Ambiente e Natura

“La recessione” di P. P. Pasolini, cantata da Alice

proposta da Sandro Russo
Panchina davanti al mare

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Per libera associazione di idee su quanto scritto sul sito da Silverio Lamonica, Mimma, Gennaro Di Fazio e Polina (leggi qui e qui) riguardo agli atti di vandalismo alla scuola delle Forna, ho tirato fuori dai miei ricordi questa intensa poesia-canzone di Pasolini, per la voce di Alice, corredata da immagini altrettanto belle.
La partecipo con piacere.
S. R.

Alice – La Recessione – dall’album “Mezzogiorno sulle Alpi”; 1992
P. P. Pasolini / Di Martino – Da: “La meglio gioventù “; 1974

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Video
Art Director Francesco Messina
Regia e riprese Massimo Gardone Ennio Guerrato

La recessione

Rivedremo calzoni coi rattoppi,
rossi tramonti sui borghi vuoti di macchine,
pieni di povera gente che sarà tornata
da Torino o dalla Germania.
I vecchi saranno padroni dei loro muretti
come poltrone di senatori
e i bambini sapranno che la minestra è poca
e che cosa significa un pezzo di pane.
E la sera sarà più nera della fine del mondo
e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni
e forse qualche giovane tra quei pochi tornati al nido
tirerà fuori un mandolino.

L’aria saprà di stracci bagnati,
tutto sarà lontano,
treni e corriere passeranno
ogni tanto come in un sogno.
E città grandi come mondi
saranno piene di gente che va a piedi
con i vestiti grigi e dentro gli occhi
una domanda
che non è di soldi ma è solo d’amore,
soltanto d’amore.

Le piccole fabbriche
sul più bello di un prato verde
nella curva di un fiume
nel cuore di un vecchio bosco di querce
crolleranno un poco per sera,
muretto per muretto, lamiera per lamiera.
E gli antichi palazzi saranno
come montagne di pietra, soli e chiusi
com’erano una volta.

E la sera sarà più nera della fine del mondo
e di notte sentiremmo i grilli o i tuoni.
L’aria saprà di stracci bagnati,
tutto sarà lontano, treni e corriere
passeranno ogni tanto come in un sogno.

E i banditi avranno il viso di una volta
con i capelli corti sul collo
e gli occhi di loro madre
pieni del nero delle notti di luna
e saranno armati solo di un coltello.

Lo zoccolo del cavallo toccherà
la terra leggero come una farfalla
e ricorderà ciò che è stato il silenzio,
il mondo, e ciò che sarà.

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Panchina Mare

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