Attualità

Lino. Il ritorno

di Rita Bosso
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A Lino Catello Pagano, che torna a Ponza dopo otto anni di assenza, chiedo quali emozioni stia provando.
– Nessuna – risponde deciso. Io sono in contatto continuo con Ponza attraverso computer, webcam, skype.

Nessuna emozione particolare all’imbarco? All’ingresso in porto?
– Nessuna, davvero. Però…

Però..?
– Appena entrato nel patio dell’hotel Feola, mi sono messo scalzo e queste mie gambe artritiche e malconce, grazie al contatto col suolo natìo, hanno ripreso a funzionare…
Per me, devoto di san Silverio, le emozioni profonde sono legate ai riti religiosi.

Di fronte a LUI, Lino si scompone e si ricompone in tante figure: il bambino, il giovanotto, l’uomo maturo, tutti accomunati dalla devozione.
Raccontaci i tuoi san Silverio da bambino…
– Don Luigi Dies riusciva a rendere vivo ed emozionante ogni momento di quella giornata. Al mattino prendevamo la comunione, poi partecipavamo alla messa solenne come cantori. Nel pomeriggio assistevamo ai giochi; io non ho mai partecipato al palo della gallina, mi limitavo a guardare, tutto vestito a festa, e qualche volta sono anche finito in acqua, amorevolmente sospinto dagli amici di sempre, quelli che stamattina sono venuti ad accogliermi all’arrivo: Tonino, Ugo che mi ha portato il pane benedetto di sant’Antonio… Vecchia usanza, ma ai miei tempi sant’Antonio non usciva dalla chiesa; la processione è un’innovazione.

Com’era il pranzo del giorno di san Silverio?
– Sontuoso, a base di carne, che compariva di rado sulla nostra tavola, sessant’anni fa: carne nel ragù, involtini, dolce.

Anche allora la giornata iniziava al suono della Diana?
Certo. Ponza ha sempre avuto una banda musicale; ne parla anche il Tricoli nella Monografia. Anche l’abitudine di accompagnare i festeggiamenti con i botti è vecchia di secoli… grazie ad essa, i pirati che si apprestavano ad invadee l’isola il 20 giugno di qualche secolo fa, furono messi in fuga: pensarono che gli spari fossero diretti contro di loro.

 

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Lino Catello Pagano nel cortile interno dell’Hotel Feola

1 Comment

1 Comment

  1. Lino Pagano

    15 Giugno 2014 at 10:03

    Grazie a Rita e a Sandro, per le belle parole riservatemi… Grazie di cuore a Ponza che mi ha accolto a braccia aperte, come a Ugo Anello, Antonio Vitiello, Silverio De Luca, Antonio Mazzella, Tonino ‘u mericano, mio fratello di scuola e compagno di banco.
    Grazie a Ponza racconta, con sentimento abbraccio tutti per quello che hanno fatto per me, per non farmi sentire solo, in un’isola non più la mia isola ma l’isola di tutti.
    Grazie grazie di cuore.

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