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Il viaggio attraverso il Mediterraneo di Simone Perotti. (2)

La Redazione
Mediterranea.4 [1]

 

Per l’articolo precedente, con un video commentato da Antonio Ferrari su Corriere della Sera TV, leggi qui [2]

 

Ripreso integralmente dal blog di Simone Perotti – http://www.simoneperotti.com [3]  – con inserimenti e link a cura della Redazione

 

Gli Obiettivi
Scrivere, come scolpire, come viaggiare, significa comunicare. Etimologicamente: portare un dono. Dunque, ricevere un dono. Ecco il senso di questo lungo viaggio, ed ecco perché nel Mediterraneo: scambiare doni.

Mediterranea percorrerà circa 20.000 miglia per connettersi alla gente, ai luoghi, ai sapori, ai pensieri, alle storie del Mediterraneo, un’area resa omogenea dalla storia millenaria, resa fertile dalle diversità, resa inesauribile dalla ricchezza culturale, magnifica dall’arte e dalla natura. Un’area ambientale minacciata, ma sempre più ricca e inesauribile dei suoi assalitori. Una porzione di mondo inquieta per gli integralismi e la follia egemonica, per l’incomprensione e i dislivelli sociali, le discriminazioni e lo sfruttamento. Un’area attraversata da tragiche migrazioni, cambiamenti repentini e sanguinosi, eppure sull’orlo di una straordinaria epoca di appuntamenti e opportunità, che non devono essere perdute.

Il miglior modo per perdere tanta ricchezza è continuare a pensare al Mediterraneo come a un confine. Il confine separa, definisce, allontana. La contaminazione ha sempre reso migliori gli uomini. La purezza, o la sua folle utopia, li ha sempre annientati.

Ma contaminare non vuol dire uniformare. Si può essere e restare simili e diversi al medesimo tempo, scambiando tanto le identità quanto le differenze, cibandosi dell’esotico e rafforzandosi con le convergenze. Occorre collegare i mari del Mediterraneo, unire le sue sponde, suturare le sue culture, favorire il dialogo tra la sua gente, consentire la scoperta reciproca degli elementi antichi e moderni di un’imperitura alleanza.

Occorre, soprattutto, pensare insieme il futuro. E chi può farlo meglio dei popoli che, sulle rive del Mediterraneo, il futuro lo hanno inventato? Mai come oggi servono nuove idee, nuovi pensieri, nuove ipotesi, nuovi tentativi. Il primo della classe, in questo, nel bene e nel male, è sempre stato questo angolo di mondo. Così sarà anche per il futuro. E non è un merito, ma una grande opportunità. Un’enorme responsabilità.

Mediterranea porterà con sé un messaggio di pace, rispetto per l’ambiente, sdegno per la violenza e la prevaricazione, rifiuto delle ingiustizie sociali, rifiuto di ogni totalitarismo, amore per la differenza, passione per la comunicazione e il dialogo, culto della libertà.

Il viaggio di Mediterranea ha dunque un macro obiettivo e alcuni obiettivi specifici:

Obiettivo generale:

Obiettivi specifici:

Obiettivi ambiziosi, ma ha senso porsene di mediocri, in un’epoca così prona ed esangue? Sarà un viaggio lungo e difficile, faticoso e ricco: che almeno abbia obiettivi adeguati all’impresa.

La prua del Mediterranea [4]

Questa è Mediterranea, di cui sono oggi armatore insieme ad altri 6 amici, fondatori del Progetto Mediterranea. E’ un Mikado 60, disegnato da Michel Bigoin (il designer del Pen Duick V del grande Eric Tabarly). E’ un ketch armato a cutter, 3/4 di chiglia lunga. E’ una signora del mare, perfetta per la grande spedizione del Progetto Mediterranea (Simone Perotti)

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