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Favole da Santa Maria

di Marcella Sansoni
A volte ritornano.. [1]

 

– C’è chi dice che rimangano sempre là…
– Là… dove ?
– Dove c’è qualcosa che li interessa… dove c’è qualcuno o qualcosa che hanno amato…
– Ma come si fa a saperlo?
– C’è chi dice di poterli vedere… sempre… forse ogni tanto… quelli che conosceva, a volte altri…
– Come si fa a credere una cosa del genere?
– I racconti sono pieni di particolari e poi, ogni tanto, bisogna accettare di volare prima di aver scoperto di avere le ali..
– Raccontami..

– C’è la storia di una donna che vide la figlia così com’era vestita e calzata quel giorno… con il grembiule, i fiori fra le mani, vicina al sasso… l’ha sempre vista, diceva lei… proprio nello stesso modo, solo che ogni tanto le sorrideva, soprattutto quando la madre le portava i dolci…
– Una pazza!
– È possibile, ma il fatto è che da quando ha cominciato a vederla è stata molto più felice. All’inizio non ne parlò con nessuno… l’avrebbero tormentata di sfottò; poi c’è stata la guerra e a nessuno interessava quella donna sempre in giro intorno al monte della Guardia ma, quando è diventata vecchia ha detto di essere libera anche di fare la pazza… e dire tutto quello che aveva in cuore
– Senti, a te posso dirlo: mia zia dice di averla incontrata quella madre…
– E come? …se sono passati non so quanti anni..
– Raccoglieva il mirto, o almeno le è sembrato raccogliesse il mirto
– E tua zia…
– Beh, lei lo raccoglieva davvero, ancora quest’anno, d’inverno, ai Conti… dice che quella donna, facendosi vedere e non vedere, l’ha anche aiutata…

Leggende del mare [2]

– …E la storia del pescatore che arriva con il vento di libeccio, la conosci?   – Sì che  la conosco. C’è chi dice che il libeccio, dopo averlo portato a fondo sotto al Faro, ora gli permetta di cavalcarlo…
– Ma quella è  solo una favola.
– Beh, c’è chi dice sia successo davvero e neanche troppi anni fa. Mammà era bambina… io non c’ero. A lei la raccontò la nonna che non l’aveva conosciuto proprio ma ne aveva sentito parlare da qualcuno che però gli era parente… e quindi è certo, la nonna bugie non ne diceva
– Legàmi… parente del pescatore che arrivava a cavallo del vento? …Sì , ho capito era lo zio della sorella di ‘baffo’…
– ‘Baffo’ ch’è andato a New York e ha fatto i soldi?
– Sì… prop’isso…
– Chill’ nisciuno ’u vede?
– Potranno vederlo soprattutto a New York… però la pronipote Anna dice che lo sogna, ogni tanto, con i baffi. Dice che forse lo sogna perché suo figlio piccolo è tale e quale.
– Ah! …mi fai pensare a mio figlio, pure lui forse vuole  partire, dice che qua non ci sta più lavoro..
– Per l’America?
– No, per la Sardegna, teniamo cugini pure là… e hanno due negozi..
– E loro? Pure loro… ‘vedono’?
– Non lo so non ne parliamo, però loro dicono che la nostra isola è troppo piccola, che siamo tutti una cosa e per questo proprio nessuno vuole lasciarla. Anche quelli che sono lontani ogni tanto fantasticano di camminare su per i sentieri o vedono certo mare pieno di colori, alcuni a forza di sognare si perdono e non li trovano più… puff! …spariscono e forse in qualche modo sono anche loro qui, da qualche parte… magari rassomigliano a un pesce o si confondono fra gli uccelli migratori che ogni tanto si fermano per riposare… come quello lassù, lo vedi? …È quello, con il collo lungo e le ali che non finiscono mai, vola qui da un po’ e non si decide a raggiungere lo stormo… c’è chi dice che anche lui  sia uno di noi che ha deciso di rimanere qua

– Ma che dici, il silenzio della notte ti  ha scimunito, qua non ci passano quegli uccelli che dici tu…
– Passano, passano  e poi se non passano… balle ’cattu e balle vendo..! – dicono a Genova… sono favole
– Pure a Genova tieni parenti?
– Non lo so, ma se fosse? …qua alla fine li incontrerei.

Gabbiani [3]