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Il “Salone del gusto” di Torino: la civiltà del cibo

di Sandro Vitiello

 

Tra due settimane – Giovedì 23 Ottobre – a Torino si aprirà il “Salone del gusto -Terra Madre”.
E’ un evento che si ripete ormai dal 1996 ogni due anni.

1. L'arca del gusto [1]

Il merito di questo grande evento di portata internazionale va al movimento “Slow Food”.

In un’epoca in cui tutto è globalizzato e l’origine delle cose che riempiono la nostra vita è anonima, questo movimento ha fatto una grande battaglia perché, almeno il cibo conservasse la sua autenticità e a quanti lavorano i buoni prodotti della terra venga riconosciuto il giusto valore del loro sudore.

E’ un dato di fatto che l’industria alimentare a livello mondiale ha imposto dei modelli sempre più standardizzati di cibo.
Basta pensare alle migliaia di fast food sparsi sulla superficie del pianeta e agli scaffali dei supermercati sempre più uguali, ovunque si vada.

Slow food ha cercato di ribaltare questa idea del cibo e dell’alimentazione e i risultati raggiunti in quasi trenta anni di attività danno ragione a quel folle pensatore che è Carlo Petrini che, insieme ad un gruppo di amici da Brà, in Piemonte, ha lanciato un messaggio al mondo intero.

2. Carlo Petrini [2]

Oggi Slow food ha più di centomila associati in oltre centocinquanta paesi.
In Italia, attraverso i Presidi alimentari ha costruito una rete di relazioni per preservare e dare visibilità ai tanti piccoli “lavoratori del cibo” che raccontano storie antiche molto particolari.

Quanti formaggi, salumi, prodotti della terra e anche del mare sono stati ri-scoperti da chi crede che il cibo sia una componente fondamentale della vita umana e non solo carburante per sopravvivere.

I Presìdi Slow Food italiani sono oltre 200 e coinvolgono oltre 1600 piccoli produttori: contadini, pescatori, norcini, pastori, casari, fornai, pasticceri.
A livello mondiale questa idea ha trovato forma nell’Arca del gusto.

3. Presidio della bottarga di muggine delle donne Imraguen. Mauritania [3]

Sul sito di Slow food ci fanno sapere che “In questo momento l’Arca del Gusto ha 1958 prodotti a bordo! “
C’è di tutto: spezie particolarissime e cibi pressochè sconosciuti.
Ognuno di questi prodotti ci racconta storie di uomini che anche attraverso il cibo difendono un’identità, un modo di essere e di vivere che non deve perdersi.
La ricchezza di questo pianeta è nella sua bio-diversità.

4. Altro espositore [4]

L’appuntamento di Torino mette insieme il grande lavoro che Slow food fa tutti i giorni, tutto l’anno.
Quest’anno la parola d’ordine di questa appuntamento è la stessa di quella dell’Onu che ha dichiarato il 2014 Anno internazionale dell’Agricoltura Familiare”.

L’agricoltura familiare pensa a far vivere chi la pratica e chi apprezza i suoi prodotti.
Non è una parola d’ordine banale.

5. Slow food for Africa [5]

All’interno dell’evento ci saranno decine di incontri, convegni, laboratori e momenti di divulgazione.
Gli espositori sono quasi 1200; molti di questi permettono l’acquisto dei loro prodotti o la degustazione.

E’ una passeggiata tra i profumi e i sapori del nostro pianeta.
Basta guardare le facce di quanti propongono il frutto del loro lavoro per capire la ricchezza e la varietà di questo appuntamento.
Questa iniziativa che vede la presenza do oltre centomila persone è ormai un appuntamento di quelli da non mancare.

6. Baccalà [6]

..e veniamo a noi.
Tra i presidi Slow food italiani ci sono ad esempio la sardina essiccata del lago di Iseo e i missoltini del lago di Como.

Grande rispetto per questi prodotti, ma i “rotunni arrianati” che si producevano in abbondanza dalle nostre parti non farebbero certo brutta figura al confronto.
Che fine hanno fatto?
Mi viene da pensare alla bontà del merluzzo dei nostri mari che non riesce a trovare il giusto mercato.

Ho fatto solo due esempi per ragionare sulle opportunità che potremmo crearci inventandoci forme nuove per valorizzare i prodotti della nostra isola.
I tempi che stiamo vivendo sono quelli che sono ma conviene almeno provarci.

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Immagine di copertina – Presidio della bottarga di muggine delle donne Imraguen. Mauritania

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