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Tornano i gigli di S. Candida. Strane storie di piante

di Sandro Russo
Amaryllis belladonna copia [1]

 

Tra le cose che assicurano una qualche certezza, di questi tempi instabili, sono i cicli della Natura: lo sbocciare di alcuni fiori, in particolare, che scandiscono il nostro tempo.
Così il “giglio di Santa Candida”.

Amaryllis belladonna. Tnt [2]

Ricordiamo il fiore che abbiamo già presentato sul sito (leggi qui [3]).
Ha la caratteristica, il lungo stelo fiorale, di emergere direttamente dal terreno, senza foglie intorno; queste ultime, nastriformi, di color verde scuro, compariranno a fioritura avvenuta, durante l’autunno avanzato e l’inverno, e seccheranno completamente prima della fioritura successiva.

Amaryllis.-Particolare-del-fiore [4]

Amaryllis belladonna. Foglie. [5]

Il fiore – secondo l’uso ponzese di dare ai fiori il nome del santo che ricorre nel periodo della loro fioritura (leggi qui [6]) è Amaryllis belladonna (Fam. Amaryllidaceae). La festività è quella di S. Candida, la santa patrona di Ventotene.

Non è stato facile tra le 9 (nove!) Sante riportate dalla Chiesa cattolica (e da Wikipedia) con questo nome, risalire a quella cui il fiore è stato dedicato: la Santa Candida di Ventotene è proprio l’ultima, da non confondere con “santa Candida la Giovane, vergine e martire a Napoli, il 10 settembre”
La patrona di Ventotene invece è “santa Candida, vergine e martire a Cartagine sotto Massimiano”, e la ricorrenza è quella del 20 settembre.

Santa Candida [7]

Amaryllis-belladonna [8]

Il fiore è delicatamente profumato.
Ricorda qualcosa… il suo profumo. Che cosa?
Qualcosa che si mangia, forse?

Non credo sia stato abbastanza studiata, nella neuro-fisiologia degli odori, la difficoltà di collegamento tra due sensi, il gusto e il l’olfatto, nei termini che provo a spiegare meglio.
Molti anni fa mi fecero assaggiare una marmellata; tipo indovinello: …di cos’è?
Conoscevo quel sapore, ce l’avevo, come si dice, “sulla punta della lingua”, ma non riuscii a dare la risposta in tempo utile. Alla fine mi arresi.
Era una marmellata di petali di rosa!

Marmellata-di petali di rose [9]

Mi ero scontrato con la nota – ma non chiarita, che io sappia – difficoltà di collegare l’odore con il sapore.
In questo caso, conoscere l’odore della rosa, non mi aveva aiutato ad identificare il sapore che mi veniva sottoposto.

Così il profumo del giglio di Santa Candida: cosa ricorda, dei sapori che conosciamo?
Lo proponiamo come indovinello ai ns Lettori.

***

Haemanthus coccineus.2 [10]

Haemanthus coccineus.3 [11]

Haemanthus coccineus.4 [12]
Ci troviamo a parlare di Ponza, del giglio di Santa Candida (appartenente alla famiglia della Amarillidacee) e mi viene da ricordare un fiore ‘inconsueto’ della stessa famiglia botanica, visto per la prima volta, appunto, in un orto-giardino ponzese (’ndu ciardine).

Di provenienza ignota alla stessa proprietaria, ereditato insieme al giardino senza altre notizie relative. I bulbi, nel corso degli anni, si sono moltiplicati tanto da occupare tutto lo spazio a disposizione, così che l’energica giardiniera li diradava a picconate!

Ad una di queste periodiche ‘exterminazionen’ mi sono casualmente trovato ad assistere e pur senza conoscere il fiore ho dato ‘asilo politico’ a un paio di bulbi nel fertile terreno dei Castelli romani.

Ed ecco la prima fioritura dello scorso anno – le tre foto più in alto – seguita da una ancor più ricca quest’anno, sempre nello stesso periodo della cugina di simile origine geografica e stesse caratteristiche: emersione in pochissimo tempo (quasi esplosiva) dello stelo e quindi del fiore, direttamente dai bulbi; a fioritura finita, comparsa delle foglie, che compiono tutto il ciclo e spariscono prima della successiva fioritura, tanto che uno si dimentica della pianta, fino alla …Sorpresa! dell’anno dopo.

H. coccineus. 2014 [13]

Haemanthus coccineus. Part. fiore [14]

Haemanthus coccineus.2.2014 [15]

Haemanthus coccineus.3.2014 [16]

Haemanthus coccineus.4. 2014 [17]

Come le due amarillidacee bulbose, entrambe di provenienza sud-africana, si siano ritrovate a Ponza – una assurta agli onori degli altari e l’altra quasi sconosciuta, tuttora senza nome comune o dialettale – sarebbe una bella storia di archeologia botanica che richiede più informazioni per essere ricostruita..!

Giriamo ai solerti Lettori del sito anche questo que/sito…

Dimenticavo! Il nome botanico della rossa sudafricana, accertato dopo accurata ricerca sul web, è Haemanthus coccineus.

…Improponibile! Urge trovare un nome vero!