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Formia propone la Villa di Cicerone per “I Luoghi del Cuore” F.A.I
Pochi giorni fa, tornando a Formia per le rituali spese di inizio anno scolastico, ho notato, in una nota pasticceria della città, il foglio firme per “I Luoghi del Cuore”, del FAI.
Stamattina, accendo il pc, faccio il giro consueto su Facebook e proprio sulla home mi appare la pubblicità dei Luoghi del Cuore FAI. Incuriosita apro la pagina e vado a controllare. Al primo posto della classifica dei Luoghi dei Cuore c’è la Certosa di Calci, tipologia convento/abazia, in provincia di Pisa, con 20.930 voti Noto anche una grande affluenza di beni relativi alla tipologia convento/abazia/ chiesa e alla tipologia borghi. Come negli anni passati, grande affluenza è presente per i beni della regione Liguria e in generale delle regioni del Nord Italia. Il Lazio ha il suo primo bene, la Tomba degli scudi di Tarquinia, al 23° posto con 2152 voti, gli altri siti da tutelare sono tra Roma e Frosinone.
E’ stata veramente una grande emozione lasciare la mia firma e maneggiare nuovamente quei fogli, perché la campagna a favore del Faro della Guardia per me è stata veramente una splendida esperienza. A questo l’Associazione Ponza Racconta e il F.A.I stanno ancora lavorando.
Link per visionare la classifica: http://iluoghidelcuore.it/classifica 1 commento per Formia propone la Villa di Cicerone per “I Luoghi del Cuore” F.A.IDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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“Formia, città di Cicerone”. Un falso storico.
Sui cartelli stradali che segnalano l’ingresso a Formia la dicitura è eloquente, un modo per sensibilizzare il turista con un nome altisonante del passato.
La città di Cicerone è una sola: Arpino. Il centro collinare in provincia di Frosinone è l’unico che può fregiarsi di questa orgogliosa dicitura, nessun altro.
Stimo da sempre il sindaco di Formia Sandro Bartolomeo ma non capisco perché abbia escogitato questo stratagemma; la sua amata Formia non ha certo bisogno di sotterfugi per crescere in campo economico e di visibilità.
La terra di Cicerone, di Caio Mario, di Marco Vispanio Agrippa è Arpino.
Tullio Cicerone nacque nel 106 a.C. in territorio di Arpino, da famiglia equestre nella villa paterna alla confluenza del Liri col Fibreno e sempre si considerò un puro arpinate, quasi continuatore del grande conterraneo Mario.
Nell’orazione Pro Plancio esprime vivo l’attaccamento viscerale alla sua terra di origine quando ricorda quale affetto leghi gli arpinati fra di loro e con quale partecipazione questi seguano le sue vicende politiche. Lì, sui monti dei Volsci, aggiunge, è la forza d’Italia, perché vi si conservano gli antichi costumi, senza malevolenze, senza finzioni, e conclude: “La nostra patria è rozza e montuosa ma semplice e fedele”.
E nel momento del suo esilio indica alla moglie Terenzia, quale rifugio sicuro, la villa di Arpino, e al suo unico figlio egli darà la toga virile non in Roma, ma nel foro dell’antica città volsca.
Marco Tullio Cicerone possedeva una villa a Formia dove trascorreva brevi periodi vacanza, ma questo non giustifica tanta enfasi nel trasformarlo in formiano di adozione.
Non è mai stato seppellito in riva al Tirreno, la sua tomba è sicuramente lontano da Formia.
Ricordiamo a tutti il prestigioso Certamen Ciceronianum, una gara tra i migliori studenti del mondo che studiano il latino. Si svolge, ogni anno, ad Arpino.