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La Memoria. Cose che vogliamo salvare dal fuoco. (4). L’olfattodi Sandro Russo . Colui che domina gli odori . Forse nessun altro senso come l’olfatto smuove associazioni e ricordi. Chiunque può ricordare di essere stato, qualche volta, attirato da un ‘filo’ di profumo – all’aperto o altrove – e riportato irresistibilmente all’indietro, in un altro spazio-tempo, con caratteristiche di assoluta focalizzazione su un momento e/o su un’emozione vissuta; senza potersene staccare finché dura la ‘visione’ e di cui a lungo permane il turbamento. L’arrivo a Ponza. Per ognuno è diverso e volendo, ciascuno di noi potrebbe tirar fuori dalla sua memoria le proprie sensazioni, assolutamente uniche. Dal profumo delle ginestre in grado di superare perfino quello del fumo della nave; all’odore di umido di lenzuola materassi e coperte, la prima notte sull’isola. O il profumo della passata di pomodoro che si andava restringendo al sole, sul terrazzo della vecchia casa dei miei nonni. “Un arrivo a Ponza” su base puramente olfattiva non è ancor comparso su queste pagine… Si entra in un giardino, e si è sopraffatti da una quantità di sensazioni; soprattutto visive. E’ la novità che attrae, a colpo d’occhio: forme e colori. Poi ci vorrà altro tempo per soffermarsi sui particolari, le associazioni, i tempi e i modi della vegetazione, delle fioriture. Lilium candidum (Fam. Liliaceae) A Ponza se ne conoscono due varianti, con una diversa sfumatura di profumo: il giglio di S. Antonio e quello della Comunione Il profumo della santità. Il puzzo dell’inferno. Tra questi due estremi si dipana l’infinita gamma degli odori di un giardino e l’ostinazione a voler interpretare la natura secondo criteri antropomorfi; laddove l’odore – celestiale o mefitico – serve ad attirare i rispettivi insetti impollinatori: api, farfalle o falene in un caso, mosche nell’altro. Sfrondato il campo dalle interpretazioni personali come anche dalle implicazioni metafisiche, rimane il grande mistero rappresentato dagli odori, che nel regno vegetale, in un giardino, trovano la loro massima espressione. A sin. Phallus impudicus (che non è l’ Amanita Phalloides); Basidiomiceti, fam. Fallaceae: fungo dal cappello olivastro (che tende poi a liquefarsi), di odore putrefattivo. A dx: Mutinus caninus (stessa Famiglia): di odore nauseabondo, penetrante, sulfureo Patrick Suskind, ne ‘Il Profumo’ ha creato una cosmogonia degli odori: “…Tentò di ricordare qualcosa che gli si potesse paragonare, e dovette scartare tutti i paragoni. Quell’odore aveva in sé una freschezza, ma non la freschezza dei limoncelli o delle arance amare, non la freschezza della mirra o della scorza di cannella o della menta verde o delle betulle o della canfora o degli aghi di pino, non quella della pioggia di maggio o del vento gelido o dell’acqua di fonte… e nello stesso tempo aveva un calore: ma non come il bergamotto o il cipresso o il muschio, non come il gelsomino o il narciso, non come il legno di rosa e non come l’iris… Quell’odore era un miscuglio di fugace e d’intenso, no, non un miscuglio, un tutto unico, e inoltre era debole e lieve e tuttavia forte e deciso, come una pezza di sottile seta cangiante… ma no, neppure come seta, ma come un latte dolcissimo in cui il biscotto si scioglie… cose che con tutta la buona volontà possibile non andavano d’accordo. Latte e seta! Indescrivibile, quell’odore, indescrivibile, impossibile classificarlo in qualche modo, in realtà non poteva esistere. E tuttavia era là, nella sua splendida naturalezza. Grenouille lo seguì…” [Da: ‘Il Profumo]. Patrick Süskind: ‘Il Profumo’ – 1985; Longanesi & C. Ed. “…Il suo naso raffinato sbrogliava quel groviglio di esalazioni e di fetori in singoli fili di odori fondamentali che non si potevano scomporre ulteriormente. Per lui era un indicibile divertimento dipanare questi fili e avvolgerli sul fuso”. Sarebbe interessante risalire all’etimologia dell’antica parola dialettale per indicare l’odorato: “uòseme”, strettamente imparentata con la radice greca osmé, da cui anche i termini italiani ‘anosmico’ (assenza di percezione degli odori) e ‘iperosmico’, il suo contrario, e altri derivati. – Ha sentùte all’uoseme – si dice della comparsa di una persona attirata per vie sconosciute da un odore; e infatti molti raccontano di arrivare a sentire quasi la presenza di una persona cara scomparsa, dall’occasionale percezione di un odore che era ad essa associato.
Per essere un senso filogeneticamente importante nel percorso evolutivo – gli animali ne sono forniti e lo utilizzano in modo quasi inversamente proporzionale alla loro posizione nella scala evolutiva – le sue aree di integrazione centrali sono localizzate nelle zone più antiche del cervello (paleo– cervello); proprio i suoi diffusi collegamenti con la corteccia cerebrale di sviluppo più antico, fanno pensare che il senso dell’olfatto sia stato uno dei primi ad essersi sviluppato negli esseri viventi. Sulla presenza e identificazione di queste sostanze molto si è scritto e discusso, ma la loro reale rilevanza nella specie umana è tuttora dubbia. Non così negli animali, in cui hanno un ruolo fondamentale in funzioni fondamentali quali la localizzazione dei partner, dei compagni e dei predatori. Ma indipendentemente dai feromoni, rimanendo agli odori noti e percepiti, è abbastanza recente l’attenzione per essi nelle tecniche di marketing, come in un articolo di Repubblica (che a sua volta cita il Times) di qualche giorno fa [leggi l’allegato .pdf alla fine dell’articolo]. Martin Lindstrom – Neuromarketing. Attività cerebrale e comportamenti d’acquisto (Buyology. Truth and lies about why we buy). Milano; 2009. Ed. Apogeo srl La vita senza odori è forse meno dura di quella associata alla mancanza di un altro dei cinque sensi; certo ha una profondità diversa. Tra l’altro gli stessi sapori sono alterati, in mancanza dell’odorato. L’olfatto è particolare, perché non è un senso della distanza, come la vista e l’udito; non è un senso di contatto, come il gusto e il tatto, ma ha una posizione distinta e intermedia tra gli altri. E’ evanescente e sfuggevole come nessun altro; presenta enormi difficoltà di catalogazione, riproduzione e trasmissione. Alcune persone riferiscono di esserne dotate in modo eccezionale e di farne un uso raffinato. Per altri è meno rilevante: spesso l’occorrenza di riniti e adenoiditi in età infantile determina una malfunzione dell’olfatto in età adulta. Eppure – mistero dei sensi e della natura – molti dichiarano di riacquistare come per miracolo la sensibilità agli odori quando sono innamorati! . Nel file pdf, l’impiego degli odori nel marketing (da “La Repubblica” del 10 marzo 2014): Quel profumo di vaniglia che spinge a fare shopping . [La Memoria. Cose che vogliamo salvare dal fuoco. (4). L’olfatto – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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