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Voce anche alla gente di Le Forna. La lettera del Comitato “SAMIP 2012”di Aniello Aprea (in qualità di Presidente del Comitato “Samip 2012”)
CQSAMIP2012 23VISI 14 dic14 Al Sindaco Vigorelli del Comune di Ponza Al Presidente Zingaretti della Regione Lazio Rif. Riunione del Sindaco al ristorante Angelino del 3.12.2014
Il Porto a Cala dell’Acqua – Ponza PREMESSA Il porto si deve fare. Ma non qualunque porto. Sarà consentito solo il porto che rispecchi le nostre aspettative e non quello che lucri e faccia ingrassare le vacche delittuose (Carminati docet) – (Riunione prevista della Conferenza di Servizi a Aprile 2015). Dunque il porto che prenda in considerazione anche l’entroterra; va benissimo. Ma non dimentichiamo che quel territorio è Nostro; è stato Nostro (e con “nostro” intendiamo dire di Noi di Le Forna); ci è stato tolto a ragione o a torto; ma questo è il momento di riappropriarcene; lo voglia o no l’Amministrazione Comunale . I terreni singoli sono stati sottratti a legittimi proprietari; e va bene; ma non l’insieme di essi che appartiene a tutta la Frazione . Il porto deve integrarsi con tutta la Frazione di Le Forna. Se nella frazione esiste una Chiesa, e non se ne ravvisi la costruzione di un’altra, essa non verrà fatta. Uno studio accurato delle esigenze e dei problemi della Frazione dovrà essere alla base della costruzione del nuovo porto, altrimenti ne facciamo pure a meno. DATI TECNICI Sarà previsto un parcheggio per le macchine nell’immediato ingresso alla zona portuale dove sosteranno anche i taxi e le navette per muoversi all’interno. Nello stesso posto sarà previsto un quadro generale degli edifici e una schermata del porto con indicazione dei natanti ormeggiati e dei loro proprietari. Si crei un edificio-torre nella zona degli ex uffici Samip che preveda al piano terra un locale bar e uno per i Vigili del Fuoco. Sempre nella parte vicino al mare saranno previste costruzioni deputate alla Nettezza Urbana; all’officina meccanica ; all’elettricista; al meccanico ; all’idraulico ; al maestro d’ascia; alla pompa di benzina. Non sono ammesse case piccole, o monolocali da vendere o da affittare, perché nella Frazione di Le Forna la disponibilità di questo genere è molto elevata. Una zona cantieristica sarà trovata in un luogo molto defilato, appartato e lontano dal mare dove sarà previsto solo il recupero dei mezzi da alaggio che poi verranno trainati in cantiere. Questo perché la zona a contatto col mare è quanto mai ridotta e non conviene farla occupare per intero o quasi dal cantiere. Altro problema di non secondaria importanza è la costruzione di un secondo accesso dalla Strada Provinciale alla zona portuale, dato che quello attuale presenta limiti a 50 metri dall’ingresso. Esso, dato le condizioni attuali, andrebbe previsto immediatamente prima o immediatamente dopo la piazzetta di La Piana dove esiste già un camminamento carrabile, ma troppo stretto perché è chiuso dalle costruzioni. A meno che non si intervenga in maniera radicale a correggere l’ingresso attuale fino alla biforcazione verso la scuola. E veniamo al porto vero e proprio. Non entreremo nel merito perché le soluzioni tecniche esorbitano dai nostri intenti, e comunque andrebbero trovate con concorso d’idee. Inoltre sarà previsto un attracco per navi passeggeri collegato al sistema viario interno, perché solo in questo modo potrà esserci ricaduta economica per la collettività; oltre che un attracco alternativo di emergenza in caso di necessità. E poi c’è l’esigenza di mettere in sicurezza le circa 200 barche dei residenti invernali, per i quali è oltremodo necessario assicurare un attracco in banchina. Sono questi Cittadini che assicurano la vita dell’isola, ne garantiscono la vivibilità e per i quali deve essere garantita la salvaguardia della vita in mare. Poiché il contatto tra terra e mare è ridotto in tutto il periplo del porto, che si svolgerà in buona parte su pontili galleggianti, almeno nella prima fase, è auspicabile che il collegamento tra le barche che sono ancorate e il parcheggio, che si trova a monte, venga effettato da navette stazionanti nel parcheggio e chiamate telefonicamente dalle barche. CONCLUSIONE Arriviamo al punto nodale della discussione. La Concessione di 51 o di …99 anni. Essa verrà data dopo un conteggio costi-ricavi che metta al sicuro il futuro Acquirente. Questa trattativa dovrà essere fatta da Persone non solo competenti ma corrette. Non sarà condotta solo dal Comune, ma dalla Regione ai suoi massimi livelli. Il Sindaco ci deve dare ora gli elaborati di progetto, in modo che noi possiamo prenderne visione e conoscenza perché la questione è di interesse vitale e ne va del nostro futuro e di quello dei nostri figli. Allegati: lettera al Sindaco del 18 luglio 2012 Prot. 5519
Il Presidente Ponza 14 dicembre 2014
P.S. [Dalla riunione del Direttivo del Comitato di Quartiere “SAMIP 2012” del 13.12.2014]
3 commenti per Voce anche alla gente di Le Forna. La lettera del Comitato “SAMIP 2012”Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Quello che mi ha impressionato di questa lettera è il tono perentorio usato dall’ing. Aprea
“Il porto si deve fare. Ma non qualunque porto.”
