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Ventotene vista da Monica Vittisegnalato da Giuseppe Mazzella . Nella sua autobiografia Sette sottane Monica Vitti così ricorda una sua indimenticabile vacanza nell’isola, in cui non solo superò la sua paura per il mare, una delle tante, ma ispirò la nascita di un film, il suo primo film. Sette sottane, un’autobiografia involontaria – Monica Vitti; Sperling & Kupfer Editori 1993 . “…Fu, forse, la più bella vacanza della mia vita. Appena fuori con un mare blu cobalto, Livio si è fermato e si è tuffato. Che bravi i ricchi, pensavo, non hanno paura, non si bruciano al sole, si tuffano in mare come io faccio il bagno nella vasca. Come un gesto quotidiano, innocuo. Non sapevo dove mettere i piedi, sbattevano ovunque. Ero piena di lividi e scivolavo appena osavo un gesto naturale. Arrivammo, credo, a Ventotene: era allora un’isoletta disabitata, circondata dal vento, che veniva fuori da ogni angolo, come se fosse la terra, a scatenarlo. Michelangelo mi faceva molte domande ed io mi divertivo a rispondere. Capivo di stupirlo. Era incuriosito da quello che facevo e dicevo. Mi sentivo così forte che mi sono tuffata e ho nuotato, anche dove non vedevo il fondo. Non mi succede mai. Siamo scesi a Ventotene, io, con la forza degli sguardi di Michelangelo, mi sono inoltrata nell’isola. Un po’, non tanto. I lievi rumori, di cui non sapevo l’origine, i piani diversi, le luci che filtravano mi mettevano una grande euforia. E la mia paura? Paura del silenzio, del rumore, del buio, della luce, delle ombre, di un muro troppo liscio? Lì era tutto sparito, c’era qualcosa di amico, di conosciuto, anche i profumi. Ho deciso di andare dritta davanti a me, senza voltarmi mai, sarei per forza dovuta arrivare al mare, sarei per forza dovuta arrivare al mare. Ci sono riuscita. La barca è ripartita.
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