Ambiente e Natura

Lettera aperta sulla geologia delle isole a chi sa e può rispondere

di Vincenzo Ambrosino
Cala Feola. OK

 

Il Convegno di Geologia ha dato risposte a queste domande?

A. All’indomani del tragico incidente di Ventotene in cui due giovani studentesse romane persero la vita (20 aprile 2010), tutto il nostro arcipelago è stato oggetto di un “controllo” che decretò, per quel che riguarda specificatamente Ponza, il 97% del territorio zona rossa.
Quando, le Istituzioni arrivano a decretare che un territorio è per il 97% pericoloso si rendono conto che così si impedisce ad una comunità di vivere e quindi ad una amministrazione  pubblica di governare?

B. Se si dovesse prendere alla lettera quel PAI e applicare le conseguenti contromisure, l’amministrazione Comunale e la Capitaneria dovrebbero emettere tutta una serie di ordinanze di interdizione del periplo dell’isola; in effetti si dovrebbe segnalare con boe galleggianti per impedire gli accosti, sistemare la cartellonistica, chiudere gli accessi al mare, chiudere tutte le case a strapiombo sul mare e così via. Non sarebbe questa la coerente azione del governo del territorio a seguito di quel PAI?

C. I cittadini pensano che le falesie dell’isola sono sempre crollate! Per esempio in questi giorni abbiamo assistito ad un crollo nella zona di Cala Brigantino a Palmarola; a Chiaia di Luna, già negli anni sessanta è stata rivelata una frana di notevoli dimensioni eppure non ha impedito che la gente godesse del litorale dell’isola. Che cosa è cambiato nel corso del tempo, non certo i fenomeni naturali che sono in qualche modo costanti… Forse una eccessiva cultura della sicurezza?

D. A fronte della decretazione suddetta, la Regione Lazio “ha varato nel 2010 un piano per  5 interventi di messa in sicurezza, stanziando la somma di 5,7 milioni di euro e affidandone la gestione al Prefetto Santoro. I cinque interventi previsti riguardano la spiaggia di Frontone (la più frequentata, specie dalle famiglie), Cala Feola, Cala Fonte, il cimitero, Monte Guardia e tunnel romano di Chiaia di Luna”.
Il  Convegno è sembrato toccare quasi tutti i punti salienti dei lavori programmati per Ponza, ad eccezione di Cala Fonte (si parla invece di Cala Felci; cosa significa, Cala Fonte non è più un problema?) Ma non è anche importante capire quali saranno i tempi per vedere queste zone di nuovo sicure e libere?

E. L’ex assessore dell’amministrazione Porzio, Franco Schiano così descriveva l’emergenza PAI:  “I tristi fatti di Ventotene indussero i tecnici dell’Autorità Regionale di Bacino, guidati dall’Ing. Placidi, ad inasprire il nostro PAI, insieme a quello di Ventotene… Invece di chiudere l’isola – come veniva chiesto con forza da tutte le parti, anche istituzionali – decisi di farlo in maniera ragionata, per “salvare la stagione” e nello stesso tempo tutelare l’incolumità delle persone”.
Si arrivò in quella occasione ad effettuare delle operazioni di messa in sicurezza (in realtà si trattava di mitigazione del rischio attraverso un’ispezione delle pareti e relativo disgaggio di materiale in precario equilibrio. Operazione poi ripetuta nel 2011) che consentirono l’apertura di Frontone, Cala Fonte, Cala dell’Acqua, Cala Feola-piscine, mentre vennero definitivamente chiuse Cala Felci e Lucia Rosa (ritenute troppo pericolose dai tecnici)” .
A tutto questo seguirono transennamenti, cartelli, boe e vigilanza costante con i gommoni. Contestualmente fu dato incarico ad un geologo per monitorare le prescrizioni del PAI e cercare di confutarle ove possibile…”.
E allora, perché non si è operato per esempio per la zona del cimitero e per altre emergenze con azioni di estrema urgenza come descritto?

F. Altro punto dolente la spiaggia di Chiaia di Luna. Anche lì la Regione ha speso milioni di euro per cercare di mitigare il rischioL; purtroppo però sono anni che è chiusa. I ponzesi ritengono assurdo spendere denari pubblici e poi non vedere realizzato lo scopo di quella spesa. Non è assurdo che Chiaia di Luna resti chiusa?

G. In questo convegno si è parlato della “Regimazione idraulica dell’area del tunnel romano di Chiaia di Luna”. Infatti tempo fa da fonti autorevoli è stato detto che al momento il rischio maggiore viene proprio dalle acque che all’improvviso potrebbero allagare il tunnel trasformandolo in una trappola; potrebbe quindi essere questo e non la parte della falesia protetta dalle reti, il vero impedimento alla sua riapertura? Questi lavori potrebbero essere propedeutici alla riapertura della spiaggia, che è il punto cruciale per tutti: amministrazione, ponzesi e turisti?

H. Per salvare Chiaia di Luna si è parlato di ripascimento della spiaggia e di una scogliera semi sommersa a protezione del ripascimento; è in qualche modo all’ordine del giorno una tale soluzione per Chiaia di Luna?

I. Sono partiti i lavori di Frontone, ma i ponzesi hanno dei dubbi: l’apposizione di una rete è stata una soluzione già sperimentata a Chiaia di Luna, e dopo anni di aspettative turistiche e di denaro pubblico speso, la spiaggia resta chiusa. Che cosa oggi ci dà la certezza che Frontone sarà veramente sicura e libera ai turisti nei prossimi anni?

L. Oltre all’azione di monitoraggio e a quelle di consolidamento e  protezione sulle falesie, c’è anche un progetto più generale per le isole che riguardi il riassetto territoriale, con il recupero dell’agricoltura e quindi del presidio idraulico per eccellenza – le “parracine” -, l’irreggimentazione delle acque piovane per combattere il dissesto idrogeologico?

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