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Quei banchi sono sempre più vuoti

di Vincenzo Ambrosino
Classe. Banchi vuoti [1]

 

Quest’anno a Ponza c’è un nuovo dirigente.
Una maestra presente al primo collegio docenti mi ha detto: “Finalmente un dirigente che parla”.

C’è un problema per la scuola materna, il Ciro Piro è ancora inagibile e molti genitori non conducono i loro infanti alla scuola di Santa Maria; sembra che una soluzione sia stata trovata nelle tante aule disponibili della ex scuola media.
Alla Primaria c’è un regolare dissenso tra genitori e dirigenti per l’assegnazione di qualche maestra alla relativa classe.
Un genitore delle scuole medie ci comunica che nelle classi non ci sono registri né l’elenco degli alunni né lo scuolabus.
È normale che i docenti non siano tutti presenti, soprattutto nelle secondarie ma questo non dipende dal dirigente.
Quelli accennati sono tutti problemi di ordinario assestamento per far partire il nuovo anno, quindi niente di nuovo.

Quest’anno all’Istituto Superiore si è inaugurato il “Turistico”. Purtroppo, a differenza della fiction, non siamo partiti con il “botto”: pochi i nuovi iscritti al primo anno.

A differenza di altri genitori, che hanno creduto nel miracolo ‘nuovo indirizzo’ per poi mandare i loro figli in continente, io ho convinto mio figlio a frequentare il primo anno del ‘Turistico’ di Ponza; gli ho detto che il biennio è uguale dappertutto per cui se dimostrava impegno nello studio poteva, eventualmente, trasferirsi il prossimo anno.
Mio figlio mi dice che in classe ci sono una media  8-9 ragazzi compresi i ripetenti che hanno già dichiarato che al più presto si ritireranno dal corso.

Riflessione per il nuovo Dirigente:

Sono convinto che Lei si sia assunto l’onere di governare le infinite emergenze della scuola a Ponza con tanto entusiasmo, ma l’entusiasmo serve a poco perché:

Tutti questi problemi da affrontare avrebbero bisogno di essere fronteggiati con piglio decisionista ma alla fine finiscono per essere gestiti con l’unica logica di sopravvivenza annuale per una realtà scolastica isolana, quella del buon senso, che significa mediare tra le tante contrastanti  contraddizioni.

Le dico subito, ma lo ricordo ai miei colleghi, che una delle emergenze da affrontare prioritariamente è il rischio di chiudere in pochi anni la scuola superiore.

Questa emergenza non è mai stata, come molti amministratori hanno sempre affermato, legata all’indirizzo scolastico, ma è una evidenza legata ai numeri: sempre più cittadini partono dall’isola e non solo alla fine della terza media, ma già dalle elementari.

Consiglio riunioni per sensibilizzare le varie componenti scolastiche a fare del proprio meglio per migliorare il clima all’interno della scuola.
Ma questo “proprio meglio” non può essere relegato all’impegno individuale, all’incontestabile (fino a prova contraria) professionalità del singolo docente – “io faccio il mio dovere” –  ma a Ponza servono comportamenti che vanno oltre il proprio dovere, coinvolgono una rinnovata corresponsabilità e fiducia tra le varie componenti scolastiche nel voler salvare la “baracca scuola”.

Con le contrapposizioni preconcette, con le ambizioni individuali, con l’arroganza di “volere la luna” non si farà altro di dare ulteriori motivi alle famiglie di abbandonare la scuola di Ponza e quindi l’isola.

Questo, di creare il clima migliore per sopravvivere alle tante emergenze, ma soprattutto per dare un clima sereno nelle classi affinché i ragazzi possano non odiare il tempo passato tra i banchi di scuola, è una incombenza che riguarda sicuramente le componenti docenti, dirigenti e famiglie, ma ovviamente deve vedere l’Amministrazione Comunale a fianco della scuola in modo convinto, continuo e interessato.

L’amministrazione Comunale (non il collegio docenti) ha determinato il cambio di indirizzo della scuola superiore, quindi coerentemente deve sostenere questa scelta con un impegno politico e finanziario adeguato alla scommessa di fare dell’istituto turistico il laboratorio per creare le nuove professionalità per la futura isola.

Ma intanto analizziamo la realtà dell’Istituto Turistico.

Arrivano alla scuola superiore, per costituire il primo anno del nuovo corso, ragazzi che sono per la maggior parte: demotivati, impreparati, non scolarizzati, con difficoltà nella scrittura, nella lettura e nel calcolo e queste caratteristiche individuali e collettive vanno valutate in una classe costituita da 8-10 studenti.

Per quanto riguarda l’Istituto Superiore, consiglio ai colleghi una profonda riflessione, perché è proprio lì che gli esigui numeri e le caratteristiche individuali e collettive dei nuovi studenti, diventano condizionanti per ogni programmazione didattica, per ogni scelta educativa, per ogni valutazione didattico-educativa.

Cercare la metodologia  adeguata  alla classe con l’obbiettivo di  far conseguire una conoscenza di base degli argomenti  per portare avanti la maggior parte dell’esiguo numero di studenti deve essere una strategia didattica-educativa che deve coinvolgere fin dai primi giorni di scuola tutti i docenti ma anche le famiglie.

La realtà dell’istituto superiore è la cartina del tornasole dello stato di salute della scuola a Ponza e la scuola di Ponza nella sua capacità di autogoverno è il banco di prova dello stato di salute del ‘sistema isola ponzese invernale’.

 

P.S.
Chiedo scusa a tutti della mia sincerità, ma nella situazione in cui siamo arrivati chi conosce le realtà isolane ha il dovere di dire chiaro e forte che quest’isola ha bisogno di una profonda riflessione perché la strada è tracciata, quella sì luminosa, di vedere i ponzesi definitivamente partire da Ponza nel periodo invernale e la scuola è solo un aspetto da rivedere in un sistema-isola da rifondare.