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Intervista al Presidente dell’Associazione “Nuovo Teatro Ponzese”

di Vincenzo Ambrosino
Fare Teatro [1]

 .

Intervista al Presidente dell’Associazione  “Nuovo Teatro Ponzese” Silverio Scotti (detto Cocò)

D.  Quando e come è nata la vostra associazione?

R.  La nostra associazione é nata nel 1984 come Cooperativa Nuovo Teatro Ponzese. I membri fondatori erano ragazzi giovanissimi che non superavano i 22 anni di età, tutti già con esperienze teatrali pregresse svolte sin dagli anni delle scuole medie. Personalmente entrai a far parte del gruppo nel 1986 per la messa in scena della commedia di Samy Fayad “Il Papocchio”.
Nel 1996 la Cooperativa si sciolse, alcuni suoi membri ne uscirono, altri ne entrarono a farne parte e divenne Associazione culturale Nuovo Teatro Ponzese.


D. Con quali intenti è nata e rinata la vostra associazione?
R. Prima di tutto per far sì che l’attività teatrale a Ponza perdurasse nel tempo: essa  è stata il perno intorno al quale la nostra Associazione ha avuto ragione di esistere.

È doveroso dire che il Nuovo Teatro Ponzese è nato fondamentalmente dal bisogno e dalla voglia di tanti ragazzi di stare insieme, di condividere un’esperienza forte e costruttiva come quella di impegnarsi per la messa in scena di uno spettacolo.
Il Teatro ha segnato la nostra vita dall’adolescenza ad oggi, insegnandoci ad affrontare testi, interpretarli, ma anche a superare conflitti più o meno grandi, a guardare il bicchiere mezzo pieno in una realtà ostile come può essere l’isola nei riguardi di tutto ciò che non è strettamente necessario e che quindi, nel comune sentire, può anche non esistere. Detto questo, si è sempre cercato di essere socialmente attivi.


D. Per sommi capi quali sono state le vostre attività in questi anni?

R.  Oltre all’impegno strettamente teatrale, l’Associazione ha aderito alle campagne dell’ANLAIDS che da anni si impegna per sostenere la ricerca contro l’AIDS. Per  circa sei anni il Nuovo Teatro ha collaborato nelle varie attività di beneficenza organizzate dall’ANLAIDS per la raccolta fondi, oltre ad organizzare serate di intrattenimento volte a sensibilizzare e a raccogliere fondi.
Inoltre si sono organizzate mostre fotografiche, giornate ecologiche e attività di supporto ai comitati dei festeggiamenti presenti a Ponza. Per alcuni anni, in seguito alla cessione del palazzo denominato ‘ex infermeria’ dal Comune di Ponza alla Finanza, l’Associazione ha avuto un periodo di inattività in quanto quei locali costituivano il punto di appoggio nonché di incontro per la nostra associazione (e di molte altre), dove si poteva facilmente organizzare la messa in scena di spettacoli, la preparazione di scenografie, le prove e quant’altro.
Venuto a mancare questo punto di riferimento, l’Associazione ha avuto difficoltà a trovare un luogo dove sistemare il proprio materiale che, sparso in varie sedi, è andato perduto o si è deteriorato. Si aggiunga a tutto ciò il dover far fronte ai problemi di lavoro o di famiglia che, superati gli anni dell’adolescenza, ibnevitabilmente si hanno; quindi, con grande rammarico, la nostra attività ha subito un lungo periodo di stasi.


D.  Voi avete saputo per esempio, che nelle scuole di Ponza sono state accettate, negli anni, compagnie teatrali esterne che proponevano e realizzavano in poche ore adattamenti teatrali, ovviamente l’operazione era a pagamento? Che ne pensate di questo?

R.  Sicuramente che i bambini possano conoscere il teatro attraverso la scuola è un fatto molto positivo. Le compagnie teatrali che lavorano con le scuole sono formate pedagogicamente per poterlo fare: proporre un tipo di teatro adatto ai bambini, specie ai più piccoli, non è cosa che possano fare tutte le compagnie teatrali, bensì quelle che per formazione  trattano testi che siano adatti, comprensibili ed educativi per un pubblico così delicato come quello dell’infanzia.
Per quanto concerne la questione economica, le compagnie teatrali itineranti che si esibiscono per i bambini sono tutte a pagamento: a Ponza il fatto anomalo è che non trovano un teatro dove allestire i loro spettacoli, per cui sono costretti a farlo nei locali scolastici dove, per legge, non dovrebbero svolgersi attività a scopo di lucro. Ma se non lo facessero presso i plessi, non potrebbero farlo da nessuna altra parte e i bambini perderebbero così questa bella opportunità.
La nostra Associazione ha intenzione di organizzare alcune attività che coinvolgono i bambini, non solo  a livello teatrale. Ne stiamo discutendo proprio in questi giorni.

