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Come dirlo a un pensionato con 500 € al mese…

di Silverio Lamonica
Fair-play [1]

 

Il contro commento del Dr. Biagio Vitiello alla mia “chiosa” in calce all’articolo “Memo di Natale. (13)” (leggi qui [2]), merita una riflessione che non può essere racchiusa in un ulteriore commento.

L’amico Biagio afferma: “Non metto in conto ‘l’evento culturale’ ma i 750 euro,
…Come dirlo a un pensionato che con la sua misera pensione
da 500 euro non arriva a fine mese?”

Innanzitutto bisogna precisare che qualsiasi manifestazione sia di carattere religioso che culturale, richiede un minimo di impiego di risorse umane ed economiche. Precisato questo dato evidente, ciascun Comune potrebbe operare una scelta: investire la somma “x” in manifestazioni religiose e/o culturali, oppure individuare i meno abbienti e distribuire loro quella somma in forma di una “quattordicesima” a Pasqua o a Natale. Ma le voci di bilancio sono tante, perché sopprimere proprio le spese destinate alla cultura, quando ci sono altre voci che potrebbero essere “sacrificate”? E poi ci sono finanziamenti ad hoc per la cultura che non possono essere “stornati” su altre voci, perché stanziati dalla Regione o dallo Stato con quella finalità specifica (almeno era così trent’anni fa, quando ero sindaco).

Ma io penso che un’amministrazione oculata potrebbe fare entrambe le cose.

Inoltre sul “portale” del Comune, io noto che tutte le delibere di spesa sono consultabili, quindi la trasparenza c’è e c’è anche la possibilità di verificare se la ditta x ha offerto, con quella cifra un servizio congruo, oppure se la ditta y, magari con una spesa inferiore, avrebbe prestato un servizio analogo o migliore.

“Silverio è sempre molto ‘conciliante’ con l’Amministrazione” afferma ancora il caro amico Biagio.

Gli amministratori sono uomini coi loro pregi e difetti, con le luci e le ombre: tutti, nessuno escluso. Sono stato anche io amministratore con le mie luci e le mie ombre, per cui sono stato elogiato, ma anche criticato. Le critiche indispettiscono, danno fastidio, ma a me servivano a correggere “il tiro” (solo al mio esordio in amministrazione mi incattivii con una radio locale, presentando addirittura una querela che poi ritirai. Ma tra me e loro si creò un muro insormontabile. Invece avrei dovuto instaurare un dialogo ad ogni costo). Gli elogi mi esaltavano e mi spingevano a fare sempre meglio.

Però si può “criticare” in vari modi. Ad esempio quando ho affermato che “un’oculata amministrazione potrebbe fare entrambe le cose” ho espresso una critica, sia pure velata, ma credo ben più efficace che se avessi scritto: “Questi amministratori sono incapaci, buoni a nulla, perché non riescono a fare 2 + 2 promuovendo la cultura e proteggendo i meno abbienti!”.
La risposta dell’amministratore sarebbe stata: “Silverio, non capisci niente: asino eri da amministratore ed asino sei adesso”. E qui la polemica sarebbe proseguita all’infinito con l’immensa soddisfazione e sollazzo dei frequentatori di facebook e di twitter, ma con nessun beneficio, anzi con un danno per la collettività amministrata. Oppure chiusura totale da entrambe le parti, con danno analogo per i cittadini amministrati.

La critica, data la mia esperienza quindicennale di amministratore, è ben più efficace se rivolta sottoforma di ‘invito’. Se poi gli amministratori non recepiscono ‘gli inviti’ (costruttivi, s’intende) allora, alla resa dei conti, l’elettore saprà trarre le conclusioni.

Noto in quell’articolo della redazione: “Memo di Natale (13)” uno stile che non mi appartiene, perciò ho voluto fare una precisazione, prendendo le distanze: la critica giornalistica – specie se costruttiva – si può fare anche in maniera “conciliante” ed è più efficace.

In conclusione ringrazio il mio medico di base e carissimo amico Dr Biagio, per aver ‘somministrato’ al dibattito, dopo un’accurata diagnosi, una preziosa “iniezione stimolante”.