Ambiente e Natura

La Madonna della Civita a Le Forna

di Sandro Vitiello

 

Era il 20 di luglio dell’88 e riaccompagnavo in macchina mia madre a Ponza, dopo che le avevano risistemato gli occhi a Milano.

Eravamo in macchina, viaggiavamo di notte.
Ad una certa ora, dopo tanti chilometri, mia moglie mi diede il cambio e io mi sistemai al meglio affianco a lei, cercando di dormire un po’.
Mia madre, dietro, con un fazzoletto che le proteggeva gli occhi, ad un certo punto iniziò una nenia molto particolare, incomprensibile a Luciana.
Una gomitata mi fece capire che dovevo spiegarle cosa stava succedendo.

Ci misi un po’ ma poi ci arrivai.
Mia madre si era ricordata che il 21 del mese di luglio è festa: è la Madonna della Civita.
Lei ne era devota e ogni anno mi portava alla sua festa.

Il miracolo della Madonna della Civita

Itri. Santuario della Madonna della Civita

È una santa ‘importante’?
Non lo so ma so che nel basso Lazio è molto amata e nella cittadina di Itri ha il suo santuario. Almeno mezzo milioni di persone lo visitano ogni anno.

Itri. Borgo medioevale

Itri. Santuario della Madonna della Civita (sopra); Borgo medioevale (sotto)

Non è più un nome da usare quando nasce una bambina ma fino ad una cinquantina di anni fa era molto diffuso. Tra le donne della mia età ce ne sono diverse che si chiamano Civita o Maria Civita.
Sopra tutti ricordo la mia amica Civita con cui ho fatto tutte le scuole dell’obbligo dalla prima elementare alla terza media.
A Ponza c’è una piccola chiesa sulla collina della Guardia fatta costruire una sessantina di anni fa da Monsignor Dies, parroco dell’epoca.

La-chiesetta-della-Madonna-della-Civita-come-è-oggi

A Le Forna c’è una storia più popolare e quasi tutta femminile.
Femminile perché nei tempi che furono, i maschi di questa parte dell’isola erano in Sardegna o in altre zone a pescare o navigare.
A casa rimanevano le donne e i bambini.

Sopra alla collina del Montagnone a Cala Caparra abitava Concetta ’i fasùl’ che possedeva un quadro con la raffigurazione della Madonna.
Lo aveva ereditato, con l’impegno a conservare la tradizione della festa, da Filomena ’a zingara.
Il giorno 20 di luglio nel cortile di Concetta si radunavano tante donne di questa parte dell’isola che portavano bellissimi fasci di fiori.
Questi venivano usati per costruire una corona intorno al quadro.

Immagine della Madonna della Civita

Successivamente il tutto veniva inchiodato su un’asta e, con questa icona alla testa, si formava un corteo che, recitando le preghiere della santa, si dirigeva verso la chiesa di Le Forna. Arrivati in chiesa si recitava la novena, si diceva la messa e ci si dava appuntamento per l’indomani, tardo pomeriggio.

Il ventuno dopo le ore calde dalla chiesa di Le Forna partiva una processione che arrivava fino su alla collina dell’Incenso, giusto nel punto in cui c’è quella massa di materiale bianco, scarto della raccolta del bianchetto nei tempi che furono.Si faceva un’altra benedizione e poi tutti a casa in maniera disordinata.

Dettaglio barbaro di questa festa: alla fine quando si scendeva qualche piromane dava fuoco alle sterpaglie che c’erano in giro.
Si scendeva così, illuminati dai falò che lungo la strada si andavano formando.
Questi incendi spesso andavano a distruggere anche gli ultimi filari di vite che correvano lungo le pendici della collina.

 

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