Ambiente e Natura

Ue: due mesi all’Italia per l’invio dei piani gestione pesca

segnalato da Erminio Di Nora
Pesca commerciale

 

Il primo “vero” piano di gestione partì proprio da Minturno

 

La Commissione ha chiesto formalmente a Italia e Spagna di conformarsi alle norme Ue sulla pesca nel Mediterraneo, adottando i piani nazionali di gestione per la pesca con reti da traino, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggia, reti da circuizione e draghe idrauliche all’interno delle loro acque territoriali.
Bruxelles ha deciso l’invio all’Italia di un parere motivato, seconda tappa della procedura d’infrazione; e “in mancanza di una risposta soddisfacente entro 2 mesi, la Commissione potrà ricorrere alla Corte di giustizia Ue”.

Nell’annunciare la decisione, la Commissione europea ricorda che i piani di gestione di Italia e Spagna, “avrebbero dovuto essere adottati entro il 31 dicembre 2007, mentre i due Paesi non dispongono ancora di piani validi di gestione per le attività di pesca condotte con draghe”.

 

La domanda che si pongono molti pescatori è: perché chi avrebbe dovuto tutelarci in sede comunitaria non lo ha fatto?

Bruxelles tiene a sottolineare che “i piani nazionali previsti sono strumenti importantissimi per uno sfruttamento sostenibile delle risorse alieutiche nel Mediterraneo”.

Si parla di un sistema di autogestione, e quindi di un progetto simile a quello che presentai circa 15 anni fa al Sindaco Paolo Graziano, con la concessione al Comune di Minturno di due specchi acquei per la semina e la coltura delle vongole.
Il Comune recepì la richiesta della categoria, e in collaborazione con la Guardia Costiera fu realizzato il primo piano di semina. Purtroppo per costruire ci è voluto tempo, ma per  distruggere e dimenticare è bastato veramente poco. E poi, un detto recita: “Nemo propheta in patria” – nessuno è profeta nella “sua” patria.
Ma dall’altra parte la risposta potrebbe essere: non è mai troppo tardi.

 

Cordiali saluti

Dott. Erminio Di Nora
www.erminiodinora.com
     

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