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Se questo è un uomo

di Vincenzo Ambrosino
27 Gennaio. Giorno dela memoria [1]

 

La Giornata della Memoria è diventata, negli anni, anche la palestra utile ad esercitare la nostra retorica ipocrita e senza arrossire ricerchiamo le parole giuste per il momento giusto. Ma quanta lontananza c’è in tutti noi nella prassi dei nostri comportamenti quotidiani dall’unico insegnamento che la Storia ci ha dato: il colpevole non cercatelo nei documenti, nelle tracce che l’uomo ha lasciato in tutti i tempi, il colpevole cercatelo  nell’uomo  stesso. Pochi sono i carnefici che consapevolmente hanno appagato e appagano i loro bisogni di dominio e sopraffazione. Pochi sono stati gli uomini giusti, questi sono una testimonianza che l’uomo è anche un’altra cosa, la maggior parte sono le vittime, i più fortunati di questi sono quelli inconsapevoli di esserlo.

Per rimanere solo nei paraggi di PonzaRacconta e contestualizzare quello che vado dicendo: è bastato che un uomo di quasi sessant’anni  portasse a conoscenza le sue convinzioni storiche sulle vicende Borboniche, che coinvolgevano la nostra isola, che un altro sessantenne lo aggredisse verbalmente in termini veementi e nessuno ha trovato il tempo di scrivere due parole sulla tolleranza e la moderazione, sintomo di maturità e di volontà di migliorare e migliorarsi per diventare poi credibili per le nuove generazioni.

E quindi questa occasione della Memoria di ripensare  la Storia come ricerca della condizione umana nel tempo e in ogni regime (nazista, fascista, comunista, islamista, sionista, liberista), rimarrà quella che è sempre stata, perché un attimo prima e un attimo dopo la MEMORIA comune diventerà, in mano a pseudo storici motivo di divisione, di accusa di revisionismo, oppure di negazionismo di destra e di sinistra.

E infatti c’è chi nega i lager nazisti, chi le foibe comuniste, chi negherà lo squadrismo fascista, chi le violenze delle brigate comuniste!

Questo è  l’uomo che continua a scegliersi la sua guerra preferita dagli album del passato e preferisce fingere di combattere quella, piuttosto  che ammettere di essere stato ingannato da ideologismi che hanno condotto a quelle realtà che ha visto erigere lager, gulag, carceri speciali, camere di tortura, armi intelligenti.

L’occhio dello Storico è altra cosa della visione di insieme del Saggio!

Occorrerebbe essere scesi  realmente nelle carceri, nei campi di concentramento, nelle camere a gas. Essere entrati un momento dopo nelle case distrutte dai bombardamenti (americani, israeliani, sovietici, italiani…), aver vissuto il dolore  dei sopravvissuti, aver vissuto l’umiliazione delle donne stuprate dai vincitori di turno, aver conosciuto lo smarrimento di bambini sradicati dalle loro famiglie, per avere veramente appreso la lezione della storia. Stare fuori alla porta di camere di tortura di tutti i regimi ed in ogni latitudine su questa terra e guardare in faccia i carnefici dopo aver esercitato la loro funzione, per poter capire se quello di cui andiamo a parlare è veramente l’uomo!

Se questo è un uomo [2]

Chi ha visto tutto questo, come Primo Levi, scrive:

 

Se questo è un uomo

 

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

Voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d’inverno.

Meditate che questo è stato:

Vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

 

Certo Sandro Romano ha continuato a  portare avanti le sue idee  filo borboniche e c’è stata la più democratica Rosanna Conte che l’ha arginate portando a conoscenza altre carte e altre visioni dei fatti storici; questo è il giusto metodo per dialogare, ma che cosa vogliamo dire ai nostri figli? Che cosa ha insegnato la storia? Se siamo egoisti, individualisti, incapaci a cooperare e alla fine scopriamo i nostri figli vandali, disperati o “sdraiati” di chi è la colpa? Questi non conosceranno la storia ma ce l’hanno scritta nel loro DNA.