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1 giugno 536. L’elezione farsa di papa SilverioCi viene segnalato, sul numero odierno di Repubblica (1° giugno 2014) nelle pagine romane, un articolo di Claudio Rendina (Roma, 1938), scrittore, poeta e giornalista, su Papa Silverio. Da: “La Repubblica” di domenica 01 giugno 2014
1 GIUGNO 536 / L’elezione farsa di papa Silverio nella città divisa tra goti e bizantini Il diacono sale al soglio pontificio contro la volontà di Teodora, la potentissima consorte dell’imperatore Giustiniano di Claudio Rendina E all’interno di questa Roma controllata dai bizantini viene elaborata ai danni di Silverio una trama delittuosa, governata a distanza dalla moglie di Giustiniano, Teodora, desiderosa di far eleggere patriarca di Costantinopoli il vescovo Antimo, seguace del monofitismo che nega la natura umana di Cristo. Sapendo che Silverio è irremovibilmente legato alla fede cattolica tradizionale, l’imperatrice conta molto per le sue tendenze ereticali sul diacono romano Vigilio, già nunzio apostolico a Bisanzio. Questi si mostra propenso ad accontentare i desideri di Teodora e una volta arrivato a Roma, aiutato da Antonina, moglie di Belisario, fa passare come autenticamente scritte di pugno da Silverio delle lettere spedite a Vitige, nelle quali il papa invoca l’intervento del re goto per liberare Roma dai Bizantini. Sentendosi in pericolo, Silverio ai primi di marzo del 537 si rifugia nella chiesa di Santa Sabina sull’Aventino, ma Belisario lo convoca nella sua residenza sul Pincio invitandolo a discolparsi. Il vescovo di Patara si rende conto che Silverio non è colpevole delle accuse formulate, e presenta a Giustiniano una concreta testimonianza dell’innocenza dell’esule, cosicché l’imperatore ordina a Belisario di istruire una nuova inchiesta: qualora la lettera del presunto complotto a favore dei goti risultasse contraffatta, Silverio potrà tornare in possesso della sede papale. Nel frattempo è consentito a Silverio di tornare in Italia, ma Belisario, assediato da Vitige e sotto la pressione di Antonina e Vigilio, a loro volta manovrati da Teodora, si oppone al suo rientro a Roma e lo spedisce, in stato di prigionia, nell’isola disabitata di Palmaria, oggi Palmarola, nell’arcipelago pontino. Silverio vi arriva i primi di giugno del 537, trovando ospitalità presso il convento benedettino dedicato a Maria. È sofferente per diversi malanni e il clima umido non favorisce il suo soggiorno, a causa dei quali l’11 novembre muore. Viene sepolto nella stessa isola, nella chiesa benedettina di Santa Maria, luogo sconosciuto a molti; si vuole che la tomba non sia resa pubblica e diventi luogo di pellegrinaggi.
File .pdf pagina XIII – Roma, da “La Repubblica” di domenica, 01 giugno 2014 : 1 giugno 536. L’elezione farsa di Papa Silverio
Claudio Rendina, note biografiche
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