“Si crei un edificio-torre…….”
“Un altro edificio, in una zona molto panoramica, comprenderà un albergo a cinque stelle con annesso ristorante dove si paghi da cento euro in su”.
“Non sono ammesse case piccole, o monolocali da vendere o da affittare, perché nella Frazione di Le Forna la disponibilità di questo genere è molto elevata.”
Il porto: “Non entreremo nel merito perché le soluzioni tecniche esorbitano dai nostri intenti, e comunque andrebbero trovate con concorso d’idee.
Comunque esso di minima avrà la scogliera dall’ex derrik alla Punta della Montagnella e di massima prevederà una scogliera più esterna dalla punta del Fortino sempre alla Punta della Montagnella.”
“Inoltre sarà previsto un attracco per navi passeggeri collegato al sistema viario interno……”
“La Concessione di 51 o di …99 anni. Essa verrà data dopo un conteggio costi-ricavi che metta al sicuro il futuro Acquirente. Questa trattativa dovrà essere fatta da Persone non solo competenti ma corrette. Non sarà condotta solo dal Comune, ma dalla Regione ai suoi massimi livelli.”
“Il Sindaco ci deve dare ora gli elaborati di progetto, in modo che noi possiamo prenderne…”
Caro Aniello, ma non era più logico chiedere prima al Sindaco gli elaborati e poi magari far sentire la voce perentoria del Comitato che rappresenti?
Anche io – mentre da redattore (amanuense) inserivo la “Lettera del Comitato Samip” (leggi qui) – sono stato colpito dalla perentorietà del tono.
Ma prima ancora, inserendo l’altro documento – la convocazione della Conferenza di Servizi per il 14/4/2015 (leggi qui) – ero stato colpito da un’altra assurdità: che si notifica all’universo mondo quanto si va a programmare – ventuno (21..!) destinatari per la precisione – e non un accenno alla popolazione, nel testo se non in indirizzo; nessun impegno a rendere preventivamente edotta la gente dei Progetti che si vanno a presentare o un qualunque altro accenno a chi, alla fin fine, con questo benedetto porto dovrà convivere, dopo averlo atteso per 250 anni (a occhio e croce). Mi hanno spiegato che il documento di convocazione era “formalmente” corretto. Si fa così!
Ma non sono, caro Vincenzo, due assurdità speculari? Certo, una rivestite di belle parole in puro stile burocratico, l’altra più ruspante, espressa così com’è venuta dal cuore… Ma chi se la sente di biasimarla?
Non possiamo capire come questa gente, dopo aver sofferto sulla propria pelle la miseria, la miniera, che sembrava allontanarla e poi è stata forse peggio del male, il Potere stesso che l’ha sostenuta a oltranza – adesso non ne possa più?
Hai mai sentito che dopo aver tanto sopportato, uno risponda male a chi ritiene responsabile dei suoi guai e ad un ”buongiorno, bella giornata!” replichi con un randellata in testa?
Credo che i tempi siano maturi per ripensare ai modi in cui il Potere si rapporta con i Cittadini. Ha cominciato (sembra) la Chiesa con i Fedeli, ma lo Stato (e la sua burocrazia) ne sono ancora refrattari, lontanissimi…
L’ing. Aprea è un uomo di grossa esperienza e conosce perfettamente i bisogni della sua contrada, ma sa anche che una cosa è fare una rivendicazione per iscritto, un’altra è organizzare una resistenza popolare a difesa di quella istanza.
Se Le Forna non ha un porto né un risanamento ambientale della zona Samip dopo quarant’anni, la colpa non penso sia solo di “quelli del malloppo” o in altri termini dei “saraghi di porto”, ma la colpa è della delega in bianco che in particolare questa contrada ha dato ai vari Sindaci e vice sindaci succedutisi nel tempo.
L’ingegnere Aprea, insieme a De Rosa ed altri amici stanno facendo un buon lavoro nel mantenere in piedi un Comitato e questo non solo va bene ma è fondamentale per mantenere unite le persone; ma io consiglio che devono saper crescere in termini di strategia perché l’obiettivo è quello di portare a casa un porto e un risanamento ambientale.
Tutti gli amministratori nel tempo hanno detto di volere fare un porto a Cala dell’Acqua e vinto le elezioni anche per questo nella contrada della Calacaparra…
Il Comitato a mio avviso deve diventare interlocutore dell’Amministrazione, deve seguire la vicenda passo passo; deve, come si dice, andare a scoprire le carte. Deve in definitiva diventare autonomo dalle speculazioni politiche e avere un solo fine da raggiungere: fare qualcosa a Cala Dell’Acqua che serva a Le Forna e a Ponza.
Le difficoltà per fare un porto a Cala dell’Acqua sono enormi e solo l’unità di intenti, la capacità di dialogo, la capacità di mediazione tra le mille esigenze (ambientali, economiche e sociali), può portare a qualcosa di buono.
Al contrario, con atteggiamenti perentori e pretestuosi perderemo altri trent’anni.