D.  So che questa Amministrazione ha messo a vostra disposizione  un locale per depositare i materiali di scena ma anche per preparare i vostri lavori, ma cosa chiedete dal punto di vista strutturale all’Amministrazione affinché il vostro lavoro diventi realmente efficace per raggiungere gli scopi prefissati?

R.  Il sogno di tutti noi che da anni ci dedichiamo al teatro, è ovviamente quello di poter avere un piccolo teatro, appunto, un luogo idoneo a svolgere questa e altre attività inerenti la cultura e la socialità che a Ponza sarebbero necessarie se non indispensabili.
La cultura, adesso più che mai, può diventare il motore per una rinascita sociale dell’isola che patisce proprio la mancanza di lungimiranza, sia delle istituzioni che della stessa popolazione, le quali non hanno saputo capire quanto la mancanza di spessore culturale abbia influito sull’attuale situazione di crisi che Ponza attraversa.

Sappiamo che da anni il Comune si trova in difficoltà economiche e che il progetto per la realizzazione di una sorta di struttura polivalente è andato perduto a causa, se non sbaglio, di inadempienze burocratiche.
Ci auguriamo che, in un futuro non troppo lontano, il nostro Comune possa avere la possibilità di realizzare quanto finora non si è concretizzato.


D.  Ci sono delle strutture Comunali da gestire e da riempire di contenuti: il Museo, la ex scuola media, la nuova costruzione alla chiesa alle Forna, il pallone tensostatico di Cavatella. Che cosa vi sentite di dire agli amministratori per dare a queste strutture la giusta finalità?

R.  Le cose da fare sono innumerevoli, visto che manca quasi tutto.
Sappiamo che i locali denominati ‘Museo’ dovrebbero diventarlo concretamente: Ponza ha una storia millenaria che merita visibilità.
Tempo addietro, quando il Comune fu commissariato, si parlò di un bando per la gestione del Museo, di cui non si è saputo più nulla. Ci auguriamo che al più presto si possa realizzare un vero Museo in cui si possa trovare l’identità vera di Ponza, in tutti i suoi aspetti umani e storici.
Andrebbero utilizzate in maniera migliore le ex celle dei confinati, e sarebbe giusto apporre targhe su cui scrivere i loro nomi, oltre a dare a ciascuna un tema: ogni stanza aprirebbe al visitatore uno spaccato dell’isola che potrebbe essere architettonico, archeologico, umano, artigianale. Il corridoio destinarlo a mostre periodiche o a conferenze.

L’ex Scuola Media sappiamo dovrebbe diventare sede di uffici comunali in quanto quelli attualmente esistenti si trovano in luoghi non accessibili a tutti. In caso la sua destinazione fosse diversa, sarebbe auspicabile che si pensasse a farne un Centro polivalente: vi si potrebbero ospitare attività culturali di tutti i generi nelle varie aule presenti, ovviamente mettendo a punto un progetto per la giusta sistemazione dell’intera struttura, nonché emanare un bando per la gestione e manutenzione.

La nuova costruzione di Le Forna è destinata alla Biblioteca Comunale che non esiste al momento e a un centro ricreativo per gli anziani, almeno così ci è stato riferito.
Ci fa molto piacere che si sia finalmente pensato a realizzare una biblioteca: attualmente, con i supporti multimediali, studiare in biblioteca è davvero una grande opportunità in quanto permette di consultare testi non disponibili nelle case e avvalersi di supporti tecnologici che rendono lo studio più completo. Ci auguriamo davvero che tutto ciò si realizzi affinché anche le Associazioni come la nostra abbiano a disposizione ulteriori mezzi per poter operare su più ampio raggio.

La tensostruttura dovrebbe assolvere al compito originario, cioè permettere le attività sportive di cui la gioventù, soprattutto, ha un grande bisogno.
Di certo andrebbe affidata, tramite gara d’appalto, a chi sia in grado di garantirne la sicurezza e la manutenzione: lo scempio che ne è stato fatto da vandali nostrani, purtroppo, pone l’accento su quanto poca importanza si dia ai beni pubblici a Ponza.
Senza dubbio la sua sistemazione significherebbe permettere a tutti i cittadini di avere a disposizione un  luogo di grande valore.


D.  Il turismo fin qui sviluppato ha prodotto una doppia realtà isolana quella estiva caotica e piena di attività commerciali, quella invernale basata su una vita rassegnata con attività precarie e volontaristiche. Ecco, come associazione teatrale per cui culturale, quale idea avete da proporre per riequilibrare le due realtà isolane?

