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Il mare della vita e Vincent (2)di Teresa Denurra . Per l’articolo precedente, leggi qui . Leggermente diversa, ma altrettanto bella la versione di Vecchioni del brano di McLean (testo di Roberto Vecchioni e Enrico Nascimbeni), dall’album Canzoni e cicogne (2000). . Guarda e ascolta su YouTube: . Guarderò le stelle Com’erano la notte ad Arles, Notte stellata (1889) – The Museum of Modern Art – New York
Io sono dentro agli occhi tuoi, Víncent. Sognerò i tuoi fiori, Narcisi sparpagliati al vento, Il giallo immenso e lo scontento Negli occhi che non ridono, Negli occhi tuoi, Vincent.
Fragile compagno mio, Al lume spento della tua pazzia Te ne sei andato via, Piegando il collo Come il gambo un fiore: Scommetto un girasole. Sparpagliato grano, Pulviscolo spezzato a luce E bocche aperte senza voce Nei vecchi dallo sguardo che non c’è Poi le nostre sedie
La sedia di van Gogh ad Arles (1888); Tate Gallery. A fianco: La sedia di Gauguin ad Arles (1888) Rijksmuseum Vincent van Gogh Amsterdam
Così “persone”, Così abbandonate E il tuo tabacco sparso qua e là.
Fragile compagno mio Che hai tentato sotto le tue dita Di fermarla, la vita: Come una donna amata alla follia La vita andava via: E più la rincorrevi E più la dipingevi a colpi rossi per tenerla stretta Gialli come dire “Aspetta!”,
Fino a che i colori Non bastaron più… E avrei voluto dirti, Vincent, Questo mondo non si meritava Un uomo bello come te!
La tua, la mia metà del mondo Che sono le due scelte in fondo: O andare via o rimanere via. Dolce amico mio, Fragile compagno mio, Io, in questo mare, Non mi perdo mai; Ma in ogni mare sai “tous le bateaux Vont à l’hasard pour rien”. Addio, da Paul Gauguin.
“Per agire nel mondo, occorre morire a se stessi. L’uomo non sta sulla terra solo per essere felice, neppure per essere semplicemente onesto. Vi si trova per realizzare grandi cose per la società, per raggiungere la nobiltà d’animo e andare oltre la volgarità in cui si trascina l’esistenza di quasi tutti gli individui” . (Vincent van Gogh)
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