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Racconti immorali intorno ai gabbianidi Alessandro Vitiello (Sandro)
N.B. – Le righe che seguono potrebbero risultare non gradite ad alcuni nostri Lettori: sono storie d’altri tempi, ma vi avvisiamo!
Dopo la preziosa testimonianza di Mimma (leggi qui), tocca a me dissacrare questo uccello, a volte davvero insopportabile. I gabbiani sono competitivi con il lavoro dei pescatori. Chi pesca con i palamiti sa benissimo che in alcune zone mettere a mare le coffe è una guerra continua contro questi uccelli che, mentre scivolano in mare gli ami con le loro esche, mangiano al volo le sardine usate. Si racconta – non garantisco della veridicità – che chi pescava a merluzzi dalle parti di Montecristo un giorno, esasperato dalla presenza di così tanti gabbiani, ne prese uno al volo, lo schiaffò in un bidone della nafta e gli diede fuoco. Mio fratello mi raccontava che, quando andavano a pescare in Sardegna, il pomeriggio si dedicavano alla preparazione del pesce da essiccare. A volte anche per variare il menù, fatto soprattutto di pesce, si decideva di cucinarli. Dopo avergli tirato il collo, lavorando di coltello, si asportava una pelle durissima. Si recuperava solo il petto di questi uccelli e gli si dava una prima sbollentata con acqua e aceto. … E questa è storia.
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Su “Il quotidiano di Latina” dell’1 Settembre 2014, a pagina 23, un articolo strappalacrime a nome di un non meglio identificato G. C., suonava così: “Gabbiano salvato dai bagnanti” (a Marina di Minturno). Forse è il caso di informare il giornalista e i lettori della “calamità gabbiani”.