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Il mare della vita e Vincent (2)

di Teresa Denurra

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Per l’articolo precedente, leggi qui [1]

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Leggermente diversa, ma altrettanto bella la versione di Vecchioni del brano di McLean (testo di Roberto Vecchioni e Enrico Nascimbeni), dall’album Canzoni e cicogne (2000).

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Guarda e ascolta su YouTube:

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Guarderò le stelle

Com’erano la notte ad Arles,

VanGogh. Nuit ètoilée.1889.OK [3]

Notte stellata (1889) – The Museum of Modern Art – New York


Appese sopra il tuo boulevard;

Io sono dentro agli occhi tuoi,

Víncent.

Sognerò i tuoi fiori,

Narcisi sparpagliati al vento,

Il giallo immenso e lo scontento

Negli occhi che non ridono,

Negli occhi tuoi,

Vincent.

Van_Gogh_autoritratto_con_cappello_di_feltro_grigio [4]
Autoritratto con cappello di feltro (1887) – Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam 


Dolce amico mio,

Fragile compagno mio,

Al lume spento della tua pazzia

Te ne sei andato via,

Piegando il collo

Come il gambo un fiore:

Scommetto un girasole.

Sparpagliato grano,

Pulviscolo spezzato a luce

E bocche aperte senza voce

Nei vecchi dallo sguardo che non c’è

Poi le nostre sedie 

 

Van Gogh. Sedie [5]

La sedia di van Gogh ad Arles (1888); Tate Gallery. A fianco: La sedia di Gauguin ad Arles (1888) Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam


Le nostre sedie così vuote

Così “persone”,

Così abbandonate

E il tuo tabacco sparso qua e là.


Dolce amico,

Fragile compagno mio

Che hai tentato sotto le tue dita

Di fermarla, la vita:

Come una donna amata alla follia

La vita andava via:

E più la rincorrevi

E più la dipingevi

a colpi rossi per tenerla stretta

Gialli come dire “Aspetta!”,

Campo di grano con corvi [6]
Campo di grano con volo di corvi  (Auvers-sur-Oise: luglio 1890, poco prima di morire); Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam

 

Fino a che i colori

Non bastaron più…

E avrei voluto dirti, Vincent,

Questo mondo non si meritava

Un uomo bello come te!


Guarderò le stelle,

La tua, la mia metà del mondo

Che sono le due scelte in fondo:

O andare via o rimanere via.

Dolce amico mio,

Fragile compagno mio,

Io, in questo mare,

Non mi perdo mai;

Ma in ogni mare sai

“tous le bateaux

Vont à l’hasard pour rien”.

Addio, da Paul Gauguin. 

 

“Per agire nel mondo, occorre morire a se stessi. L’uomo non sta sulla terra solo per essere felice, neppure per essere semplicemente onesto. Vi si trova per realizzare grandi cose per la società, per raggiungere la nobiltà d’animo e andare oltre la volgarità in cui si trascina l’esistenza di quasi tutti gli individui” .

(Vincent van Gogh)

 

[Il mare della vita e Vincent (2) – Fine]