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La Madonna della Civita a Le Fornadi Sandro Vitiello
Era il 20 di luglio dell’88 e riaccompagnavo in macchina mia madre a Ponza, dopo che le avevano risistemato gli occhi a Milano. Eravamo in macchina, viaggiavamo di notte. Ci misi un po’ ma poi ci arrivai. È una santa ‘importante’? Itri. Santuario della Madonna della Civita (sopra); Borgo medioevale (sotto) Non è più un nome da usare quando nasce una bambina ma fino ad una cinquantina di anni fa era molto diffuso. Tra le donne della mia età ce ne sono diverse che si chiamano Civita o Maria Civita. A Le Forna c’è una storia più popolare e quasi tutta femminile. Sopra alla collina del Montagnone a Cala Caparra abitava Concetta ’i fasùl’ che possedeva un quadro con la raffigurazione della Madonna. Successivamente il tutto veniva inchiodato su un’asta e, con questa icona alla testa, si formava un corteo che, recitando le preghiere della santa, si dirigeva verso la chiesa di Le Forna. Arrivati in chiesa si recitava la novena, si diceva la messa e ci si dava appuntamento per l’indomani, tardo pomeriggio. Il ventuno dopo le ore calde dalla chiesa di Le Forna partiva una processione che arrivava fino su alla collina dell’Incenso, giusto nel punto in cui c’è quella massa di materiale bianco, scarto della raccolta del bianchetto nei tempi che furono.Si faceva un’altra benedizione e poi tutti a casa in maniera disordinata. Dettaglio barbaro di questa festa: alla fine quando si scendeva qualche piromane dava fuoco alle sterpaglie che c’erano in giro.
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