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Le croci di Ponza. (9). A Le Forna, la cappelletta del Cuore di Gesù

di Irma Zecca

 .

La cappellina non ha una croce, ma è di fattura e datazione relativamente antica, ed è così importante da aver dato il nome alla zona.

Cappelletta del Sacro Cuore

Cappell. Sacro Cuore. Scritta [1]

Ci fermiamo perciò, lungo il percorso delle croci, all’edicola – subito dopo ‘La Piana’ e prima di arrivare a Calacaparra – con una statua del Cuore di Gesu’; infatti la zona prende nome da quella statua: Via Cuore di Gesù.

C’è una piccola lapide di marmo che porta i nomi di APREA GIUSEPPE FU SILVERIO E MOGLIE MAZZELLA GIULIA FU SILVERIO; anno 1932 …e  mi chiedo: – Perché non è come le altre? Forse non è stata fatta dai Padri Passionisti!?Verosimilmente no – mi rispondo – visto che non c’è la Croce, caratteristica distintiva delle loro istallazioni!
Ma a chi si può chiedere?

Questa zona mi è particolarmente cara. Alla mente mi affiora il ricordo di Adalgisa: era la prima cliente, al mio ufficio, che veniva con la sua cartellina con tutti i documenti per la dichiarazione dei redditi; la sua era sempre la prima dell’anno.
Una bella persona, gentile, precisa …mi ricordo che l’accompagnavo sempre con la macchina, così le evitavo un bel pezzo di strada.
Poi negli ultimi anni mi telefonava che non riusciva a trovare un documento
– Adalgisa, non ti preoccupare, vengo io a vedere.
Mi aspettava sull’uscio e dopo avermi indicato il cassetto dove riponeva con cura tutti i documenti in questione: – Eccolo, tu non perdi mai niente!
– Eh, figlia mia, m’aggie fatta vecchia!

Poi mi offriva il caffe’ nella sua bellissima cucina che aveva ancora il focolare con le piastrelle originali, le vecchie bocche delle fornaci dove anticamente si cucinava a legna e una grande cappa in muratura; tutto biancheggiato, le pareti e nelle fessure delle piastrelle, tutto minuziosamente pulito e ordinato; era come un tuffo nel passato… Il pavimento scuro di graniglia e quella finestra con gli infissi di legno con vista mare, le canne in primo piano e tra queste e il mare si intravedeva parte del cortile… anzi uno scorcio della curteglia bordata di gerani rossi, ’u ppetrusin’ e ’a laccie (il prezzemolo e il sedano), e in estate pure ’a vasenicola (il basilico).

Giardino sul mare [2]

I ricordi si dissolvono con la pioggerellina che incomincia a inumidirmi i capelli… Ecco, ho risolto: chiederò a Pompea che abita proprio qui vicino.
Mi accoglie gioiosa e incomincia a raccontare che quell’edicola del “Cuore di Gesù” si trova proprio sulla facciata della casa ed era stata voluta e fatta costruire proprio dai proprietari, che erano benestanti. Delle tre porte della casa che aprono sulla strada, una era adibita a cantina con annesso negozio e nei giorni di festa preparavano e vendevano dolci, i martelluccie e i torroni che esponevano fuori della porta del negozio su dei banchetti di legno come una bancarella.
A questo punto Pompea si porta una mano alla bocca per coprire un sorriso…
Ed io: – Pompè’ che cos’è che ti fa ridere?
– Eeh sapiss’… i’ ccriature ce piacéven’ i dorcetti, ma ’uardavano senza tucca’ nient’, pecché a signora ’i minacciava… Diceve: si v’arrubbate i dorcetti, ie ’u saccie, pecché ve ’uarde dint’a panza c’a lent’ ’i ‘ngrandimento!
– Ah ah ah – scoppio a ridere – gli faceva una radiografia virtuale!
– Ah ah ah – continua Pompea – penze comm’èreme matt’ a chilli tiemp’ …ce credéveme tutt’ cose!  

Grazie Pompea per questo piccolo racconto che il tempo non cancellerà.

Cuore di Gesù. Figura [3]