di Paolo Iannucelli
Ponza è ricca di beni culturali che sicuramente meritano una valorizzazione.
In pochi conoscono il fortino di Cala Frontone, nei pressi dell’omonimo villaggio di contadini e pescatori. Attraverso un sentiero sterrato si giunge al fortino; vi era presente nel XVI secolo una torre di guardia costiera, in rovina già durante il periodo dei Borbone. Proprio loro fecero costruire il fortino per difendere l’imboccatura del porto di Ponza, insieme con il fuoco incrociato delle batterie Leopoldo e di forte Bentik della Ravia.
La massiccia struttura del fortino inglese
Il fortino inglese di Frontone. Sono ben evidenti i rapporti ‘di copertura’ della rada del Porto
Immagine dal Mattei (1885): antica Batteria Leopoldo posizionata nell’anfiteatro che guarda il mare, sotto l’attuale stradina che porta al Cimitero. Insieme alla postazione prospiciente de La Ravia, teneva sotto tiro l’ingresso del Porto
La Ravia, entrando nel porto di Ponza, sulla destra: L’antico forte Bentik è del tutto inglobato nella costruzione più recente
A metà del secolo scorso il fortino divenne la base della squadra di sub comandata da Bruno Vailati che vi preparò la spedizione in mar Rosso nel 1952.
A Le Forna, altro bene molto interessante. Sopra un pianoro, dal piazzale dello stoccaggio della vecchia miniera SAMIP di bentonite, si arriva a Punta Papa con le rovine dell’omonimo fortino rinascimentale.
Il suo nome si deve a papa Alessandro Farnese. A nord si vede Zannone, a sud Cala Feola.
Forte Papa visto salla zona della Chiesa delle Forna
Forte Papa visto dalla zona dello Schiavone
All’epoca dell’insediamento dei coloni borbonici a le Forna, il forte venne restaurato per garantire la sicurezza della popolazione, ma una frana nel 1909 ha distrutto il lato sud.
Il bene culturale è di difficile accesso, con tanto di arrampicata e qualche possibilità di caduta sassi, nessun cartello illustra ai turisti le origini del sito, la stessa cosa avviene al Frontone, dove non è possibile conoscere qualcosa su una struttura tra le più interessanti della costa.
La cultura è diventato purtroppo un concetto solo personale, a Ponza come in Italia, così che spesso riesce a sopravvive solo grazie ad iniziative a carattere individuale o di gruppo.
Ma nonostante se ne parli poco e i fondi pubblici in questa direzione si riducano sempre di più, è necessario far capire che è grazie alla cultura si ottiene una migliore qualità della propria esistenza. E’ necessario gestire accuratamente strutture e luoghi abbandonati, demaniali e comunali, come il semaforo, i fortini, la torretta, zone delle miniera Samip e quant’altro al fine di poterli restaurare e utilizzare per scopi culturali (manifestazioni, mostre e iniziative varie) con fondi derivanti da progetti o da donazioni.
È sicuramente questo un programma ambizioso ma stimolante per tutti gli amanti di Ponza.