinistra, venne abbondantemente scavata per ricavarne degli spazi dove mettere gli attrezzi della pesca.
Proprio dove sotto c’era il tunnel che portava al Catrulillo.
Tutto quel grande sasso sta scivolando lentamente verso i fondali marini.
Fino agli anni ’30 sotto a quella grotta ci si passava con le barche a remi stando in piedi.
Nella parte esterna, se si fa una nuotata con la maschera, si può vedere che lo scoglio finisce all’improvviso affacciandosi su un dirupo che scende dritto verso il fondale per una ventina di metri.
Questa enorme scarpata sta tirandosi dietro lo scoglio di Cala Fonte.

5. Cala Fonte adesso [5]

Fino agli anni settanta in quella pozza d’acqua, non molto grande, c’era anche un grande ciuffo di poseidonia.
Proprio affianco allo scoglio che c’è al centro di Cala Fonte.

Da quelle parti ci passavamo intere giornate: da piccoli con qualcuno che ci dava un’occhiata e poi, appena si imparava a nuotare, da soli.
Non era solo il nostro posto al mare.
Era anche un luogo funzionale ai bisogni delle famiglie.
Quando il sale costava tanto (c’era il monopolio) era normale andare a riempire con i secchi le pozze scavate nella roccia per raccogliere poi il prezioso condimento quando l’acqua evaporava.
Quando c’era da sistemare le acciughe nei vasetti si scendeva laggiù e si lavavano queste nel mare.
Poi piano piano le si “capava” nei contenitori.
Al tempo della vendemmia si andava a prendere lì l’acqua per lavare i palmenti.
Era più pulita di quella dei pozzi.
Era un’appendice naturale del nostro mondo.

6. Cala fonte adesso2 [6]

Se arrivava una barchetta che aveva pescato troppi rotunni ci si metteva lì ad aiutare e ognuno tornava a casa con un po’ di pesce.
Le tempeste improvvise trovavano tante braccia pronte a darsi manforte e in pochi istanti tutte le barchette venivano accatastate il più lontano possibile dalle onde.
Presenze costanti da quelle parti nei miei anni settanta erano Blacchitt, Orlando, Petta Petta, Veruccio, Cazz ‘ì rè.
A volte si “prendeva in prestito” una delle loro barchette per andare a fare un giro con qualche ragazzina alla spiaggia del Felice.
C’eravamo solo noi del posto in quell’angolo di paradiso.

7. Cala Fonte attuale.3 [7]

Ricordo un ferragosto con solo quattro forestieri su quegli scogli.
In quegli anni arrivava qualche campeggiatore.
A ridosso di ferragosto riempivano tutto lo spazio sopra Cala Fonte e, a volte, si piazzavano anche contro la collina.
Non c’era strada buona per le auto.
Arrivavano a piedi e anche l’acqua andavano a prendersela a piedi, dalle parti di Angelino, dove c’era una fontanella.

Nella seconda metà degli anni ’70 – sindaco Mario Vitiello- venne costruita la strada che conosciamo adesso.
Da quel momento anche quell’angolo dell’isola ha conosciuto il turismo.
Oggi, nei mesi estivi, dove c’erano le tende, ci sono decine di macchine.
C’è un bel ristorante, c’è un bar vicino agli scogli, ci sono le sdraio e gli ombrelloni e poi adesso che la fiction ha fatto conoscere a tutto il mondo quel posto dove la ragazzina e il soldatino si sbaciucchiavano Cala Fonte diventerà …

…Ne scriveremo tra un po’ di mesi.

8. Cala Fonte attuale. Last [8]

P.S.
Una decina di anni fa la parte esterna, quella più alta, di Cala Fonte si è sbriciolata e per qualche tempo i suoi massi hanno ingombrato lo specchio d’acqua.

Successivamente è stata risistemata, ma la bellezza di quello scoglio – così come lo ricordo io – è andata irrimediabilmente perduta.

 

In condivisione con: lacasadeisacco.blogspot.it/ [9]