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Il mito, o del raziocinio della fantasia (3)di Gabriella Nardacci
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“Noi siamo come isole, picchi emergenti dalle acque, e quello che è illuminato dal sole è la nostra consapevolezza; [Da Viviana Vivarelli da “Lo specchio più chiaro” su Carl Gustav Jung] . Recentemente l’argomento “mito” mi si è riproposto in due libri letti ed è stato interessante riscoprirne il valore e la versatilità… In “Melodien” di Helmut Krausser appare chiara la riscrittura del mito di Orfeo. La trama oscilla tra l’Italia del Rinascimento e quella odierna. Nella prima s’incontrano personaggi come l’alchimista Castiglio con le sue musiche demoniache, appunto le Melodie, che sconvolsero la musica religiosa e il castrato Pasqualini, ultimo erede dei “tropoi”…mentre nell’Italia moderna s’incontrano un fotografo che riceve, per sbaglio, una lettera destinata a un professore “mitosofo”. Helmut Krausser. Melodien – La musica del diavolo; 2007, Barbera Ed. Questi personaggi moderni si addentreranno nella vita dei personaggi antichi per scoprire il “segreto dei segreti” nascosto nella Cappella Sistina. Ultimamente mi è capitato di visitare città d’arte. Alla presenza di grandi opere, tutti noi della comitiva, ci siamo chiesti quanti artisti contemporanei potessero competere con i classici dell’antichità. Sandra Avincola. Voci dal Mito Ediz. Terre Sommerse. Prefaz di Bruno Torreggiani. In copertina: J. W. Waterhouse, Ulisse e le sirene “Quanti di noi si son chiesti che cosa diceva il canto delle sirene per attrarre i naviganti verso la morte? Cosa si prova a essere come Elena di Troia, la donna più bella del mondo? Perché Psiche contravviene al divieto di contemplare l’amante?” Un modo originale e affascinante per immergersi all’interno di una fantasia che risponde a domande rimaste nella testa ai tempi in cui i nostri miti s’identificavano nel “Che Guevara”, nei “Beatles” , in “Marylin” e altri. Avincola ci dice che il mito è la rappresentazione di un’esperienza di conoscenza collettiva che avviene in un percorso piuttosto filosofico – antropologico integrato da un supporto psicoanalitico perché il mito è dentro di noi. Un mito che è inesauribile, che si rinnova e che “rinasce come Araba Fenice”. Siamo arrivati alla frantumazione del mito e alla concezione leopardiana che la “vera poesia” può esprimersi attraverso la potenza dell’immaginazione attraverso tutto ciò che sa di antico; la visione diventa fantastica quando si legge di Ercole e Atlante che giocano col mondo. Per altri versi il mito ‘sconfina’ e si sovrappone con la religione… Il “mito” di mia madre è Gesù. Lei dice che è stato “n’omo bravo e speciale… Niente a che vedè co’ chissi personaggi falsi che dicite vu’, ca site studiato…”. Ora i bambini identificano i miti nei supereroi e nei cantanti di successo e utilizzano l’aggettivo “mitico” per dare grande importanza ad azioni o persone che si distinguono per originalità e coraggio. Ogni volta che hanno studiato i “miti” circa la creazione del mondo, le domande sono state sempre infinite.
J. W. Waterhouse, Ulisse e le sirene (1891); National Gallery of Victoria, Melbourne. Già su Ponza racconta: leggi qui . Il mito, o del raziocinio della fantasia. (3) – Fine Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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