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Ponza: isola mitica (1)

di Cosmo Pontecorvo

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L’avvocato Cosmo Pontecorvo, ricercatore e studioso originario di Santi Cosma e Damiano, sta per dare alle stampe la raccolta di itinerari sui Paesi del Golfo di Gaeta, già pubblicati nel 1976 sulla rivista da lui fondata e diretta “Il Golfo”. Del volume che avrà il titolo “Guida storico-turistica da Suio a Terracina” ha voluto gentilmente mandarci alcuni saggi che volentieri pubblichiamo.
Anche se datati, sono ancora oggi godibilissimi, anche perché rappresentano una istantanea di circa quaranta anni fa e sono impreziositi da una puntuale bibliogra
fia.
La Redazione

Ponza [1]

L’isola di Ponza in un acquerello dal vol. IV di Costa da Torre Canneto / al Capo delle Armi, Isole Gaetane e Partenopee / Studi per la compilazione del Portolano / per Torpediniere… comandante / Alfredo Lucifero / Tenente di Vascello, 1893.

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Il Gran Dizionario storico-geografico-statistico delle Città, Borghi, Villaggi, Castelli ecc. della Penisola, edito a Milano nell’Ottocento, afferma che Ponza giace nell’Arcipelago di Napoli, tra i domini di qua dal Faro.

Essa, al tempo, era capoluogo delle Isole Enotridi e contava una popolazione di 1.000 abitanti (1), con una circonferenza di circa 13 miglia ed una largezza non superiore ai 600 passi.

Il suo luogo vulcanico e fertile si crede derivi “da una quantità di pietre pomici che vi si trovano” (2).

La leggenda e la mitologia sostengono che fu l’isola abitata da Circe, la quale, poi, si trasferì all’altra “isola”, cioè al Circeo.
I Fenici ne usarono il porto per i loro peripli sui litorali del quadrante mediterraneo. Fu, indi, soggetta ai Volsci. Ma è certo che anche gli Aurunci, gli Ausoni e gli Osci vi abitarono. I Romani vi relegarono personaggi pericolosi. Ma anche i Greci vi hanno lasciato tracce in una necropoli scoperta di recente sul posto.

Autori come Strabone, Mela, Tolomeo, Capella, Varrone ne hanno parlato diffusamente (3).
Pare ormai certo che i Romani la conquistarono nel 313 a. C.

Il 14 giugno dell’827 i musulmani mossero alla volta della Sicilia (4). Dimenticata l’onta di Poitiers (anno 732), essi, approfittando dei contrasti che si manifestavano in campo longobardo, cominciarono a predare in lungo e in largo nel Mediterraneo.

Sappiamo, intanto, che nell’846 il console di Napoli Sergio, aiutato dalle navi napoletane, da quelle di Gaeta, Sorrento ed Amalfi costrinse gli “alleati” musulmani a sloggiare da Ponza e da Licosa (5).
Ma già l’812 le fuste saracene avevano invaso Lampedusa, Mazara del Vallo, Marsala, Trapani ed altri centri della Sicilia occidentale. In quello stesso anno, spintisi verso il nord, essi erano giunti a Ponza, ove avevano ucciso numerosi frati che colà abitavano. Anche Ischia per l’occasione subì l’invasione dei predoni.

Le scorrerie saracene a Ponza dovettero essere numerose se se ne contano anche gli anni 876, 907, 939 (6).

Il Codex Diplomaticus Cajetanus, trattando dell’isola di Zannone, ci parla, nell’anno 876 (7), per la prima volta di Pontia. Nel 975 l’ipato Giovanni III concesse l’isola di Zannone al Monastero di S. Michelangelo. Successivamente si trova della cessione, fatta a favore di Campolo, figlio di Docibile, ad opera dei Giovanni e Leone, relativamente all’isola di Ventotene e di Santo Stefano, che sono, appunto, le “isole ponziane”.

Nel periodo romano fu scelta come luogo per detenervi i familiari, con cui erano in disaccordo, dagli imperatori Tiberio, Caligola, Claudio, Domiziano. Aureliano vi fece martirizzare i santi Nereo ed Achilleo.
Altri martiri cristiani furono Sant’Anastasia, S. Montano, Domitilla, S. Silverio, protettore dell’isola di cui si narra sia morto nell’isola di Palmarola, ove sarebbe stato relegato, benché fosse papa (IV secolo).

Nell’anno 503 si tenne nell’isola un Concilio per discutere dell’eresia di papa Simmaco, che fu assolto dai “padri” intervenuti (8).

Dopo la sconfitta dei saraceni, avvenuta al Garigliano, finirono le ore trepidanti per Ponza, che diventò sede prescelta per le ascetiche meditazioni dei monaci, abitanti nei cenobi di Ponza, Zannone e Palmarola.

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Bibliografia (relativa alla prima parte)

1    Gran Dizionario Storico-Statistico delle Città, Borghi, Villaggi, Castelli, ecc. della Penisola, edito a Milano, 1854, vol. II, pag. 210.

2    Idem, loc., s. d.

3    G. Tricoli, Monografia per le isole del Gruppo Ponziano, Napoli, 1855, riedizione a cura della Nuova Ausonia, Scauri 1976, pag. 57 e segg. Al riguardo cfr. Giuseppe e Silverio Mazzella, Ponza Magica, Guida turistica, Scauri 1975, passim. Cfr. altresì: Buncher e Rittman, Luigi Iacono, Osvaldo Baldacci, Le isole Ponziane, Roma, 1954; F.M. Apolloni Ghetti, L’arcipelago Pontino nella storia del medio Tirreno, oltre alla Guida turistica di Luigi M. Dies, 1952, nonché infine la nutritissima bibliografia premessa al volume di Tricoli. Degni di menzione altresì sono anche gli altri lavori. Giulio Vitiello, Ponza brevis insula… brevis historia, Cagliari, 1974, passim e la sua bibliografia, nonché ancora Luigi Sandolo, Ponza nel suo passato trimillenario, Milano, 1970, pas.

4    I.S.I., Milano, 1972, pas.

5    Rinaldo Panetta, I Saraceni in Italia, Milano 1973- Cfr altresì, la bibliografia a pi+ di pagina; Raffaele Tucciarone, I Saraceni nel Ducato di Gaeta, Gaeta, 1971, passim, lavoro molto interessante, ricco di attenta bibliografia.

6    G. Tricoli, o.s.c., pag. 129.

7    Codex Diplomaticus Cajetanus, Editio anastatica, Cassino, 1969, I, p.128, 30.

8    P. G. Sottoriva, Centri antichi e nuovi della Provincia di Latina, Latina, 1969, p. 228.

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