«Il Mediterraneo… sono delle strade. Strade per mare e per terra. Collegate. Strade e città. Grandi, piccole. Si tengono tutte per mano. Il Cairo e Marsiglia, Genova e Beirut, Istanbul e Tangeri, Tunisi e Napoli, Barcellona e Alessandria, Palermo e… ».
Da: Jean-Claude Izzo, Marinai perduti (Les Marins perdus; 1997)
L’anima unitaria del Mediterraneo – nella cultura dei popoli che si sono insediati sulle sue rive – è un gran bella idea, purtroppo sovrastata dai tempi e da problemi più grandi.
Con il maggior ottimismo possibile della volontà (a fronte del pessimismo della ragione) continuiamo a sottolineare le similitudini, piuttosto che le differenze, e a riportare con interesse che “Sabir”, la denominazione della lingua comune del mare (leggi qui) è stato il titolo di un Evento recente – Sabir. Festival diffuso delle culture mediterranee, dall’1 al 5 ottobre – che si è tenuto a Lampedusa, ‘nostra sorella in isole’, con la partecipazione di Ascanio Celestini, Fiorella Mannoia, Tareke Bhrane (immigrato, mediatore culturale) e Giusy Nicolini (sindaco di Lampedusa e Linosa). In memoria della strage del 3 ottobre 2013 (leggi qui).
Eccone una brevissima presentazione da YouTube
Enzo Di Fazio
9 Ottobre 2014 at 16:43
Domani, 10 ottobre, si assegna il premio Nobel per la pace 2014.
Tra i favoriti si fanno i nomi di Papa Francesco e di Edward Snowden, la talpa del datagate.
Ma tra i 278 candidati c’è anche Lampedusa, piccolo lembo di terra al centro del Mediterraneo testimone di tante vicende umane.
Sarebbe bello se il Nobel per la pace venisse assegnato a quest’isola simbolo di accoglienza e di dolore.
Biagio Vitiello
9 Ottobre 2014 at 18:08
Vorrei dire a Enzo che non si deve “crucciare” se il Nobel per la Pace non viene dato a Lampedusa (che se lo meriterebbe tutto), perché dopo che è stato assegnato ad Obama – con la sua politica “guerresca” a difesa degli interessi esclusivi americani – il Nobel si è molto sminuito di valore.