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Il Consiglio Comunale del 26 novembre 2014

di Francesco De Luca
Municipio [1]

 

Al Consiglio comunale di stasera c’è stato un pubblico numeroso e attento. I punti all’ordine del giorno erano importanti. Anche se l’importanza è stata loro indotta dall’inefficienza delle Amministrazioni passate.

Non sono un altoparlante di questa Amministrazione e Vigorelli ha avuto buon gioco a rimarcare come non stia facendo altro che riprendere il bando dei problemi insoluti e riproporli nelle sedi istituzionali affinché passino attraverso tutte le forche della burocrazia.

Parlo anzitutto del Piano regolatore del Porto, fermo nei cassetti del Comune dal 2011.

Il Sindaco si è assunto l’onere di ri-presentare agli Organi competenti non un suo piano portuale bensì quello presentato dal Comune di Ponza e già approvato dalla Regione.

Certo, al vaglio che dovrà subire presso le Autorità, qualche variazione la patirà, e ciò perché da allora l’assetto del Porto è cambiato (basti pensare al posizionamento dell’attracco per le navi a fianco del depuratore, cosa non più possibile ).

Anche per il porto turistico di Cala dell’Acqua il Sindaco ha dichiarato che è stata ripresa la pratica iniziata dalla passata Amministrazione e sarà portata avanti nell’iter attuativo. Questo dovrà trovare finanziatori (non se n’è parlato), mentre per il Porto principale gli oneri dovranno essere esclusivamente a carico dello Stato.

Sono rimasto favorevolmente colpito dalla serietà dell’esposizione dei Consiglieri Ambrosino, Coppa, Feola.

Qualcuno, nell’entrare mi ha detto: “…manca Ferraiuolo …così se la suonano e se la cantano da soli…” In verità oltre a Ferraiuolo è venuto a mancare anche l’altro Consigliere di minoranza, D’Arco, che ha abbandonato la seduta dopo che il Sindaco gli ha bocciato la richiesta di rinvio del Consiglio.

A me non è sembrata una messa con un solo officiante. E poi l’interesse per la comunità ponzese mi è sembrata preminente anche nella decisione di rendere visibile on-line la posizione della propria particella catastale, così come la richiesta alla Regione di mutare i vincoli affinché si possano innalzare depositi per gli attrezzi rurali (abbattendo le mostruose baracche ).

L’unico punto fumoso mi è sembrata la possibilità di potenziare l’attività rurale. Questa è attività sommersa perché per essere proficua abbisognerebbe di lavoranti in regola, con un mercato che richiede i prodotti, con una distribuzione propria. Insomma è mancata l’analisi socio-economica dell’iniziativa.

Questo, semmai, porta il discorso sulla “visione economico-politica” dell’attuale Amministrazione, che non è esplicita.

Per quel che può valere auspico cento di Consigli Comunali come quello di stasera.