Ambiente e Natura

Ode a Ponza, di Alessandro Bassignana

proposto dalla Redazione
Capo Bianco al tramonto

 

Alessandro Bassignana per la prima volta è approdato a Ponza dal lontano Piemonte. Uomo di montagna e poeta, è rimasto folgorato non solo  dalle bellezze delle nostre isole, ma della sua storia mitica e tormentata.
Ha con questi versi voluto renderle omaggio, rievocandone brillantemente le pagine più intense.
Lo ringraziamo di questo atto di affetto.
L. R.

La spiaggia di Chiaia di Luna vista da ponente con uno scorcio del versante di levante

.

Purissima gemma

.

Purissima gemma d’antiche memorie

di mitici eroi e omeriche storie,

d’Ulisse e compagni approdo sicuro

nel viaggio infinito fu chiaro su scuro.

 

Prima d’ancora mollare gli ormeggi

Circe gl’inflisse potenti magheggi,

in porci mutò quegli uomini fieri

che vinsero Troia da grandi guerrieri.

 

Poscia gli eredi d’Enea di Ilio

fecer di Ponza dominio ed esilio,

Roma imperiale lì pose il suo segno,

quinci toccò al borbonico regno.

 

Lei nel Tirreno è perla preziosa

storia e beltà l’han resa famosa,

baie e calette lì fan da corona

alla Regina cui tutto intona.

 

Chiaia di Luna è luogo del cuore

gioia e tristezza d’eterno amore,

Feola, Cecata, Inferno, Schiavone

piagge da sogno al par del Frontone.

 

Dal porto vivace sin verso Le Forna

chiunque ci vada di certo poi torna,

si narra novella di chi non fu sposa

il nome Lucia e poi ancor Rosa.

 

Due isole intorno qual splendide ancelle 

nel blu di quel mare tre limpide stelle,

che paion emerger tra flutti e marosi

giurandosi amor com fanno gli sposi.

 

Ponza è miraggio per bravi pittori

incanto e tripudio dei mille colori,

verde smeraldo la screzia più in alto,

le acque vicine turchesi e cobalto.

 

Di ocra or brilla al sol mattutino,

di rosso s’incendia nel ciel vespertino,

il candido tufo qual velo nuziale

Ponza trasmuta in antica vestale.

 

Il vento modella la morbida roccia

qual acqua che stilli a singola goccia,

pinnacoli e guglie d’un gotico duomo

son frutti del tempo non certo dell’uomo.

 

Silverio il Santo le fa da patrono,

su tutti invocando divin perdono,

protegge ognun da grandi sciagure,

aiuta i ponzesi a vincer paure.

 

Ponza ti entra nel sangue e nel core

pare un gioiello nel tenue lucore,

biancheggia e sfavilla come diamante,

bacia ed abbraccia qual tenero amante.

.

Cala Inferno. Scala e relitto

Cala Feola.GEO

Frontone. Resized

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    10 Agosto 2014 at 08:22

    C’è tutto in questa semplice e limpida poesia: epica, storia, geologia, geografia, amore…..
    Bisognerebbe farla imparare a memoria ai bambini delle elementari e magari musicarla per un inno di un nuovo rinascimento isolano.

  2. Biagio Vitiello

    10 Agosto 2014 at 09:37

    Mi trovo pienamente in sintonia con Vincenzo. E’ una bellissima “ode”, da non dimenticare.
    Grazie al poeta.

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