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Ordinario o residente? (1)

di Rita Bosso

80. [1]

 

E’ giunta eco, sulle pagine di questo sito, della discussione che si è sviluppata sui social network intorno alla concessione della tariffa ridotta ai passeggeri Laziomar nati a Ventotene, non residenti sull’isola.
La questione dell’applicazione della tariffa ridotta ai nati a Ponza (non residenti), in verità, era già stata posta dai collaboratori di Ponzaracconta Gennaro Di Fazio e Pasquale Scarpati (leggi qu [2]i l’articolo e i numerosi commenti); con loro, e con tutti i lettori di Ponzaracconta, vorrei condividere qualche considerazione, qualche ricordo e l’auspicio di elaborare proposte che possano essere presentate alla Laziomar.

La materia ha, per i ponzesi-non-residenti, anche implicazioni di natura affettiva; non a caso, le foto che corredano questo scritto le ho prese dall’album di famiglia.
Ricordo bene l’estate in cui fu introdotta la tariffa residenti; davo una mano nella biglietteria Caremar che la mia famiglia gestiva; dovevano essere i primi anni Ottanta, la Caremar era subentrata alla Span nel 1975 e aveva mantenuto, all’inizio, due tariffe passeggeri: quella di prima classe e quella di terza; ignoro il motivo della mancanza della seconda classe.
Da un giorno all’altro fu emanato un nuovo regime tariffario; chi entrava nella biglietteria al molo Musco chiedeva, come al solito, un biglietto per Formia e, alla domanda “Ordinario o residente?” rispondeva, con aria di superiorità: “Ponzese”. La richiesta successiva – quella del documento d’identità – ammetteva una vasta gamma di precisazioni: “Sono ponzese da sette generazioni”,  “Appartengo a …”, “Chi è più ponzese di me?”. Dopo un lungo tira e molla – le disposizioni della direzione Caremar erano di applicazione rigida della novità tariffaria – le conclusioni erano, in genere, di due tipi: il viaggiatore si rassegnava al pagamento della tariffa ordinaria oppure chiedeva a un conoscente residente di acquistare il biglietto ridotto; chi aveva diritto alla riduzione, invece, esibiva il documento prima ancora di chiedere il biglietto.
Si percepiva, nel ponzese-non-residente, non solo il fastidio per dover pagare un importo maggiore, ma anche il dolore per essere considerato estraneo in casa propria; spesso già erano stati recisi legami importanti con la terra natìa, il biglietto ordinario sanciva uno status che si faceva fatica ad accettare.

la biglietteria Span nel 1956;  da sin: Luigi Ambrosino, Giuseppina e Luisa Regine [3]

la biglietteria Span nel 1956; da sin: Luigi Ambrosino, Giuseppina e Luisa Regine

Negli anni abbiamo imparato che la residenza comporta agevolazioni fiscali; le bollette della luce, dello smaltimento rifiuti della seconda casa sono più salate, e nessuno osa contestare il principio ispiratore della diversità di imposizione; nondimeno, lasciare quindici euro in biglietteria come se fossimo dei turisti pesa, a noi non residenti, più che pagare alcune centinaia di euro di TARI per i pochi rifiuti che produciamo nelle nostre brevi permanenze sull’isola. E allora, proviamo a riflettere su alcune delle posizioni che sono state rappresentate sinora.

Il sindaco di Ventotene spiega che obiettivo dell’iniziativa è “contribuire  ad alleviare  la spinosa questione  dello spopolamene invernale, agevolando  uno spostamento più frequente e favorendo il rientro a Ventotene dei tanti cittadini che sono legati all’Isola per nascita e che vivono fuori per esigenze varie”. A mio avviso, questa è la parte più significativa e convincente di tutto il ragionamento, ed è applicabile pari pari a Ponza; non mi convince invece la parte riguardante “la promozione dello spirito  di appartenenza alla propria terra, radici, cultura e tradizioni, valorizzando il senso della famiglia e della comunità”: i valori richiamati sono profondi, non negoziabili in base alle offerte speciali o ai biglietti ridotti.
La replica della Laziomar, affidata al Direttore Generale Lauro, riduce la portata del provvedimento  e previene eventuali richieste di estensione: “Ho ritenuto che fosse un gesto semplice e limitatissimo rilasciare una tessera a prezzo agevolato ai nati a Ventotene, ma non attualmente residenti, considerando che il numero è di circa una quindicina e che non ci sono più nascite a Ventotene da circa 50 anni.
Si tratta, in sostanza, di un beneficio concesso a una categoria poco numerosa e in via di estinzione; un contentino secondo alcuni, o una beffa dai toni anche un po’ macabri; per evitare che i ponzesi si sentano discriminati si potrebbe pensare al passaggio gratuito dei fornesi albini o dei coppecuontesi alti più di tre metri; i ponzesi nativi al momento sono troppi, e hanno anche il vizio di essere longevi …

Altre posizioni, altre considerazioni sono state espresse, e ne darò conto nei prossimi giorni; anche riguardo a questa tematica, Ponzaracconta si propone come luogo di riflessione e propositivo, in cui elaborare richieste ragionevoli da presentare in regione e alla direzione Laziomar.
Tra la tariffa agevolata di residenti e pendolari e il biglietto ordinario dei turisti potrebbe collocarsi una soluzione intermedia, basata su presupposti logicamente ed eticamente sostenibili, tale da rispondere alle esigenze di un gruppo di utenti numericamente consistente.
Per contro, una compagnia di navigazione che operi secondo logiche imprenditoriali – sia pure in regime di monopolio- ha tutto l’interesse a modulare la propria offerta di servizi tenendo conto delle esigenze del mercato; prendo ad esempio le iniziative 2 x 1, WeekEnd ed analoghe di Trenitalia che non consistono, evidentemente, nella “svendita” di biglietti a viaggiatori che in ogni caso usufruirebbero del servizio, ma sono dirette ad intercettare nuovi segmenti di mercato.

 

Immagine di copertina: Michele Regine, 1960 circa