Ambiente e Natura

Racconti immorali intorno ai gabbiani

di Alessandro Vitiello (Sandro)

 

N.B. – Le righe che seguono potrebbero risultare non gradite ad alcuni nostri Lettori: sono storie d’altri tempi, ma vi avvisiamo!

 

Dopo la preziosa testimonianza di Mimma (leggi qui), tocca a me dissacrare questo uccello, a volte davvero insopportabile.

Gabbiani. S.V.1

I gabbiani sono competitivi con il lavoro dei pescatori.

Chi pesca con i palamiti sa benissimo che in alcune zone mettere a mare le coffe è una guerra continua contro questi uccelli che, mentre scivolano in mare gli ami con le loro esche, mangiano al volo le sardine usate.
Spesso si perde anche un terzo dell’esca, quando ci si imbatte in questi cattivi compagni di lavoro.
A volte sono così aggressivi che salgono sulla barca e rubano direttamente il pesce dell’esca a bordo.

Si racconta – non garantisco della veridicità – che chi pescava a merluzzi dalle parti di Montecristo un giorno, esasperato dalla presenza di così tanti gabbiani, ne prese uno al volo, lo schiaffò in un bidone della nafta e gli diede fuoco.
L’uccello in fiamme andò a sbattere contro l’isola innescando un incendio.

Gabbiani. S.V.2

Mio fratello mi raccontava che, quando andavano a pescare in Sardegna, il pomeriggio si dedicavano alla preparazione del pesce da essiccare.
Mentre sventravano soprattutto razze e gattopardi, buttando in mare le interiora, si avvicinavano “milioni e milioni di gabbiani e parlanti” a mangiare.
Bastava prendere un fegato di razza e usarlo come esca, con un amo e ‘u poco ‘i piliseta e, dopo qualche istante, si ‘pescavano’ sicuramente dei gabbiani.

Gabbiani. S.V.3

A volte anche per variare il menù, fatto soprattutto di pesce, si decideva di cucinarli.

Dopo avergli tirato il collo, lavorando di coltello, si asportava una pelle durissima. Si recuperava solo il petto di questi uccelli e gli si dava una prima sbollentata con acqua e aceto.
Successivamente li si faceva cuocere “asciutti asciutti”, come si dice a Ponza. Si rosolavano in padella con un po’ di condimento, cipolla e aceto.
Quando avevano preso un po’ di colore, si aggiungeva il pomodoro e si lasciava cuocere il tutto facendo asciugare a fuoco lento.
Era un piacevole mangiare.

… E questa è storia.

 

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1 Comment

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  1. Silverio Guarino

    3 Settembre 2014 at 21:47

    Su “Il quotidiano di Latina” dell’1 Settembre 2014, a pagina 23, un articolo strappalacrime a nome di un non meglio identificato G. C., suonava così: “Gabbiano salvato dai bagnanti” (a Marina di Minturno). Forse è il caso di informare il giornalista e i lettori della “calamità gabbiani”.

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