Ambiente e Natura

La Chiesa di Sant’Antonio

di Domenico Musco
S. Antonio dall'alto.Copia

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Questa è una grande fandonia ! – Così dissi a Riccardo quando lo sentii affermare che casa sua a Ponza aveva mura perimetrali larghe più di due metri. Mi disse pure che prima di essere una abitazione stava per diventare una Chiesa .

– Questa è più grossa di quella di prima – gli dissi – Ma ci sei arrivato da Roma per dire queste fesserie! Qui a Ponza di pallonari ne abbiamo parecchi anche da esportazione e non abbiamo bisogno dei romani che ci vengono a dire fesserie… E poi tu mi vuoi far credere – a me che sono di Ponza  – l’esistenza di un tentativo di Chiesa a S. Antonio… Ti posso assicurare che non ne ho mai sentito parlare, di chiese  da queste parti.

Riccardo per chi non lo conosce è un gran burlone, forse per il fatto di fare con grande impegno e responsabilità il suo lavoro di professore Pediatra al Policlinico di Roma. Malgrado questo è sempre allegro e pronto alla battuta, forse per scongiurare la forte tensione che ogni giorno affronta con i bambini malati.
Aggiunsi anche che Sandro Russo non aveva niente di meglio da fare che presentarmi un pallonaro come lui!
Ma con questa fesseria l’aveva sparata proprio grossa .

Non mi fidai ovviamente di quell’affermazione delle mure di oltre due metri, a casa sua; mi armai di metro e andai a verificare, come San Tommaso in persona.
Sapevo che a Ponza le mura delle case a cupola non arrivano quasi mai al metro di spessore, e sono fatte in genere con due file di pietre una interna e una esterna con dentro calcinacci. Il cosiddetto  “muro a sacco”, così chiamato dai muratori.

Perciò rimasi sbalordito nel constatare che quelle mura erano veramente così larghe e rimasi senza parole dopo aver misurato di persona e con molta attenzione: – Vuoi vedere che Riccardo ha ragione ?

Così mi informai immediatamente dal maestro Scotti che si fermava allora sul muretto di S. Antonio a fare due chiacchiere dopo aver fatto la spesa; lui effettivamente si ricordava qualcosa, ma mi indirizzò a Temistocle che era un po’ più anziano e sicuramente si ricordava meglio.
Temistocle non si ricordava molto ma qualcosa mi potè riferire di quanto da bambino aveva sentito dire di questa  faccenda… e mi raccontò questa magnifica storia della Chiesa di Sant’Antonio.

C’era allora questa famiglia Mattera, una famiglia nobile di Ponza che inizio a costruire la Chiesa nell’abitato di  Sant’Antonio; esattamente nell’angolo  della via Panoramica precisamente dove sta il bar Panoramica e l’alimentari Ornella con sopra (attualmente) due appartamenti.

Quindi, dopo aver edificato delle robuste mura perimetrali, iniziarono a costruire la cupola. Finito che ebbero, appena tolto tutto il tavolato interno di sostegno della volta, la cupola crollò.
Il costruttore non si diede pace e ricominciò di nuovo il lavoro della cupola, ma anche questo secondo tentativo finì con un gran tonfo.
Allora si rassegnò e si mise l’anima in pace perché evidentemente Sant’Antonio non voleva, e sentita la famiglia, si optò per quattro unità abitative.
Questo spiega lo spessore dei muri perimetrali perché dovevano tenere la spinta della cupola, un po’ come i castelli che hanno le basi delle mura proprio per reggere la spinta delle strutture superiori; solo adesso con il cemento armato queste tecniche di costruzioni sono superate.

Della famiglia Mattera io non avevo mai sentito parlare, ma se si va sul cimitero nel Cappellone in fondo a sinistra si trova una piccola cappella con tanti loculi scavati nella roccia dove ci stanno un po’ tutti i componenti di questa famiglia.

Riccardo mi ha anche detto che a Gaeta c’è un archivio borbonico dove sicuramente si trova qualche planimetria di progetto di quella Chiesa.
Forse Sandro Romano che è un esperto di questo settore di studi, potrebbe farci avere qualche informazione più dettagliata.

Aggiungo infine che un’altra informazione, sempre sulla Chiesa: dietro di essa vi era un viottolo, che ora non c’è più, che si chiamava ‘Via della Sacrestia’.
Gli elementi e le tracce di una storia quasi persa e ripresa per i capelli ci sono; chi vuol aggiungere qualche altra informazione per sentito dire, ci faccia sapere , per chiarire questo enigma d’a Chiesa ch’u Santo nun ha vulute!

S. Antonio prima delle banchine.1 copia
Sant’Antonio. Vista dal mare prima della costruzione delle banchine e della strada di sotto. La chiesa-casa in questione è il 3° edificio nella parte destra della foto, a partire dalle case con gli archi

S. Antonio Antica copia

Sant’Antonio, antica foto. La chiesa-casa è l’edificio scuro sulla dx; rispetto alla precedente, non è stata ancora effettuata la sopra-elevazione della casa alla sua sin.

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Immagine di copertina e le altre: foto antiche di Ponza dall’archivio Giovani Pacifico

4 Comments

4 Comments

  1. arturogallia

    12 Febbraio 2014 at 07:51

    Molto interessante come notizia, aldilà della curiosità, anche sull’ubicazione della famiglia Mattera (che se voleva costruire lì la chiesa vuol dire che il nucleo principale abitava a S.Antonio), più facile per altre famiglie che hanno dato il nome al posto che abitavano (Guarini, Scotti, Conti, …).
    A proposito dei Mattera, Tricoli ci dice essere una famiglia ischitana (a Ischia è un cognome molto diffuso) giunta a Ponza già nel 1734. Un Mattera è stato il primo sindaco di Ponza, dopo che Murat l’aveva elevata a Comune (1814 ca).

  2. riccardolub

    12 Febbraio 2014 at 23:21

    Il vicolo dietro la casa non si chiamava via della sagrestia; a me dai vecchi di Ponza, é sempre stato detto che esisteva una stradina detta “vicolo della canonica”.

  3. Enzo Bonifacio

    20 Febbraio 2014 at 12:58

    La chiesa di Sant’Antonio, da cui prende il nome l’omonima contrada, è probabilmente una delle chiese più antiche della nostra isola.
    Già nel 1600 si può identificare nel simbolo presente all’interno della mappa del De Marchi “Mare Mediterraneo ed isole di Pontio”;
    in seguito è presente nel “Progetto di fortificazione e colonizzazione dell’isola di Ponza” dei primi anni del 1700. Anche una mappa dello stesso periodo (Isole di Pontio) riporta la costruzione, con la dizione “Sant’Antonio Pianura”.
    In seguito, nel XVIII secolo è ancora riportata nelle mappe di Agostino Grosso “Bozzo di pianta dell’isola di Ponza” e “Pianta dell’isola di Ponza ed altre isole.

  4. Antonello Feola

    22 Febbraio 2014 at 19:45

    Il nome della contrada io so che deriva non da S. Antonio ma da S. Antuono (S. Antonio abate) per la presenza di una statua del santo.
    Però mi piacerebbe sapere qualcosa di più certo in merito…

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