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Nel giorno della memoriadi Enzo Di Giovanni . Quanto le nuove generazioni sanno di quel periodo storico? Non mi riferisco alla Storia, quella la apprendiamo nelle scuole. Oggi celebriamo il giorno della memoria. Questi i pensieri che mi hanno spinto a rileggere dopo qualche anno “Alba Spina – una vita per un ideale” di Silvia Delzoppo. E non solo per i riferimenti a Ponza, dove Alba fu confinata e di cui ha lasciato testimonianza, ma proprio per l’alto spessore morale della sua esperienza. Certo, è passato del tempo; l’Italia è cambiata; ad Alba – morta nel 2001 – non piacerebbe probabilmente quello che siamo diventati (ed in effetti non faceva nulla per nasconderlo finchè è stata in vita); ma siamo appunto figli di quella Storia. La vicenda di Alba in questo senso è emblematica. È la storia di una donna giovanissima, di famiglia operaia. Una donna che acquisì la consapevolezza della lotta di classe fin da bambina, senza alcun condizionamento ideologico o familiare. Alba Spina finì a vent’anni in confino – era la confinata più giovane presente a Ponza nel ’33 – perché, dopo aver preso contatto con alcune cellule comuniste (le cellule erano formate di solito da tre elementi per ridurre al minimo i rischi di infiltrazioni e perché in caso di arresti e torture un eventuale cedimento dei militanti non avrebbe comunque portato allo smantellamento dell’organizzazione), fu bloccata prima di arrivare al confine francese con un passaporto falso. La milizia non credette alla sua tesi, di voler cioè espatriare alla ricerca di un lavoro più redditizio, perché il falso passaporto era dello stesso tipo già utilizzato da altri compagni di partito: da qui il confino. Questo fu il primo contatto con Ponza: “l’isola era molto grande, più vasta di tutte le altre che avevamo incontrato durante il tragitto di trasferimento. Eppure Ponza, raggiunta, come spesso accadeva, con mare mosso dopo oltre sette ore di navigazione da Napoli (eravamo a febbraio), non doveva certo indurre pensieri “positivi” a chi veniva recluso. A Ponza in quel periodo vi erano solo una decina di donne confinate. Alba viveva in una casetta sopra S. Antonio con un’altra compagna. La storia di Alba è emblematica pure per alcune considerazioni sulla condizione femminile: “a casa dicevano, cosa può interessarti, sei una donna e come tale non devi interessarti di niente”. Alba Spina è tornata a Ponza nel 1978 in occasione dell’inaugurazione di una lapide in ricordo del confino politico. “Alba Spina – una vita per un ideale” di Silvia Delzoppo; Edizioni Leone & Griffa. 2005 1 commento per Nel giorno della memoriaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Voglio complimentarmi col Dottor Enzo Di Giovanni per lo spazio dato alla figura di Alba Spina.
Il Suo articolo ha posto esattamente l’accento su alcune caratteristiche di Alba, che giovane donna si è trovata a vivere un’esperienza difficile con molta forza e determinazione. Io, autrice del libro, sono onorata per lo spazio riservato alla sua memoria e sicuramente lo sarebbe stata Lei, confinata negli anni 1933 e 1934, proprio per quella esperienza di cui andava fiera.
Cordiali saluti
Silvia Delzoppo