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Se chiudi gli occhi, romanzo di Tina Mazzella
Mi è capitato di rado, nelle letture recenti, di imbattermi in personaggi che “escono dalla pagina” e ricompaiono durante le incombenze quotidiane, prendono posto accanto a me mentre guido, mi nascondono lo straccio mentre spolvero; quei bei personaggi ingombranti, invadenti, che inutilmente io lettrice mando a cuccia intimando di ripassare più tardi, quando sarà il momento della lettura. Macché! Una volta che un personaggio è riuscito a liberarsi delle pareti di carta che lo imprigionano, non lo tacita più nessuno; mica Pirandello raccontava frottole … Appartiene a questo genere Antonella, protagonista di “Se chiudi gli occhi”, l’ultimo romanzo di Tina Mazzella; Tina, nativa di Ponza, vive a Brescia e ha pubblicato numerosi scritti. Antonella, distante dal cliché della primadonna, anzi apparentemente piuttosto comune, riesce ad imporsi e a catturare l’attenzione del lettore per quasi 400 pagine. Definirla “asciutta” è un complimento; a tratti appare quasi legnosa, impermeabile alle emozioni e agli stati d’animo delle persone che la circondano; qualifica la sua esistenza come “silenziosa ed incolore”, sebbene sia stata costellata da eventi anche drammatici; in realtà, a mio avviso, non sono tanto gli eventi a rendere interessante la narrazione, quanto la personalità di Antonella.
Tina Mazzella alla presentazione del romanzo “D’Autunno”, sulla piazzetta della chiesa di S. Maria, nel giugno 2013 La bravura di Tina Mazzella risiede nella capacità di descrivere senza eccessi, senza moralismi, senza esprimere giudizi; lentamente, mentre Antonella scrive il diario destinato alla nipote Viola, prende forma la figura di una donna che è comune e dark lady allo stesso tempo, “al di là del bene e del male”. L’autrice costruisce Antonella limitandosi ai fatti, ed ottiene un risultato di notevole potenza. Scrittrice d’esperienza ed ex insegnante di lettere, Tina adotta un registro espressivo efficace: Antonella, che lavora come commessa, costruisce periodi corretti ma non molto articolati, e sceglie con cura gli aggettivi; la stessa cura, presumo, con cui fa la piega ai capelli o sistema le cose di casa, in ossequio al decoro piccolo borghese, badando più all’apparenza che alla verità. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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