Attualità

Considerazioni di un visionario

di Francesco De Luca (Franco)
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Di un visionario perché, pur se costruite con razionalità, queste considerazioni, prospettano visioni  passibili, per taluni, di irrealtà.

Sono considerazioni che attengono alla situazione della comunità ponzese.

Ebbene, penso che lo stato socio-economico-politico di Ponza sia accartocciato in un immobilismo senza prospettive.

La ragione di fondo dalla quale proviene questo stallo risiede nel fatto che non si è presa coscienza piena, da parte della comunità isolana, del degrado politico e ancor più morale, in cui si era sprofondati nel novembre 2011. Sia la classe politica sia quella economica fu messa sotto inchiesta per atti di illegalità consolidata, sfacciata.

Le elezioni della primavera 2012 hanno dimostrato una reazione poco sentita al disagio politico-morale che si stava vivendo. Ci si è appoggiati ad una soluzione di comodo, a metà strada. In attesa di vedere come si sarebbero messe le cose. E così si è rimasti. In attesa.

Ora l’attesa, per le forze politiche in ballo, risulta un fattore positivo perché nell’immobilità il consenso non viene meno né si aumenta. Ma per la comunità dei ponzesi è un danno. Non c’è evoluzione di nessun disegno, non prospettiva.

Lo status quo cerca di imporsi nelle cose ma anche nelle coscienze. Cosicché vecchie posizioni tentano di farsi accettare, si ripropongono soluzioni e protagonisti collusi perché  in fondo nulla di tanto catastrofico si stava facendo.

Senonché questo senso di sufficienza impera sull’isola ma non nei luoghi dove è risaltata la natura truffaldina dell’amministrare a Ponza. Parlo della Regione, parlo delle Procure dove è imperativo che Ponza e i Ponzesi devono essere governati con divieti, rinunce, obblighi, interdizioni.

Non se ne esce! Se non si taglia prima di tutto la continuità col passato, vedo impossibile ogni risalita. E serve farlo come coscienza popolare e come scelta politica.

Ma le mie sono considerazioni di un visionario.

1 Comment

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  1. vincenzo

    5 Gennaio 2014 at 11:55

    Il solito Franco De Luca ci dice delle cose condivisibili che hanno una valenza sociale, culturale, economica per cui politica ma lo fa continuando a nascondersi dietro alla poesia, a scritti moralistici o come in quest’ultimo articolo terminando dicendo: “non ci fate caso, le mie sono considerazioni visionarie”

    Certo Franco si giustifica all’inizio dicendo: “Di un visionario perché, pur se costruite con razionalità, queste considerazioni, prospettano visioni passibili, per taluni, di irrealtà”.

    Irrealtà?
    Lascialo dire agli altri, quelli che vogliono tarpare le ali a tutti, ma non farlo da solo se credi in quel che dici, se credi di rappresentare e dare alla comunità un apporto prima culturale e poi politico.
    Io invece dico che hai ragione a porre queste questioni: Ponza e i ponzesi sono stati condannati a essere quello che dimostrano di essere.
    – Incapaci di sviluppare un sistema economico atto a valorizzare e proteggere nel tempo un patrimonio ambientale enorme.
    – Incapaci di superare il familismo, anzi a Ponza questo difetto culturale si è amplificato: ha impedito una proposta politica, una organizzazione sociale ed economica adeguata e lungimirante.
    L’individualismo diffuso ha favorito gli speculatori, gli arroganti, i furbi che hanno occupato il potere nel tempo.
    E nel tempo è arrivata la condanna ai ponzesi e a Ponza: dei giudici, della magistratura, delle leggi imposte dall’esterno.
    Vedi giusto quando dici “vecchie posizioni tentano di farsi accettare, si ripropongono soluzioni e protagonisti collusi perché in fondo nulla di tanto catastrofico si stava facendo”.
    E infatti c’è chi annuncia di candidarsi alle prossime elezioni e non possono che essere personaggi tristemente noti, che soffiano sul fuoco del normale malcontento.

    Ma dovremmo essere a noi a dire quale enorme catastrofe hanno prodotto le passate amministrazioni: questa realtà isolana è certamente il fallimento della nostra comunità, ma chi si è assunto, nel tempo, la briga di governarla, ha sulla coscienza la colpa e la condanna di avere agito favorendo solo i difetti culturali di questa nostra isola, consapevolmente agendo per avvantaggiare i propri interessi particolari.

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