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Il confino di Sandro Pertini a Ponza, nel ricordo di Luisa Mazzella
Senza entrare nel merito del significato politico del termine “confino”, vorrei raccontare alcuni episodi inediti e simpatici sul “soggiorno forzato” del compianto e amatissimo presidente Sandro Pertini sulla nostra isola. Egli abitò per un periodo presso la famiglia di mia nonna e occupò una stanza che è parte dell’odierno Piccolo Hotel Luisa. Mia madre Luisa è una fonte inesauribile di aneddoti e racconti – ha una memoria di ferro! – . Tra le sue storie c’è quella di Bricket, che nel dialetto ligure significa accendino (chiara l’influenza della vicina Francia) che mia madre aveva trasformato in ‘Brighetto’, il gatto di casa. Lei rivendicava il possesso assoluto del gattino ma Brighetto, furbo, andava a mangiare da Pertini e mia mamma lo accusava di essersene impossessato. Indagando un po’ sul passato mi ha anche detto che Pertini era di famiglia agiata e un gran signore: molto spesso gli arrivavano dei pacchi postali pieni di ogni ben di Dio, cibo che lui divideva un po’ con tutti. A mia mamma, allora ragazzina, dava delle caramelle, vere leccornie per l’epoca. La casa dove alloggiava Pertini era la classica casa a cupola con un terrazzo che ospitava un bagno di lato. Il terrazzo dava sulla vallata di Chiaia di Luna, meglio ancora sulla strada Chiaia di Luna (che è quella che parte da Sant’Antonio e si incrocia con la Via Panoramica all’altezza della spiaggia). Sotto la casa si trovava il classico arco a sorreggere il terrazzo e sotto l’arco stavano sempre appesi grappoli di pomodori e trecce di aglio e cipolle, come era in uso tra i contadini, all’epoca. Per far valere la loro autorità, i militi entravano in casa per ispezioni di controllo più volte al giorno e anche di notte. Pertini in quel periodo iniziò una piccola (o grande) storia d’amore con la cugina di mia madre, Giuseppina Mazzella. In cambio di qualche caramella mia madre faceva da sentinella ed era pronta a dare l’allarme in caso di controllo… Di questa storia si è già parlato diffusamente ma è interessante sottolineare che quando i due giovani si lasciarono per il trasferimento di Pertini, si scambiarono la promessa di rivedersi alla fine della guerra e coronare il loro sogno d’amore. Molto tempo dopo – Giuseppina era nel frattempo emigrata in America e aveva messo su famiglia – ormai anziana arrivò in Italia con il figlio Andrew che aveva contattato il Presidente a nome della madre. Poco dopo il loro incontro ed in preda all’emozione Giuseppina – che si era sposata molto tardi negli anni – chiese a Sandro: – Io ti ho aspettato per tanto tempo, perché non sei più venuto ? Da una conversazione con Silverio Lamonica – allora vice-sindaco – ho appreso di quella volta che si era recato a Roma ed era stato ricevuto (insieme ad altri membri dell’amministrazione di allora) al Quirinale (leggi qui).
No che non aveva dimenticato, anche se non era mai tornato.
Immagine di copertina: il presidente Pertini con il sindaco di Ponza Don Mario Vitiello all’udienza del 1976 Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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