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Elucubrazioni di Pasquale. (8). L’attacco alla Città

di Pasquale Scarpati
8. Silvano Braido Città [1]

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Sezione Quarta: L’attacco alla Città

Tutto questo sistema fa sì che è oltremodo difficile abbattere sia le mura che le torri. Nessuno, fino ad oggi, è riuscito neppure a praticare una piccola breccia; qualcuno, con grande sforzo, le ha leggermente scalfite ma, per ottenere questo, si è dovuto armare di  corazza, scudo ed elmo con celata perché le schegge volano con forza fino a grande distanza e, quando colpiscono, provocano profonde ferite. Altri hanno tentato di aggirarle cercando il lato più debole, ma la città si presenta munitissima ed oppone forte, fortissima resistenza. Però adoperando le opportune macchine d’assedio, si riesce, forse, ad ottenere qualche risultato; esse sono molto pesanti sia nel movimento sia nell’uso, per cui non bastano né una persona né poche persone per manovrarle, occorre la cooperazione di quasi tutta la collettività senza che nessuno si tiri indietro. Bisogna tentare!
È ovvio che, per ottenere i risultati, bisogna non solo faticare e sudare, come sempre,  ma occorre anche che i colpi siano indirizzati verso un’unica direzione altrimenti, disperdendo le forze, c’è la probabilità di vanificare tutti gli sforzi. Purtroppo il più delle volte non si fa nulla o quasi, vuoi per infingardaggine, vuoi per scoramento,  vuoi per paura. Bisogna però essere vivi e non aspettare soltanto: bisogna essere propositivi. Invece si aspetta stando al caldo, per il caldo: l’inverno è lungo, il vento ulula tra i vicoli, l’onda flagella gli scogli, la baia del porto è percorsa da un brivido freddo; i rari passanti camminano in fretta, frettolosamente salutando: è meglio stare in casa!

Oggi purtroppo, come tanti anni fa, siamo tutti disagiati, chi per un verso chi per un altro. Esistono disagi nei trasporti, disagi nell’economia, disagi nella sanità ed altri;  se non si ipotizza, se non si prospetta nulla di nuovo, i disagi non faranno altro che aumentare in maniera esponenziale.
Mi è stato detto che  qualcosa è stato fatto ed è un buon inizio. Bisogna continuare risolvendo problemi che da tempo attanagliano l’Isola ed i residenti: i collegamenti con la terraferma, la qualità della vita di quelli che risiedono tutto l’anno… Bisogna rendere possibile la fruizione di tutte le bellezze dell’Isola, incentivare un turismo che si estenda a buona parte dell’anno.
Si sa… ci vuole tempo, ma  è auspicabile che ci siano le proposte e la condivisione. Le divisioni, penso, non giovano a nessuno se non a chi ama trastullarsi o, per meglio dire, guazzare in esse per il proprio tornaconto.

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Illustrazione di copertina: dipinto di Silvano Braido

 

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