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A Ponza pe’ retunn’

di Admeto Verde

rutunni [1]

 

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Ogni tanto dò una sbirciatina su Ponza Racconta, e mi sono molto divertito a leggere di Sang’ ‘i Retunn’. Alcune scenette sono davvero esilaranti, come quella del Sexy Shop.
Tra l’altro è scritto molto bene, con un’ottima traslitterazione del dialetto, che rende la lettura molto semplice (a proposito, il dialetto di Sang’ ‘i retunn’, se è ponzese, sembra molto più simile al procidano-montese che all’ischitano).

Qualche giorno fa, in una pescheria a Forio, ho comprato un paio di chili di retunni. Ce n’erano in quantità enormi e il pescivendolo si lamentava,
– Cca nisciuno s’e ‘ccatta cchiù!
Gli dico:
Pascalo’ (Pascalotto), ma se sul cartellino scrivi ‘zerri’, la gente non li riconosce…
– Se scrivo retunne, viene la capitaneria e mi fa una multa di millecinquecento euro!
Pascalo’, ma la capitaneria non tiene cose più importanti da pensare?
– No, adesso questo è importante per loro, venire a controllare i nomi dei pesci.
A quel punto ho pensato che anche la capitaneria, sfruttando le fissazioni di qualche burocrate, vuole distruggere le nostre tradizioni: che c’è di male a chiamare un pesce col suo nome tradizionale, consolidato da secoli, piuttosto che con un sinonimo imposto e preso da qualche dizionario napoletano-toscano?

Comunque, tornando a casa con le buste di retunni, pensavo a Sang’ ‘i Retunn’ e ridevo da solo, qualcuno in strada deve aver pensato che ero impazzito.
Credo che qualcuno tra i lettori conosca il noto detto foriano simm jut’ a Ponza pe ‘i retunn’ , che vuol dire abbiamo fatto un sforzo inutile, ci siamo sobbarcati una fatica a vuoto. In passato i pescatori foriani, stanchi di calare le reti in acque infestate dai retunni, si spingevano nelle acque di Ponza con la speranza di pescare qualcosa di più pregiato. Quando ritornavano con le reti piene di… retunni, fra il dileggio di chi li aspettava e il fatalismo/rassegnazione di chi rientrava, se ne uscivano con la frase che è diventata tipica, simm’ jut’ a Ponza pe ‘i retunn’!
Chissà se i ponzesi conoscono questo modo di dire, non esattamente lusinghiero per l’isola, ma neanche offensivo.


Nota
Riportiamo anche un’altra versione: “Simm’ jut’ a Ponza pe’ i retunn’ e ce ne simm’ turnate careche d’alici”.
Dal punto di vista organolettico, pare che i rutunni ponzesi siano migliori di quelli ischitani, mentre per le alici vale il contrario.

In entrambe le versioni, si vuole dire che il viaggio non è stato proficuo
La Redazione