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L’orizzonte infinito di Ponza
Il giovane Leopardi, pur avendo un orizzonte geografico limitato e pur trovandosi in un paese che egli stesso definiva arcaico se non barbaro, è stato fra le menti più illustri e illuminate della nostra cultura. Ovvio che, in determinati ambiti, come possono essere quelli di una pagina internet, i toni siano vari. Si passa da trattazioni quasi scientifiche su argomenti inerenti la geologia o la biologia, a discussioni pratiche su argomenti empirici, più terra-terra, per dirla in parole povere. La figura del filoso greco che predicava ai discepoli, in religioso ascolto – discepoli che erano totalmente ignoranti (nel senso buono del termine, che cioè non avevano molti altri modi per imparare) e che quindi condividevano sempre il pensiero del loro maestro – non appartiene più né alla nostra epoca, né, tantomeno, può confarsi a un sito internet. Oggi quel tipo di ignoranza non esiste più, esiste una forma più cattiva di ignoranza, accompagnata anche da tanto finto sapere. Se il dialogo che scaturisce da determinate riflessioni, non è quello che ci si aspettava, bisogna rispondere con chiarezza, dando modo di capire a chi, secondo l’autore della riflessione, sia stato inopportuno, quale fosse, secondo lui, la discussione che doveva scaturirne. Si noti poi, come, spesso, ci siano autori che scrivono articoli per dare spunti di riflessione, ma che non commentano mai gli articoli altrui. Come se tutte le altre discussioni, tutti gli altri spunti di riflessione, fossero banalità, non meritassero nemmeno di essere letti. 1 commento per L’orizzonte infinito di PonzaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Brava Polina sia per i contenuti sia per la scelta di non commentare il nulla ma di proporre un nuovo articolo sul concetto del confronto dialettico.
Ci sono bambini che amano salire sul palco e fare la loro esibizione, ma si aspettano di essere applauditi, osannati, elogiati. Bene, bravo, bis!
Purtroppo anche i bambini dopo le prime esibizioni capiscono che non può sempre essere così e allora piano piano apprendono una lezione: “ci vuole talento per essere sempre applauditi e molto spesso non basta il talento”.