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La grande parata, San Silverio e i ponzesi al “Columbus Day” (1)

di Leonardo Pietroniro
S. Silverio. Sfondo grattac. Resized [1]

 

Venire qui in America è stata un’esperienza fantastica… Ma nel vero senso della parola!

La paura di arrivare in un luogo lontano dalla propria terra senza conoscere nessuno e senza che nessuno ti aspetti; pensare continuamente alla tua Isola, alla famiglia che lasci, e a tutte le tue abitudini e non sapere che cosa ti aspetta dall’altra parte del mondo; avere una meta (Stamford) e solo un contatto telefonico di un contratto di lavoro; avere poi una scarsa conoscenza della lingua (solo scolastica)… Tutte queste cose ti fanno sentire come un marinaio in un oceano in balia delle onde. Ma la curiosità di vedere nuovi posti e conoscere gente diversa con costumi ed usi completamente nuovi ti dà la forza di proseguire nel tuo cammino.

La cosa più bella è che la voce corre veloce…il mio arrivo in America era oramai noto a quasi tutti i ponzesi americani che, con mia grande sorpresa, non vedevano l’ora di incontrarmi. Ogni persona che poi ho incontrato mi faceva sentire sempre più a casa; tutti mi chiedevano di Ponza, di come andasse, se le notizie che loro sapevano attraverso i familiari erano veritiere, insomma cercavano conferme oltre a cercare notizie nuove, trasmettendomi intensamente quanto loro ci tenessero all’isola, di quanto ne vadano fieri e in ogni cosa portano il nome di Ponza e di San Silverio, spiegandomi più di una volta che nel Bronx esistono ben due chiese dedicate al Santo Patrono, una a Morris Park Avenue e l’altra a Morris Av. sulla 151a str., oltre poi al grande orgoglio di tutti per il Santuario di Dover Plains, il quale è il fiore all’occhiello di tutti i Ponzesi che risiedono negli States. Il 20 giugno di ogni anno la festa che viene celebrata in quel Santuario riunisce tutti i ponzesi provenienti da ogni parte degli States.

S. Silverio Shrine [2]

L’ingresso del San Silverio Shrine a Dover Plains (per tutte le immagini: cliccare per ingrandirle)

La persona che devo ringraziare per prima e che ancora adesso mi sta facendo provare emozioni e nostalgie ponzesi è Ralph Iodice – Raffaele Iodice nato qui in America e figlio di Lucia Sandolo, vivente di 101 anni di età e del compianto marito Silverio Iodice, i primi ponzesi insieme a altri pochi ad approdare negli Stati Uniti, iniziatori e promotori della comunità ponzese e della devozione a San Silverio sia nel Bronx che in seguito, con l’acquisto del terreno sito a Dover Plains per l’edificazione del famoso Santuario dedicato al Santo protettore di Ponza.
Ralph una persona veramente dinamica nonostante l’età di 74 anni, sempre coinvolto, in primis nella devozione di San Silverio: sembra quasi che tutto quello che fa o dice lo fa per la devozione al Santo; addirittura riesce a coinvolgermi nelle sue scorribande con la macchina per le strade di New York, alla ricerca continua, appunto, di un miglioramento, sia al Santuario che alla chiesa a Morris
Av. 151a Str.
Ogni sabato, puntuale, ha il suo appuntamento a Dover Plains per collaborare, vedere e dare il suo contributo fisico con manodopera e con l’impiego di attrezzature  e di macchine per spostamento terra o altro. Questo accade anche se è cattivo tempo, nel qual caso lui dice che va per rilassarsi e stare un po’ con San Silverio.

Questa persona così generosa, semplice e umile mi ha permesso anche di incontrare tutta la comunità qui a N.Y.
Il primo giorno è stato il 13 settembre quando, per la festa di S. Padre Pio c’è stata la celebrazione al Santuario. Era la mia prima volta in quel Santuario, e ne sono rimasto affascinato per la cura, i richiami delle località ponzesi – Via Le Forna, Via Sant’Antonio, Via Santa Maria e tante altre… – poi curato nei minimi particolari, con prati e giardini, fiori e piante; ci sono campi di calcio e campi da tennis, addirittura una piscina….

Via Le Forna [3]

Via Santa Maria [4]

Piscina [5]

Poi la Chiesa dedicata al Santo, tutta costruita in pietra situata nel punto più alto della collina in modo tale che si possa vedere o ascoltare la Messa anche da lontano.
Ci sono anche due grandi spazi attrezzati, all’aperto, con tavoli in legno e grandi barbecue sparsi di fianco, dove tutti i partecipanti alle funzioni, dopo aver ascoltato la Messa, si siedono per poter mangiare e stare insieme.
È bellissimo, ogni volta sembra quasi un matrimonio, una festa… vedere centinaia di ponzesi tutti insieme. Io quel giorno mi sentivo come una sposa: passavo da un tavolo all’altro per salutare e parlare con persone che conoscevo ma che non vedevo – addirittura per qualcuno di loro – da 30 anni. Da questi amici sono stato presentato a tutti e ognuno di loro aveva una storia da raccontarmi, una conferma da chiedere, visto che ero l’ultimo arrivato da Ponza.
Ho trovato anche tante persone dispiaciute per questioni di proprietà che hanno dovuto lasciare e che poi non hanno più ritrovato. Ma il pensiero che accomunava tutti – come se a gran voce gridassero la stessa cosa – era… “Noi siamo ponzesi e vorremmo essere trattati come tali, quando ritorniamo nella nostra isola”.

SSS.2 [6]

SSS Museum [7]

Capannone [8]

SSS. Strutture all'aperto [9]

SSS. Interni [10]

Spazi all’aperto e all’interno del Santuario

 

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