Attualità

‘Ngiulina ci ha lasciati

di Martina Carannante

Comet Hale Bopp

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Quando, quasi un anno fa, mio nonno è venuto a mancare, io ho perso, oltre che un punto di riferimento importante, anche chi mi aveva avvicinato all’amare e voler conoscere la storia in generale, ma soprattutto aveva suscitato in me la curiosità di scoprire e capire una Ponza che oggi posso solo lontanamente immaginare.

Così, nel marzo del 2013, chiesi a mia madre di poter conoscere chi aveva vissuto in quel passato da cui io ero tanto incuriosita; lei mi accompagnò a casa di ‘Ngiulina  ‘i Fruntone:  Angela Mazzella, nata a Ponza (precisamente nella zona di Frontone) nel settembre 1905.

Oggi è venuta a mancare all’età di 108 anni e io la voglio ricordare scrivendovi ciò che mi disse in quell’incontro.

Dopo la presentazione di rito, la domanda fatidica: ” Tu! …a chi appartién’?”; spiego la mia parentela con il dottor Mazzella, lei è felicissima perché era grande amica della moglie, mi saluta cordialmente e inizio chiedendo qualche informazione sul suo appellativo: ‘i Fruntone’.

Subito dopo le prime colonizzazioni, che videro lo stanziamento di nuclei familiari ischitani nella zone del porto e di Santa Maria, proprio da quest’ultima si staccarono due famiglie che si sistemarono nella zona di Frontone: i Mazzella, con Beniamino, e i Conte. La popolazione di Frontone era di circa 80 persone, tanto da essere un vero e proprio villaggio con vita propria.

Beniamino Mazzella ebbe otto figli; l’ultimo fu il padre di ‘Ngiulina. Incuriosita da come poteva essere Frontone, oggi tempio del divertimento, chiedo a ‘Ngiulina come si viveva e cosa si faceva lì.
Lei racconta: “Frontone era molto abitata, c’era la scuola, si coltivava la terra e c’erano molti animali. Il maiale veniva ammazzato una volta l’anno e non se ne buttava via niente. C’erano i polli, le galline, le capre… Le persone si spostavano in barca o a piedi passando per sopra Santa Maria”. La sua specialità era fare il pane, che veniva impastato al massimo due volte al mese.
Chiesi a ‘Ngiulina come si viveva a Frontone nel periodo fascista; lei, con l’aiuto del figlio, mi spiegò che in quel periodo, la mobilità da Frontone era limitata. Quando dovevano andare al porto per la messa, allo sbarco, la milizia controllava chi scendeva e dove andava, i bambini non potevano “sbarcare”; Peppino, il figlio di ‘Ngiulina, mi racconta che la mamma per portarlo con sé lo nascondeva sotto il vestito lungo.

La sua era, ed è, una famiglia molto credente: “Si andava tutte le domeniche a messa al Porto  così, poi, si poteva fare la spesa nei vari negozi in piazza; si compravano solo le cose che non si producevano, quali l’olivo, il sale e lo zucchero.”

Tutti i giorni si diceva il Rosario, in qualsiasi momento, anche quando si tesseva la lana e il piccolo Giuseppe, suo figlio, portava il conto delle ‘poste’. La nuora e il figlio la spronano a recitare una preghiera antichissima che racconta la storia di Maria e della passione del figlio, intitolata Palummella ianca ianca.
‘Ngiulina
dice che prima si viveva meglio: “C’era molto più amore e solidarietà, sia tra parenti che tra vicini di casa …No comm’e mò che uno sta a levànt’ e n’ate a punènt’!

Il pomeriggio trascorre tra una chiacchiera ed un racconto, ‘Ngiulina partecipa contenta, la vedo un po’ stanca e così la saluto e la ringrazio del tempo che mi ha dedicato, mi dice che casa sua è sempre aperta e io posso salire a salutarla quando voglio.
Avrei voluto tornarci proprio in questi giorni per portarle i miei auguri di Natale, purtroppo non ho fatto in tempo.

3 Comments

3 Comments

  1. Biagio Vitiello

    23 Dicembre 2013 at 22:27

    Dobbiamo registrare la dipartita di un’altra centenaria di Ponza, forse la più vecchia d’Italia? Era una mia assistita (come Romilda ed Ida) nata a Frontone il 22-09-1905, vedova di Luigi Tricoli.
    Le mie sentite condoglianze a tutta la famiglia.

  2. luigiaprea

    24 Dicembre 2013 at 11:44

    Angela Mazzella, donna d’altri tempi.
    Bontà, rispetto, altruismo, pronta al sorriso, erano qualità peculiari del suo modus vivendi.
    La ricordo con affetto e perché no con quella commozione verso la paziente, che mi ha seguito in tutto l’arco della mia attività professionale. Grazie Angela!
    Sincere condoglianze ai figli Peppino e Silverio, alle nuore Maria e Flora e ai nipoti tutti.

  3. Giovanni Conte di Silvano

    24 Dicembre 2013 at 20:23

    Grazie a Martina per aver ricordato nonna ‘NGIULINA. Un grazie a tutti per l’affetto che le avete dimostrato, grazie di cuore, colgo l’occasione per augurare a tutti un sereno Natale

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