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La festa del 1° maggio

a cura della Redazione
Primo maggio [1]

 

La festa del 1° maggio è una delle poche ricorrenze che non ha barriere geografiche.
Il lavoro è un bene preziosissimo perché  assicura  dignità e  libertà.

Ha scritto Franklin Roosevelt che la vera  libertà individuale non può esistere senza sicurezza economica ed indipendenza. La gente affamata e senza lavoro è la pasta di cui sono fatte le dittature.

Oggi,  come purtroppo sta accadendo da diversi anni, non sarà per tutti un giorno di festa. Non lo sarà per i precari, per i disoccupati, per i cassintegrati, per coloro che hanno perso il lavoro e che stanno lottando per riconquistarlo ed ancora per coloro che lo stanno perdendo come gli operai della Lucchini, le acciaierie  di Piombino.

Conosciamo i paurosi dati della precarietà e della disoccupazione, soprattutto quella giovanile.

A tutti i lavoratori vanno i nostri auguri di un felice 1° maggio ma è  soprattutto  all’enorme platea di emarginati ed esclusi dal mondo del lavoro che auguriamo  di continuare a lottare per l’affermazione dei propri diritti, per migliorare la propria condizione sociale e trovare nell’unione delle idee la forza di andare avanti.

Quanto mai attuale appare, oggi, il discorso pronunciato alla festa dei lavoratori,  nel lontano 1° maggio 1955,  da Giovanni Di Vittorio, padre del sindacalismo italiano:

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