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L’esperimento di Ponza e Ventotene narrato dal basso. ’Mmaculata. (2)Continua il racconto di ’Mmaculata… Per la prima parte leggi qui . “Quando io sono arrivata qua, e lasciamo perdere il motivo per cui sono arrivata… dicevo, arrivo qua e vedo uno scoglio deserto, senza una casa, senza un’anima; solo la grossa torre all’imboccatura della baia si vedeva… Il resto era una desolazione, ’nu scuramiento ’e core”. Questa è l’ora di Federigo; sotto mezzogiorno esce dal magazzeno in cui vive, in mezzo a reti e nasse di ogni forma e misura, e si avvia a passo sicuro verso la Caletta. “Non una strada ci stava, non una piazza, non una bettola, niente di niente. Federigo ritorna cantando: – Dimani, vene n’atu veliero. Dopp’dimani, vene n’atu veliero… – Federi’, come sono i porti che hai visto quando stavi imbarcato? – domando. – Come devono essere, Amalie’? Il porto più bello ce l’abbiamo noi. E pure le guaglione più belle… – Racconta, Federi’..! – A Ischia non hanno porti, hanno delle marine. A Portici il re si è fatto costruire un bel porticciolo collegato alla reggia, con le peschiere, ma se ne vede bene solo lui perché le paranze non possono accostare. Procida ha un bel porto, ma non è riparato; quello di Ventotene è piccolo … Te l’ho detto Amalie’, il meglio sta qua. Ah, quant’è bella giovinezza…
Immagine del Porto in una vecchia stampa . [’Mmaculata.(2) – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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