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Tentativo di approccio in chiave europea al problema dello spopolamento di Ponzadi Vincenzo (Enzo) Di Fazio . La peculiarità degli svantaggi concreti che caratterizzano le regioni insulari e, più specificamente, le isole minori, è materia contemplata anche dai trattati della Comunità Europea (art. 174 del TFUE). Dallo studio emergono considerazioni e raccomandazioni importanti su decisioni necessarie da assumere, come quella di migliorare l’accessibilità delle isole e quindi l’attrattiva attraverso la riduzione dei costi di trasporto di merci e persone o quella di favorire lo sviluppo di attività complementari al turismo valorizzando l’elevata densità di capitale naturale e la forte identità culturale, l’una e l’altra elementi caratterizzanti del grande patrimonio insulare. Punto molto interessante dello studio è l’importanza che viene annessa allo sviluppo, con finanziamenti del Fondo sociale europeo e del Fondo di coesione, di programmi di formazione permanente specifici per il personale insulare che lavora nei vari settori con particolare riguardo a quello turistico che rappresenta una delle attività di maggior peso economico nelle isole. E’ innegabile, infatti, che tutte le attività economiche per essere intraprese abbisognano – oggi più che mai – di conoscenze e formazione, come è innegabile che per tanti anni lo sviluppo del turismo a Ponza si è avvalso più dell’intraprendenza improvvisata e dello sfruttamento “dell’onda lunga” che di una programmazione attenta che avrebbe potuto favorire un turismo di maggiore ampiezza temporale. I problemi di Ponza, come di tante altre micro-realtà, nascono spesso da scelte politiche sbagliate e dall’aver assecondato atteggiamenti sbagliati della collettività. Ike nel suo commento all’articolo di Silverio Lamonica “Studiare nelle isole minori” (leggi qui) afferma una cosa molto giusta quando dice che “servirebbero delle persone pratiche ognuna di una materia importante per Ponza… per parlare dei diritti e delle possibilità che effettivamente ogni isolano ha di fronte alla legge italiana e a quella europea…” Qualche anno fa a Ponza si è parlato di un progetto “Adotta un vigneto” che aveva per scopo il recupero di alcuni vitigni autoctoni dell’isola e la bonifica di diversi terreni abbandonati, quelli delimitati dalle classiche “parracine”. Nel progetto si citava l’esempio virtuoso del territorio delle Cinque Terre. Sono le Amministrazioni locali a dover intercettare i bisogni della comunità isolana, raccogliere le istanze, promuovere quelle virtuose e sostenerle nelle sedi opportune, prima fra tutte la propria Regione. Un organismo che mette insieme le forze e le volontà dei comuni delle isole minori c’è. Ci sono un esempio, un manifesto ed un concetto in quel documento che voglio riportare perchè possono servire a migliorare l’idea che dobbiamo farci del nostro futuro. L’esempio è quello dell’Accordo di valorizzazione sottoscritto dal Comune di Portovenere, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e l’Agenzia del Demanio per l’isola Palmaria in base al quale alcuni beni abbandonati ed improduttivi sono stati destinati ad iniziative culturali e turistiche, rendendo così il luogo una meta fruibile non solo per il suo mare e le sue coste, già famose, ma anche per i suoi eventi culturali. Il manifesto è in questa dichiarazione: Il concetto è che “la crescita e lo sviluppo devono partire dal basso e dai cittadini”. Se a Ponza non si rafforza nella comunità una decisa volontà di cambiamento, le cose non cambieranno e dal circolo vizioso non si uscirà. 1 commento per Tentativo di approccio in chiave europea al problema dello spopolamento di PonzaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Forniamo anche ulteriori informazioni. Se si va sul sito della Regione Lazio, si trova l’invito rivolto a tutte le amministrazioni ed ai singoli cittadini di partecipare on line alla raccolta di istanze e notizie su come investire nei prossimi sei anni i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea per l’agricoltura. L’indagine si chiude il 28 febbraio, in modo che a metà marzo, quando ci sarà il tavolo di partenariato a livello europeo, la regione Lazio potrà rappresentare le istanze del territorio ed attivarsi per progetti utili. Non solo.
Sta partendo un progetto in cui la Regione dà in affitto delle terre pubbliche per 15 anni, rinnovabili per altri 15, a giovani fra i 18 e i 39 anni.
Le due notizie non sono prese in considerazione a Ponza perché riguardano l’agricoltura e non il turismo, oppure perché si pensa che siano troppo lontane dalla situazione agricola dell’isola?
Nel primo caso non c’è nulla da aggiungere. Nel secondo invece, ci sarebbe da riflettere, andare a leggere e capire per sapere come ci si potrebbe muovere a Ponza per attingere ai fondi europei e come si potrebbe fare, vista la quantità di terreno abbandonato, per ottenere qualcosa di simile a quanto sta proponendo la Regione con le terre pubbliche.
Ovviamente dovrebbe essere l’amministrazione comunale a diffondere queste notizie, a creare tavoli di discussione locali, a fornire il supporto tecnico ed anche istituzionale per promuovere azioni di questo tipo e far valere la prerogativa di “piccola isola” per Ponza.
In passato è capitato che siano stati i non ponzesi ad usufruirne, e oggi?