- Ponza Racconta - https://www.ponzaracconta.it -

Considerazioni di un impolitico

di Francesco  De Luca
Rete [1]

.

Per impolitico intendo: contrario ad una saggia politica (definizione del dizionario ) con in più una tendenza a divergere dai principi che regolano la politica in auge .
Vado al sodo: la comunità ponzese, nell’ultima chiamata elettorale, ha perso l’occasione di intraprendere una strada “straordinaria” di vita amministrativa.
La società ponzese non è stata capace di carpire l’occasione di abbandonare le vecchie logiche elettorali.

Quali sono le vecchie logiche?
Quelle conosciutissime e praticate ad ogni occasione. Si candida l’amico, il parente dell’amico, l’amico del parente, il vicino dello stesso rione ma, soprattutto, viene candidato quello da cui si potrà ottenere qualcosa. Non il dovuto, il di più.
Il che sembra  un vizietto da poco e invece ha lordato la politica amministrativa della nostra isola da sempre (mi si passi l’espressione).
Lo ha fatto dolcemente, pazientemente, continuamente. Rodendo il nucleo del principio fondante di ogni rappresentanza politica: l’espressa volontà di servizio del candidato (non l’ambizione, non le comunelle, non gli affari, non i traffici ).

Ora, non nascondiamoci dietro paraventi fittizi: quando imperavano i partiti, i giochi disdicevoli erano consumati all’interno di essi; e quando i partiti sono stati spazzati via perché non  si tolleravano più le loro mangerie, i giochi disdicevoli si sono consumati all’interno del gruppo dirigente (le giunte ) .
Ogni amministrazione ha replicato le magagne di quella precedente e le ha sottilmente migliorate. Ognuna figlia dell’altra (nonostante la diversità di facciata , di simbolo e di capolista)!

Finché la Magistratura, lei e non il popolo di Ponza, ha posto fine alla manfrina.
Di tutto questo non si è fatto tesoro nell’ultima chiamata elettorale del 2012 e non se n’è tratto giudizio di scelta.

Questa la conclusione di un impolitico !

I Ponzesi hanno perso quell’occasione per sempre. Per sempre, e perché?

Perché oggi, e ancor più fra due anni, i principi di giudizio per la scelta elettorale saranno di nuovo: il rancore (per la mancata autorizzazione), il mancato guadagno (per il pagamento delle tasse), l’insoddisfazione (perché non vi sono vie traverse da seguire) e così via.

L’antico tornerà ad imperare. Anzi già ora si ragiona con le idee del passato.
L’espressa volontà di servizio non vale, è qualcosa di cui si può fare a meno. Perché?
Perché  in fondo con l’amico qualcosa si otteneva, con il parente dell’amico qualcosa si riusciva a racimolare e così via.

Sono ragionamenti che già si fanno, che già si vanno intessendo. Fra chi ?
Sempre gli stessi, sempre loro, sempre quelli per i quali la volontà di servizio è un’appendice data per scontata (pertiene alle qualità personali e non a quelle pubbliche per cui, di conseguenza, ad essa non spetta nessuna responsabilità).

A questa conclusione porta l’analisi di un impolitico.

Non c’è, in nessuna opinione espressa (in questo Sito), l’assunzione di una corresponsabilità con quanto ha avvilito pesantemente la nostra vita politica e la sta ancora perpetrando, con danno evidente per tutti.
In questo modo si palesa chiaramente la propria estraneità a quanto si è consumato sotto i nostri occhi.

Perché, che cosa è avvenuto di tanto eclatante?
E’ avvenuto che la popolazione ha avuto più fiducia in uno sconosciuto, piuttosto che in un ponzese !
Il perché nessuno lo ha esplicitato, anche se chiunque lo sa.
Anche l’impolitico.