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Tu chiamale se vuoi, emozioni…

di Domenico Musco
Come eravamo [1]

 

Il 9 agosto scorso mi arriva un invito per la sera, alle ore 21, presso la sala parrocchiale “multi-funzione” messa a disposizione da Don Ramon.
Si tratta di una serata di ricordi, legata al gruppo della “Comune”, creata nei lontani anni ’70. Si sarebbe parlato di ciò che si era fatto.

A dire la verità ero andato un po’ contro voglia perché i ricordi, il più delle volte, mi fanno più tristezza che gioia… ma la voglia di rivedere tutti insieme gli amici di un tempo mi ha dato il coraggio e la forza di uscire da casa la sera del 9 agosto.

Per chi lavora nel turismo perdere ore di sonno in questo periodo è veramente un rischio, visto l’andamento ondivago di questa estate. Proprio ora che si comincia a vedere Ponza piena di turisti si è al massimo numero di giri, ma la voglia di esserci mi ha fatto superare tutte le difficoltà.

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Gino Usai, Gennaro Di Fazio, Silverio Schiano e Mariano Picicco, protagonisti indiscussi della serata, ci hanno fatto ricordare con una precisione svizzera tutti i momenti topici del gruppo della Comune, arrivando fino agli anni ’80.
Sul video scorrevano le immagini, a dire il vero abbastanza sfocate, degli eventi che avevamo inventato e organizzato, dai manifesti politici alle varie manifestazioni teatrali, passando per le gare di torneo su spiaggia, al giro della panoramica, il servizio di aiuto per Roberto ( ‘i Scarrafone, per capirci) a tutti i passaggi politici, dalla chiusura della miniera, alla lotta dei pescatori, che verteva anche sulla divisione del pescato con sistemi del 60% al padrone e il 40% a tutti gli altri; si è poi ricordato il giornalino “Punto rosso”, la conquista politica della Pro Loco e tutto ciò che riguardava la politica locale e nazionale.

Bella serata con Lia Scotti che recita il grido di dolore dopo la morte di Masaniello, nello spettacolo messo in piedi dalla Comune. Dopo quarant’anni rimane viva la bellezza di quel pezzo, molto emozionante.

Mentre le immagini scorrevano sullo schermo, si sentiva mormorare tra il pubblico: – Ma tu ci senti bene? – Non ho gli occhiali, che ci sta scritto? – Ma tu ci vedi, io vedo sfuocato!
…Va bene, abbiamo sessant’anni ed è chiaro che qualche cedimento bisogna accettarlo, ma la cosa bella, guardando tutti quelli che stavano in sala e nonostante qualche acciacco, era che gli occhi di tutti erano vivi e attenti, senza perdere neppure per un attimo l’attenzione, ricordando quegli anni passati che hanno cambiato sicuramente in positivo la vita della nostra comunità.

Impossibile non pensare ai giovani di oggi, a quanto il tempo abbia modificato abitudini e costumi, modo di stare insieme.

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Confrontando le poche possibilità che avevano a disposizione i giovani degli anni ’70 con la tecnologia imperante dei nostri giorni – che sembra aver cancellato con un colpo di spugna la fantasia individuale e collettiva – non possiamo non pensare alla fortuna che abbiamo avuto ad esserci, in quegli anni …e il 9 agosto scorso, trascorso in mezzo a tanti vecchi e cari amici, lo abbiamo potuto rivivere nel modo più intenso!