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Sindaco Malvito

di Francesco Ferraiuolo
Sindaco Malvito [1]

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Passando per il porto di Formia, ho notato che ad una delle sue banchine è ormeggiata la nave cisterna “Sindaco Malvito” (1); mi hanno detto che essa è lì ferma ormai da un bel po’ di tempo.

Tutti noi ponzesi conosciamo quella nave per averla vista, nel passato, scaricare frequentemente l’acqua nel nostro porto piuttosto che a cala Inferno o a cala dell’Acqua; non tutti sappiamo, però, chi era il “Sindaco Malvito” e quale legame egli ha avuto con la nostra isola.

Ho pensato, pertanto, di scrivere alcune brevi note su questo personaggio, aiutato da una pubblicazione dal titolo “Torquato il novello Ulisse” di Dario Corrado (2), eccellente giornalista ma, prima di tutto, un appassionato estimatore della nostra isola, di cui non ha mai nascosto il desiderio di diventare sindaco.

Malvito Vecchiarelli è stato il papà di Torquato Vecchiarelli, il fondatore della compagnia di navigazione “VETOR”, che dagli anni sessanta approvvigiona d’acqua la nostra isola e dagli anni ottanta opera, durante il periodo estivo, il suo collegamento con Anzio mediante gli aliscafi, ma questo non è il solo legame che ha avuto con Ponza.

Negli anni 20 del secolo scorso, Anzio contava circa 9000 abitanti ed anch’essa risentiva delle continue lotte sindacali che dilagavano sull’intero territorio dell’Italia, che era da poco uscita dalla prima guerra mondiale.

Come si sa, in Europa, la questione sociale dava impulso ai nazionalismi in chiaro contrasto al Manifesto di Karl Marx ed alla conseguente rivoluzione d’ottobre del 1917;  l’Italia non ne era immune e nel nostro paese si svilupparono diffusamente scioperi, disordini e scontri con la polizia, che costituirono anch’essi, specie per la borghesia desiderosa di ordine, una buona scusa per la svolta autoritaria del fascismo.

Al riguardo, Corrado scrive: “…in tutte queste manifestazioni  spiccava sempre in prima fila un nome assai noto, ad Anzio, per la passione politica che lo animava: Malvito Vecchiarelli, panettiere, comunista fra i più convinti ed accesi…”.

Anche con l’instaurazione del fascismo, noncurante di tutto ed alle esortazioni alla prudenza dei familiari e degli amici, Malvito Vecchiarelli non smette di propagandare le sue idee comuniste, naturalmente contrarie al regime, negli uffici, nei campi e nelle officine; “legge con passione i fatti salienti della rivoluzione d’ottobre, mantiene contatti con le cellule comuniste delle vicine cittadine laziali dove organizza riunioni segrete e frequenti manifestazioni operaie”.

Tutto questo attivismo non passò inosservato alle autorità fasciste che più volte l’ammonirono finché l’11 gennaio 1929 fu condannato a cinque anni di confino ed inviato a Ponza.

Lascio immaginare quale fu la disperazione dei suoi familiari e come quella circostanza influì negativamente sull’andamento dell’attività commerciale dal momento che la clientela della panetteria si mostrava sempre meno disposta a frequentare un esercizio gestito da antifascisti.

Unica consolazione la vicinanza ad Anzio dell’isola di Ponza, che consentiva, di tanto in tanto, alla moglie Giulia ed ai suoi figli, di potergli recare visita, “avvantaggiati dal passaggio gratuito concesso dal regime sul vaporetto in servizio fra Gaeta, Anzio e le isole pontine”.

vaporetto anzio-ponza [2]
Malvito Vecchiarelli stette al confino di Ponza soltanto due anni, al termine dei quali fu “graziato” per buona condotta e liberato.
Agli inizi del 1931, un telegramma da Ponza avvisò la famiglia dell’avvenuta liberazione.

A quel sorprendente annuncio, la moglie Giulia, data la mancanza dei collegamenti quotidiani da Anzio, si fece accompagnare da un amico portuale a Gaeta, distante 40 miglia, con una barca a remi; favoriti dalla corrente e dalle buone condizioni meteo-marine, rivela Corrado: furono “18 ore di navigazione spossante, tutte a forza di remi. Quindi, da Gaeta con un postale, in direzione di Ponza, da dove salperà per Anzio, subito dopo, questa volta sottobraccio al marito”.

A conclusione di queste note, aggiungo che Malvito Vecchiarelli fu il Sindaco di Anzio dal 1947 al 1952 (da qui il nome dato alla nave cisterna di cui in premessa), segno della grande stima che la popolazione di quella città ebbe per lui come persona e per la sua storia politica antifascista.

Quest’anno ricorre il 75° anniversario della chiusura della colonia dei confinati politici di Ponza; ricorderemo sicuramente i grandi personaggi che vi hanno  “soggiornato” ma non dovremo dimenticare anche le tante figure meno note di antifascisti confinati, che, in definitiva, con la fede nei loro ideali  e con il loro sacrificio, hanno dato sostanza a quel background che ha contribuito al crearsi delle condizioni necessarie per liberare l’Italia dal regime.

 

(1) – Caratteristiche dell’imbarcazione Sindaco Malvito V
Motocisterna
Classificazione: R.I.Na n. 53287 – 100 – A – 1.1
Armatore: VETOR – Anzio – Roma –ITALY
Numero di registro: Na 1871
Varo: 20.05.1958
Cantiere navale: DW KREMER SOHN ELMSHORN – GERMANY
Motore principale: 1 – Deutz RBV6M545 6 cyl – diesel
Stazza Lorda: 490,91 Tons

 

(2) – Dario Corrado.  Autore di importanti interviste ad autorevoli economisti, capi di stato, politici ed industriali di rango, pluripremiato e decorato, tra l’altro, dell’Order of Saint John of Gerusalem “Knights of Malta”, già capo dell’Ufficio Stampa e propaganda dell’Istituto del Commercio Estero nonché della rappresentanza commerciale a Praga ed a Lisbona.