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A Capri, regina di rocce

di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Capri.1 [1]

 

Da domani “Il Golfo”, il quotidiano delle isole di Ischia e Procida allegato al ‘Roma’ e a ‘Il Tempo’, dedicherà una pagina a Capri e sarà distribuito nell’Isola Azzurra. Un passo in avanti per la comunicazione infra-isole del mare napoletano.
Mi è stato chiesto di salutare l’evento, cosa che faccio con il pezzo che segue, non dimenticando mai Ponza, l’altra Ischia.
G. M. di R.

 

A Capri, Regina di Rocce

 “Capri, regina di rocce, nel tuo vestito di color giglio e amaranto, ho vissuto svolgendo la felicità ed il dolore…”.
E’ forse una delle più belle definizioni di Capri quella di Pablo Neruda, il grande poeta cileno che a Capri visse una stagione d’amore. La poesia a Capri di Neruda si può  leggere nella piazzetta di Punta Tragara con di fronte uno dei più belli panorami del mondo.
E’ un panorama  che ho visto una sola volta in vita mia trentacinque anni  fa con una ragazza che sarebbe diventata mia moglie. Ogni anno dico che voglio rivederlo e non ci riesco ma lo porto nel cuore.
E’ indimenticabile la “Regina di Roccia” ma le Isole “laggiù nel mare napoletano sono tutte belle” come scrive Elsa Morante ambientando a Procida  il suo libro più famoso, “L’isola di Arturo” e le “ isole napoletane” non sono solo Capri, Procida ed Ischia ma anche Ventotene e Ponza che furono colonizzate dagli ischitani nel XVIII secolo e che furono della Provincia di Napoli fino al 1931 quando il regime fascista le inserì amministrativamente nel Lazio assegnandole alla Provincia di Littoria, poi Latina, tranciando così i legami storici secolari che univamo quelle popolazioni alle due isole flegree, Procida ed Ischia.

In questo “arcipelago napoletano” che va da Capri a Ponza si  parla napoletano, si canta napoletano e si mangia napoletano. E’ talmente tutto napoletano che quando con Gianni Vuoso  nel 2009 facemmo un reportage su Ponza, scoprendo dopo 275 anni la colonizzazione ischitana di Ponza che chiamammo “l’altra Ischia”, ci venne naturale proporre un unico Distretto Turistico delle Isole Napoletane capace di fare una politica economica e sociale pur con 5 isole abitate, 11 Comuni, 2 Province e 2 Regioni. Del resto che cosa è la “concertazione istituzionale” se non la capacità delle Istituzioni di massimizzare lo sviluppo e rendere efficiente l’ azione amministrativa?
Le isole napoletane hanno problemi comuni come la pianificazione territoriale, la friabilità delle coste, una sanità ed una istruzione civili, un sistema di collegamenti degno di un paese civile e democratico che si fonda sulle Autonomie Locali.

Ma un Distretto Turistico delle Isole Napoletane serve anche per mantenere i legami culturali e storici fra gli isolani e per favorire gli interscambi fra Isole così belle e così cariche di Storia. Siamo in fondo legati come isolani alla Grande Storia di Napoli e nel bene e nel male siamo legati al Continente e dal Continente e nei sui Palazzi del Potere – la Regione, il Parlamento, il Governo, l’Unione Europea – dobbiamo ottenere Leggi e Sostegni che ci sono indispensabili per la nostra insularità.

IL GOLFO da oggi ha una pagina riservata alla “Regina di roccia”. Non solo amplia  la sua rete diffusionale  ma amplia il suo impegno nell’affrontare una tematica comune e comparata che dovrà sempre legare le Isole dell’ Arcipelago oltre un obsoleto campanilismo. Ai giovani spetta “illuminare  i posti dove andremo” ed ai meno giovani o ai giovani di spirito deve rimanere la volontà di rivedere quel panorama come “la vigna piena dei radiosi grappoli” come dice Neruda ed abbracciare i Faraglioni sotto la “luna caprese”.

Capri. Notturno [2]