R.  L’inverno è uguale a letargo solo per coloro che non possono e non vogliono fare altro.
Capisco chi ha concreti problemi per la mancanza di lavoro e vive momenti di grande angoscia, sperando che presto arrivi l’estate per ricominciare da capo.
A queste persone non possiamo dire nulla che non sia retorico e le Associazioni culturali possono offrire loro sostegno morale, possibilità di stare insieme per realizzare le varie attività teatrali che si hanno in mente, ma non possono risolvere le loro reali e gravi problematiche.
Mentre per gli altri, in particolare i giovani, si auspica che in loro maturi un diverso atteggiamento verso la partecipazione alle manifestazioni che si organizzano: spesso sono pigri e restii, oppure prevenuti, mentre si avrebbe molto piacere a che essi si avvicinassero alle Associazioni, le supportassero e con loro intraprendessero un percorso che, di certo, li aiuterebbe nella loro crescita.
Quando si prova a coinvolgerli, in pochissimi si mostrano disponibili, infatti.
Certo, se davvero si riuscisse a sistemare tutte le strutture presenti, rendendole fruibili per le attività culturali e di interesse sociale, di certo le Associazioni presenti sul territorio opererebbero in maniera costante, con maggior coinvolgimento di persone e cose. Se adesso, tra mille difficoltà e senza alcun supporto economico esterno, si riesce comunque a realizzare delle piccole manifestazioni culturali come quelle teatrali ed eventi di intrattenimento, figuriamoci se esistessero strutture e mezzi a disposizione!

 

D.  I Ponzesi sono individualisti, hanno una cultura familistica; i giovani che fanno cultura però non incidono sulla realtà anzi rischiano di essere riassorbiti dalla cultura dominante. Io penso che il messaggio che viene dalle associazioni culturali deve rafforzarsi; tutti gli uomini e le donne che vogliono vivere anche di teatro, di sport, di storia, di ambiente, che amano le tradizioni, che conoscono gli usi e i costumi di questa terra e non vogliono che vadano persi, devono trovare una linea comune per lottare per le cose in cui credono: che pensate di questo e se ci sono quali sono i problemi che impediscono questo progetto?

R.  Sicuramente i problemi nascono in famiglia: sarebbe necessario che, come avveniva fino ad alcuni anni fa, le nuove generazioni venissero educate al sacrificio: non si creda mai che le cose possano realizzarsi con lo “schioccare delle dita”. Purtroppo l’attuale generazione genitoriale ha fallito il proprio ruolo in una percentuale altissima.
Se già a Ponza la cultura dominante è individualista e quindi egoista, negli ultimi decenni è peggiorata perché ha perso il senso dell’umiltà che, prima, era comunque presente.
Il benessere ha il suo rovescio della medaglia: ha creato una non-cultura: quella dell’avere troppo e non desiderare nulla veramente. Ciò ha annichilito le coscienze e, purtroppo, fatto perdere di vista il senso della misura, del limite e delle proprie possibilità. Nessuna palestra attrezzatissima può sostituire la voglia di mettersi in gioco, nessuna biblioteca all’avanguardia può sostituirsi all’amore per la conoscenza, nessun centro polivalente può aggregare chi non vuole incontrare gli altri.
Ciò che noi, ormai quasi tutti dai 30 anni in su, che ci attiviamo solo per passione nostra e per rendere un servizio alla comunità, vorremmo trasmettere, più di ogni altra cosa, è  questo: impariamo a capire che solo con l’impegno , la passione e lo stare insieme si realizzano i sogni. Se poi questi sogni vengono anche sostenuti, allora sarà ancora meglio, ma la realizzazione di essi è solo dentro di noi.


D.  Franco Ambrosino, Giuseppe Feola, Maria Sandolo sono giovani amministratori che vi hanno ringraziato del vostro lavoro e hanno affermato di credere nelle Associazioni Culturali ponzesi: quali azioni politiche vi aspettate che seguano  queste affermazioni? 

R.  Quelle già citate poche domande avanti, cioè che si faccia il possibile per creare  le strutture in cui potersi  impegnare culturalmente.
Sarebbe auspicabile che , periodicamente, il Comune incontrasse le realtà associative dell’isola, non solo per ascoltare ciò che hanno da dire, ma anche per renderle partecipi di progetti e di opportunità che arrivano dallo Stato o dall’Europa, e collaborare insieme.
Sarebbe una bella rivoluzione e creerebbe i presupposti per avere quel rapporto di fiducia e di interscambio con le istituzioni che, in un posto piccolo come Ponza, sarebbe necessario come il pane.

 

***

 

Caro Presidente nel ringraziarti voglio dirti che condivido il vostro impegno e proprio per dare valore a questo impegno ho pensato ad interviste che avessero appunto questo obbiettivo: lanciare un messaggio trasversale tra gli operatori istituzionali e iniziare insieme un dialogo con l’amministrazione comunale affinché si cominci tutti ad operare per il bene comune al cui scopo l’opera delle Associazioni Culturali locali è indispensabile e insostituibile.